
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Mai come oggi che (così almeno dicono) abbiamo la prima premier “sovranista”, si avverte un gran bisogno di “sovranismo”. Servirebbe un governo che andasse su Google, cercasse “interesse nazionale” e “sovranità nazionale”, poi li confrontasse con la nostra politica estera. Che, negli ultimi 50 anni, non è mai stata meno sovranista, cioè meno attenta all’interesse […]
Cercansi sovranisti
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Mai come oggi che (così almeno dicono) abbiamo la prima premier “sovranista”, si avverte un gran bisogno di “sovranismo”. Servirebbe un governo che andasse su Google, cercasse “interesse nazionale” e “sovranità nazionale”, poi li confrontasse con la nostra politica estera. Che, negli ultimi 50 anni, non è mai stata meno sovranista, cioè meno attenta all’interesse e alla sovranità nazionale, di oggi. Da quando ci è capitata la sciagura del draghismo, siamo finiti su un nastro trasportatore pilotato da Washington che ci trascina verso orizzonti sempre più nefasti, inimmaginabili solo un anno fa. Li scopriamo ogni giorno con crescente angoscia, perché non ci riguardano, non ci convengono, calpestano la nostra sovranità e danneggiano i nostri interessi. Prima le auto-sanzioni a Mosca, che colpiscono più i sanzionatori che il sanzionato, e le armi all’Ucraina (paese aggredito come centinaia di altri negli anni e non alleato), prima difensive, poi offensive ma leggere, ora pesanti, domani i cacciabombardieri e magari pure le truppe. Il tutto in nome dell’“euro-atlantismo”, che è come dire “cannibalismo vegano”, perché mai come oggi gli interessi europei sono opposti a quelli anglo-americani: un pietoso eufemismo per nascondere il più bieco servilismo agli Usa. Che, nella storia, ha un solo precedente: quello tra il 1948 e gli anni 50, che però coincideva col nostro interesse nazionale. Gli Usa, oltre ad averci liberati dal nazifascismo (insieme all’Urss, peraltro), destinarono il 2% del loro Pil al Piano Marshall per ricostruire l’Europa. Oggi ci chiedono di destinare il 2% del nostro Pil alle spese militari di una Nato che non ci protegge dai veri pericoli, quelli sul fianco Sud, ma si concentra sul fronte Est perché gli Usa hanno la fissa di Russia e Cina, che non minacciano né l’Italia né la Ue. Quindi dobbiamo svenarci, sì, per l’interesse nazionale: ma americano.
E ora, incollati sul tapis roulant teleguidato dalla Casa Bianca, scopriamo di essere in guerra non solo con la Russia, ma pure con l’Iran e la Cina. L’altroieri qualche squilibrato seduto a Washington, o a Gerusalemme, o in entrambe le capitali ha deciso di bombardare una fabbrica di Teheran; e il generale dell’Aeronautica Usa Michael Minihan ha avvertito i suoi uomini di prepararsi alla guerra con Pechino nel 2025. Ove mai vi sopravvivesse un grammo di sovranismo, il governo italiano dovrebbe avvertire gli “alleati” che a noi l’Iran e la Cina non hanno fatto nulla e che l’articolo 11 della nostra Costituzione ci vieta di risolvere le controversie internazionali a mano armata. Quindi bombardino pure chi pare a loro, ma lascino in pace la Nato, cioè anche noi. Quelle sono le loro guerre, non le nostre. Noi abbiamo già dato.
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Grandissimo, liberissimo e sempre coraggiosissimo Travaglio.
👏👏👏
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Partecipo agli applausi a MT…però sarei felice se questo bel discorsetto l’avesse fatto CONTE.
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Mi associo 👏👏👏👏
Sarei ancora più felice se questo articolo di MT fosse stato scritto da G. Conte 🥂
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Grazie Roberto
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Grazie Roberto….
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Niente da capire! >>>
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Dopo il prodismo, il berlusconismo, il d’alemismo e il pidismo pensavo che fosse finita la storia dell’Italia, annacquata definitivamente dall’europeismo. Dopo quest’articolo di Travaglio comincio a pensare che stia finendo la storia del mondo
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Punto. Stop.
