Una cortina fumogena sui problemi

(di Gaetano Pedullà – lanotiziagiornale.it) – Sulla stampa di regime e dei soliti padroni la Meloni passa per statista e donna del dialogo, mentre in realtà si è già apparecchiata presidenzialismo, premierato e dittatura.

Due o tre cose che emergono chiare dalla passerella di ieri sulle riforme. Le destre sono più divise delle opposizioni, ma quello che si vede è solo il Pd, i 5 Stelle e il sedicente terzo polo che vanno ognuno per conto suo. Sulla stampa di regime e dei soliti padroni la Meloni passa per statista e donna del dialogo, mentre in realtà si è già apparecchiata presidenzialismo, premierato e dittatura – tutti insieme – commissariando il Parlamento col record dei voti di fiducia.

Perché allora questa accelerazione su una materia che interessa meno di zero ai malati senza cure negli ospedali, ai pensionati che fanno la fame e a milioni di famiglie che non arrivano a fine mese? La risposta è fin troppo evidente: con le ricette delle destre non c’è speranza di risolvere i problemi, e allora serve un circo che attiri altrove l’attenzione.

Così ci sarà chi continuerà a credere che Giorgia e i suoi alleati erano pronti a governare, quando in realtà non sanno che pesci prendere neppure per nominare il comandante generale della Guardia di Finanza. Ruolo che per la prima volta nella storia è affidato a un reggente, in attesa che i partiti si mettano d’accordo pure su questa poltrona.

Chi paga un prezzo altissimo per tutto questo è il Paese, che delle riforme ha bisogno davvero, ma che col metodo Meloni rischia di non vedere nulla, o peggio, di farsi portare via pezzi di democrazia. Un sogno che hanno avuto in tanti – Renzi è stato l’ultimo – ma che alla prova del consenso non porta bene senza un percorso limpido e largamente condiviso.

1 reply

  1. La produzione industriale italiana a marzo ha registrato nuovamente un’inattesa flessione congiunturale, con un lieve calo anche a livello di trimestre, dati che alimentano i dubbi sull’effettiva ripresa dell’economia.
    L’indice destagionalizzato segna un calo mensile dello 0,6% dopo il -0,2% di febbraio, a fronte di un consensus (Previsioni) pari a +0,3%.

    Tutti in rallentamento i principali settori di attività, dice Istat in una nota, precisando che “fanno eccezione i beni strumentali, con variazioni positive rispetto a febbraio e in crescita più marcata rispetto a marzo dello scorso anno.
    È il terzo mese consecutivo di cali, con l’indice su base annua crollato ulteriormente dal -2,3% di febbraio al -3,2% di marzo.

    Hanno bloccato il SuperBonus col loro solito approccio ideologico ed approssimativo, oggi raccolgono la 💩 che seminano.

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