Analisi chiara e fattuale. Il resto sono balle.
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Non ho ritrovato l’interessantissimo articolo sulla REALTÀ del Piano Marshall, “pervasiva” in tutti i suoi risvolti, postato, qualche tempo fa, da uno dei commentatori (Tracia? Cagliostro?).
Posto questo articolo del 2020, precedente al RF /ERP(l’autore non sembra molto fiducioso in proposito).
“La mitologia del Piano Marshall
di Mauro Campus
15 aprile 2020
Lo «European Recovery Program» ebbe precise finalità, a cominciare dal ritorno di quella dimensione atlantica crollata con la Grande Guerra
A qualunque latitudine, quando si verificano situazioni di emergenza, è abituale ricorrere a questo luogo comune del lessico politico: «Qui ci vorrebbe un piano Marshall». Era dunque immaginabile il ricorso alla mitologia dello European Recovery Program (Erp) anche nell’attuale situazione. Tale previsione, in sé banale, ha però superato ogni aspettativa, poiché ovunque la formula del piano americano è invocata con un’insistenza svincolata dal significato storico che ebbe quell’operazione.
Anche se il generale George Marshall non ne fu né l’ispiratore né l’estensore, il piano prese il nome di quel segretario di Stato dell’amministrazione Truman, che fu anche l’organizzatore della vittoria alleata senza però aver mai calcato il campo di battaglia. Con un breve discorso molto citato – anche se pochissimo letto – pronunciato all’Università di Harvard il 5 giugno 1947 Marshall ne fu piuttosto il latore. Quel testo che riannodava la tela dell’idealismo wilsoniano e compendiava in poche righe anni di trasformazione del sistema politico statunitense è divenuto sinonimo di «intervento risolutivo e benefico per i momenti di crisi drammatica». Come chiarì la legge che lo rese effettivo – l’Economic Cooperation Act del 1948 – non si trattava di un piano generosamente elargito dal vincitore ai Paesi in macerie dopo il conflitto della Seconda guerra mondiale. Esso si triangolava su tre assi connessi e destinati ad avere un significato costituente per il sistema internazionale. Il primo era la riorganizzazione dell’Occidente e il ritorno della dimensione “atlantica” dell’interdipendenza, naufragata con la Prima guerra mondiale, cioè con il collasso della prima globalizzazione. Il secondo era il far funzionare attraverso la ricostruzione delle correnti di scambio il motore del Grand Design rooseveltiano, ossia il ventaglio di organizzazioni pensate a guerra in corso da Roosevelt (dall’Onu all’Fmi, dal Gatt alla Banca Mondiale), le quali avrebbero dato corpo all’idea di “governo del mondo” che costituiva lo sfondo di un sistema internazionale multilaterale. Il terzo era la creazione geografica di un campo economico omogeneo in funzione antisovietica: un blocco politicamente stabile proteso a combattere quella che si andava definendo come la Guerra fredda e che segnò i successivi 40 anni di vita internazionale.
Le ricadute dell’attuazione del Piano furono legate all’alba della cosiddetta Pax Americana, cioè la creazione di rapporti di forza che descrivevano anche attraverso il dollar standard il dominio egemonico degli Stati Uniti su un Occidente i cui confini dilatati avrebbero coinciso con l’affermazione delle strutture del capitalismo democratico. Per essere precisi, il Piano costituì la premessa di quella trasformazione. Con la regia di Washington i Paesi dell’Europa occidentale – senza distinzione fra vinti e vincitori – si sedettero al tavolo dell’Organizzazione per la cooperazione economica europea (Oece, l’antenato dell’Ocse), nata allora per riprogrammare il sistema produttivo continentale e renderlo funzionale all’ottimizzazione dei beni e dei fondi messi a disposizione dagli Stati Uniti. Si formò lì il processo d’integrazione europea, che da allora prese una strada autonoma ma seguitò (e seguita) a riconoscersi attorno alle istanze economiche delle origini.
Il Piano fu molte cose, ma il suo valore materiale derivava sostanzialmente da due fattori. Anzitutto il suo importo – circa 13,2 miliardi di dollari, pari all’1,1% del Pil americano e al 2,7 dei 16 Paesi riceventi – era finanziato con i soldi dei cittadini statunitensi, i quali furono spinti ad accettarlo sulla base di una campagna martellante nella quale si sottolineava il nesso tra la sicurezza economica della Repubblica americana e quello dell’Europa occidentale. Secondariamente esso non era composto solo da prestiti agevolati (alla cui riscossione gli Stati Uniti poi rinunciarono), ma da beni e materie prime che i 16 Paesi incamerarono gratuitamente e poterono trasfondere nel sistema produttivo attraverso aste o assegnazioni strategiche. Il ricavato delle vendite di quei beni costituì un fondo vincolato al lancio di politiche di produttività e quindi, di fatto, all’adozione di uno straordinario aggiornamento tecnologico rispetto alla grammatica industriale europea. Questo meccanismo inseriva una doppia condizionalità per i Paesi che attuarono il Piano. La prima era protesa allo sviluppo e alla modernizzazione del sistema produttivo, la seconda, squisitamente politica, prevedeva l’allineamento dei Paesi Erp all’American way of life in termini di consumo e accesso ai beni e di adesione a modelli liberal-democratici costituzionali.
Fu l’implicita condizionalità politica a rappresentare l’oggetto principale del dissenso attorno al Piano. Esso fu, infatti, accolto in modo controverso non solo dalla sinistra ma da eterogenee parti della popolazione europea. Anzitutto perché esso si proponeva di vincolare e dividere. Sebbene formalmente offerto ai Paesi della costellazione sovietica, esiste un’ampia evidenza documentaria che tale offerta fosse poco meno che un ballon d’essai: neanche volendo, il socialismo reale si sarebbe potuto curvare ai precetti dell’americanizzazione sottintesi al Piano. È del pari eloquente che le critiche accese, dal 1947 in poi, contro un patto accusato di essere l’espressione più aggressiva del capitalismo statunitense siano state poi ribaltate in severe diagnosi rispetto al modo in cui gli aiuti furono utilizzati. Ciò, da un lato, spiega però perché il Piano sia il passaggio preliminare per comprendere la storia del conflitto bipolare, e dall’altro perché ogni paragone col presente sia impraticabile. A suo tempo, nemmeno i più accaniti cold warriors sostennero che il Piano fosse il frutto di una volontà filantropica degli Stati Uniti, ed esiste un generale consenso verso la tesi secondo cui esso servisse ai destinatari quanto ai promotori.”…
Per i commenti sull’ipotetico(all’epoca) RF/ERP continua la lettura sul link:
https://www.ilsole24ore.com/art/la-mitologia-piano-marshall-ADoFmlI
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La costituzione??…
Sì, sana e robusta costituzione.
L’incrocio più pericoloso del mondo governato da un semaforo rotto, arancione, va e viene, illumina le pareti, le case, i soffitti, il sonno profondo.
È, sonno profondo.
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Grazie Travaglio, la vergognosa realtà é sotto gli occhi di tutti quelli che la vogliono vedere e denunciare !
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Off topic ma strettamente connesso coi sovranari di cartapesta di casa nostra.
Chissà se Lady Aspen Meloni proferirà parola o se le ha solo per insultare i poveri.
https://mobile.twitter.com/reportrai3/status/1620157438207860736
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A proposito, aviazioni a confronto:
_____________Cina: _____________________ Russia:_____________________USAF:
Bombardieri: 176 H-6__________________66 Tu-22M___________________43 B-1B
____________________42 Tu-95____________________72 B-52
___________________15 Tu-160____________________18 B-2
___________________________________________________________________________
Tot: 176 123 133
Caccia: 340 J-7____________________87 MiG-29____________________922 F-16
96 J-8____________________90 MiG-31____________________
500+ J-10___________________6 MiG-35_____________________
39 Su-27_________________101 Su-27____________________266 F-15
380 J-11__________________110 Su-30____________________219 F-15E
245+ J-16__________________147 Su-34____________________310 F-35
200+ J-20___________________10 Su-57____________________177 F-22
73 Su-30MKK______________110 Su-35_____________________
24 Su-35________________________________________________
___________________________________________________________________________
Tot: 1897 661 1894
Attacco: 140 JH-7___________________273 Su-24____________________286 A-10
118 Q-5____________________192 Su-25__________________ 21 AC-130
_______________________________________________________________________
Tot: 258 465 307
Pensate un pò: la Cina ha circa 2.300 aerei da combattimento (esclusa l’aviazione navale), gli USA circa altrettanti (+circa 600 della marina + quelli dei marines), la Russia ‘solo’ circa 1.100 (+200 della marina).
E la Cina ha qualcosa come 900 tra Sukhoi Flanker e derivati e i nuovissimi J-20 che dicono, siano più o meno efficaci che gli F-22 Raptor, e più stealth dei russi Su-57. E armati con missili da 200 km di raggio d’azione.
Gli USA vogliono rogne? Si accomodino. Tra le flotte di caccia stealth da superiorità aerea, la Cina già adesso ha sorpassato gli USA, mentre la Russia faceva tanta paura e ancora ha solo circa 20 supercaccia di ultima generazione, 1/10 dei cinesi.
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@ Mentecatto: ti stai già masturbando, al solo pensiero delle foto dei morti che potrai postare?
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Ti prometto che quando vedrò la tua non piangerò.
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Non potrai mai capire quanto sei divertente, nella tua puerile quanto miserabile banalità.
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La Cina non ha “sorpassato gli USA negli armamenti , ci vorrà ancora un bel po’. Tra l’ altro necessita di componentistica che non è ( ancora) in grado di costruirsi da sè, anche se certamente ci sta lavorando. La potenza militare US e le risorse fino ad ora impiegate per mantenerla/ aumentarla ( sempre avallate dal Congresso, chiunque avesse la maggioranza) è ancora maggioritaria. Inoltre gli US, che hanno basi militari anche con testate nucleari ovunque ( sottolineo, ovunque) nel mondo, mantengono il controllo dei mari, con tutto quello che ne consegue in termini bellici ed economici (trasporti) e come ben vediamo, gode di “alleati” più che discretamente attrezzati militarmente in ogni parte del Golbo.
https://www.limesonline.com/carta-basi-militari-americane-mondo-collana-di-perle/116197,
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No la Cina non ha superato gli usa in fatto di armamenti, gli servono ancora dai 3 ai 5 anni per arrivare ad eguagliarli,
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X Carolina:
vedo che a forza di fare la Bastiana contraria non sei più nemmeno in grado di leggere.
Dove ho detto che la Cina ha sorpassato gli USA? ”Tra le flotte di caccia stealth da superiorità aerea”
200+ vs 177. La matematica la conosci? 200>177.
E se è per questo, la Cina ha anche missili balistici antinave da 2.000 km, 100.000 mine navali molte delle quali di elevata tecnologia, una rete di difesa missilistica che gli USA se la sognano, avendo niente tra lo Stinger e il Patriot.
E l’elenco potrebbe continuare.
Il resto sono le tue solite sclerate per cui il Sole è verde, i prati sono bianchi e le nuvole verdi, basta dire il contrario di chi ti ha preceduta.
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Scusate gli errori nell’ ultima frase: spero si capisca ugualmente .
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Tra poco tornerà Draghi come PdR e così saremo “a posto”. Mattarella sta aspettando che gli indichino il momento giusto per dimettersI: quando Meloni perderà ( inevitabilmente, data la situazione ed il continuo bombardamento mediatico nei confronti dei suoi Ministri) consensi.
Renzi ed i suoi “cattomoderati” sono in attesa e tramano nell’ ombra…
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Mah, io non lo vedo questo bombardamento mediatico e i suoi ministri sono così idioti che si denigrano da soli. Mentre in tv vedo solo proclami del melone in ogni tg, giornale e trasmissione televisiva. Cosa vuoi di più dalla vita?
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Se Putin ritira l’esercito, la guerra finisce. Se Zelensky ritira l’esercito, l’Ucraina finisce come Nazione e ritorna ad essere di fatto una provincia russa. C’è una certa differenza tra le due cose. Gli ucraini sanno bene che in ogni caso, comunque vada la guerra avranno perso la loro completa sovranità, più o meno come noi in Italia con la sconfitta del nazifascismo. È il prezzo da pagare. Se hanno scelto di vivere sotto il controllo degli USA e dell’Europa, piuttosto che ritornare a sottostare alla Russia (dopo averlo provato sulla propria pelle), un motivo ci sarà.
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Il problema è che non tutti hanno ” scelto” di vivere sotto il controllo US. A quanto pare sono in molti, dato che anche sotto il Governo” superdemocratico ” di i Zelensky, gli Ucraini hanno fatto carte false per andarsene ed hanno approfittato delle porte apertissima dei primi giorni di guerra per scappare in massa anche da territori neppure sfiorati dal conflitto. E i maschi restati lo sono stati obtorto collo.
Tutto questo ” patriottismo” nei fatti non c’è mai stato. La loro voce, come in tutte le guerre, non la sentiremo mai.
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Gentile Carolina, non ritengo il governo ucraino superdemocratico, perchè nessun governo al mondo lo è. Come più volte espresso nei miei commenti, vorrei solo che si ricordasse serenamente cosa successe qui in Italia prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale. E come ancora oggi ne paghiamo le conseguenze. Nel bene e nel male. Cordialità.
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Noi nn sappiamo cosa pensavano gli ucraini e cosa pensano oggi della guerra, Zele era stato eletto con grandissime percentuali dai cittadini del donbass perchè aveva promesso che avrebbe aggiustato la situazione, e lo fece pure in lingua russa, non una sola voce oggi filtra sotto la minaccia della pena capitale in tutta la nazione. La russia di oggi non è il soviet, lo dicono gli italiani che vi vivono e scelgono di viverci, ma in 30 anni di autonomia l’ucraina campa ancora con le industrie e le infrastrutture lasciate dai sovietici, da sola non è stata capace di fare niente, oltre a quello che vediamo. Infine , una constatazione sul reale, quanti russi sono in Italia a fare da badanti e inservienti? e quanti ucraini invece? Ecco, un motivo ci sarà
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Gli ucraini in fuga che che se ne dica hanno scelto la Russia nel maggior numero dei casi, soprattutto tra persone istruite, essendo un numero superiore agli otto 8 milioni,
Che ognuno tragga le sue conclusioni
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Gentile Carmen, ovviamente rispetto il suo pensiero. Personalmente preferisco vivere nella nostra pur malata pseudodemocrazia made USA (di cui penso ogni male possibile), piuttosto che in quella Russa a trazione putiniana ( e precedenti, dove nei paesi ex sovietici non mi sembra di ricordare che prosperasse la libertà e la democrazia). Cordialità.
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Incredibile come uno paragoni la vecchia URSS con l’attuale Russia, il vero problema del vivere in Russia è il freddo, un freddo che ti entra nelle ossa e non la gente ne la politica che oggi come oggi è molto migliore che in itagglia,
Se non fosse per il clima io ci vivrei e bene,
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Infatti, la russia non è più quella sovietica, è un sistema misto, per metà capitalistico sostenuto anche dallo stato, (sono stati appena varati finanziamenti per chi volesse intraprendere una attività imprenditoriale), la russia è semi-occidentalizzata nelle città ma resistente nelle aree periferiche, con una scala di valori e una identità che vogliono mantenere; segnalo che la russia se ne stava a casa sua, con otttimi rapporti commerciali e culturali con l’europa, cosa c’era che non andava? la russia che non si omologa e non si sottomette è un pericolo, soprattutto con il dollaro in caduta libera, perchè aggrega l’altra parte del mondo che si sta opponendo con i brics, è per questo che stiamo facendo la guerra, e quello che sta venendo fuori di questa democrazia non promette nulla di buono in termini di prosperità e nemmno di civiltà
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Gentile Cagliostro, interpreta male ciò che è il mio personale pensiero e me ne scuso. Una lettura più attenta le farà notare che io non faccio nessun paragone tra Russia attuale ed ex unione sovietica. Cordialità.
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Alla Russia non interessa assorbire tutta l’Ucraina. (io, per logica, non mi terrei serpi in seno come gli ucronazi nella madre 🇷🇺 )
I sogni bagnati ce li hanno i polacchi e forse qualche paese del baltico: riprendersi ciò che gli era stato tolto nel secolo scorso.
Di 🇺🇦 rimarrebbe Kiev e dintorni
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“E ora, incollati sul tapis roulant teleguidato dalla Casa Bianca”. Di grazia, Travaglio, quando mai non siamo stati incollati alla Casa Bianca? Chiedo per un amico.
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Travaglio, per sua stessa ammissione, di politica estera ci ha sempre capito poco (e si vede pure, invece si vede meno perché insiste a volersene occupare, avendo anche assunto degli ottimi professionisti all’uopo).
Il risultato è che in teoria avrebbe ragione da vendere, ma in pratica la fa fin troppo facile, molto furbescamente peraltro, dato che è impensabile ritenerlo talmente ingenuo da credere che un eventuale voltafaccia nostrano agli Usa, per quanto apparentemente conveniente e molto ben motivato (almeno dal nostro punto di vista), sarebbe totalmente privo di ulteriori implicazioni.
Non è che basti rispondere “no, grazie, noi non vogliamo più saperne di armi e sanzioni”, e sperare che la cosa finisca lì.
Ci sarebbero comunque delle conseguenze, che possiamo anche chiamare ritorsioni per rimarcare la protervia del nostro ingombrante alleato-padrone, ma che finiremmo ugualmente per pagare tutti, quasi certamente ad un prezzo più alto di quello che stiamo già pagando ora (inutile dilungarsi con l’elenco quasi infinito delle possibili ripicche che potremmo subire per mano americana).
Per cui Travaglio ha un bel dire, ma intanto non è affatto sicuro che ne varrebbe la pena, e poi chi mai sarebbe in grado di prendersi una simile responsabilità? In Italia, certamente nessuno.
Pertanto, continuare a lagnarsi di questa situazione è utile come lamentarsi della pioggia: anche se si hanno tutte le ragioni per farlo, seguitare a brontolare potrà magari servire ad appagare il nostro ego, ma di sicuro non ci farà bagnare di meno.
L’unica possibilità di negoziare delle condizioni migliori nel complicato rapporto con gli Usa sarebbe quella di avere un’Europa che si presentasse finalmente unita e compatta, come un unico soggetto con cui trattare (un po’ come è avvenuto con la trattativa per l’acquisto dei vaccini durante la pandemia). Ma fino ad allora, campa cavallo.
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Torniamo sempre là, i voti la ex baby sitter li ha presi col sovranismo sbandierato a destra e a manca e ora ecco il risultato , zerbino degli ideali.
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iuesei.
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Tutto il tuo scrivere si può riassumere in: CODARDIA, SERVILISMO
persino la piccola CROAZIA dice basta alle armi, per non parlare dell’UNGHERIA,
che dire invece di una potenza regionale quale è la TURCHIA?
insomma il timore per la reazione avversa degli USA suscita più paura di un coinvolgimento diretto in guerra?
Abbiamo diritto di sapere cosa veramente vogliono gli USA!
Un altro Afghanistan in salsa europea e fare la fine dell’agosto 2021? Già dimenticato tutto?
Cosa abbiamo ottenuto dopo morti inutili (ancora più schifo) e miliardi buttati?
Per non parlare delle attuali conseguenze economiche, sociali e politiche dell’attuale situazione.
Non abbiamo già pagato abbastanza?
In questo caso devo dare ragione a Gatto, sei un ipocrita che si atteggia ad alternativo.
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👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏
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Gentile Adriano, premetto che a me ogni guerra fa schifo, gli USA e l’Europa (per cosa è diventata, se mai sia esistita) mi fanno ancora più schifo, ma ha idea cosa accadrebbe se domani dicessimo no all’invio delle armi? Visto che di fatto non abbiamo alcuna sovranità politica ed economica, lo spread balzerebbe a 700, falliremo visto il nostro debito pubblico, niente più pensioni, niente più stipendi, blocco dei conti correnti, file chilometriche per fare la spesa con razionamento dei generi alimentari e così via dicendo modello Argentina e Grecia. Siamo disposti e possiamo permetterci di rinunciare a tutto quello che abbiamo? La soluzione più razionale (come sostiene anche Travaglio) secondo me sarebbe di indire regolare (e sottolineo regolare) referendum nelle zone occupate dai russi e accettare il responso. Ma si sa, come nel film di Sordi, finché c’è guerra c’è speranza. Con tutti i suoi sporchi interessi. Cordialità.
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questi sono TUE elucrubazioni e di quelli che sostengono qualsiasi cosa facciano gli IUESEI dal 1945 in poi.
Quando la Spagna si ritirò dall’IRAQ nel 2004 è fallita per caso?
Zapatero lo disse in campagna elettorale e mantenne fede alla promessa!!
Questa è la differenza tra un hombre vertical e i quaquaraquà.
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Ehm, alcuni servili codardi (e anche un po’ infingardi) sostengono che la Spagna intanto non ha preso parte alla seconda guerra mondiale (dunque non è stata liberata da nessuno, a differenza di altri), beneficiando solo in misura minima degli aiuti del piano Marshall, e pagando tutto ciò con una condizione di arretratezza spaventosa, che chiunque sia stato in Spagna fino ancora agli anni ’80 ben ricorda.
Zapatero ha sì ritirato le truppe spagnole dall’IRAQ, come promesso in una campagna elettorale dove era dato come perdente fino agli attentati ai treni (tre giorni prima del voto), però poi ha continuato a sostenere la missione militare in AFGHANISTAN, e seguito ha partecipato a quella in LIBIA.
¡Vertical como el cinghial!
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Adriano 58
Oggi stai superando te stesso
👍✌️👍✌️👍
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Gentile Adriano, le mie elucubrazioni valgono quanto le sue. Nel pieno rispetto, per chi lo conosce e lo sa applicare. Cordialità.
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elucubrazione: NON E’ UN’ OFFESA
hai la coda di paglia o non ne conosci il significato
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Il presidente bulgaro Rumen Radev si è opposto alla fornitura di armi all’Ucraina, dicendo che ciò equivale a “cercare di spegnere il fuoco con la benzina”. Lo ha detto in un’intervista a Darik Radio. “Chi non è d’accordo con questa posizione dovrebbe non solo studiare bene le radici storiche del conflitto, ma anche condurre un’analisi di tutti i rischi. Questa è un’escalation fino all’esaurimento non solo dell’Ucraina ma anche dell’Europa”, ha detto Radev”
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Gentile Adriano, mi spiace che fraintenda continuamente i miei pensieri. Me ne scuso. Cordialità.
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Come ti pare, io li chiamo PRAGMATICITA’ e REALISMO.
Io aspetterei un po’ prima di dire che tutto ciò sarà scevro da conseguenze, comunque la CROAZIA è troppo piccola per poter fornire un apporto significativo, e quanto ad Orban le sue mosse, più che un desiderio di emancipazione, sembrano suggerire una voglia di ritorno col vecchio blocco. Vedremo se (e soprattutto a che prezzo) glielo lasceranno fare.
Ad esempio, si potrebbe dire che la TURCHIA è sì una potenza solo a livello regionale, ma si dà il caso che la regione in questione non sia proprio secondaria in questa crisi (e non solo), dunque hanno il coltello dalla parte del manico.
Il mio non è timore, ma consapevolezza che certe scelte non solo non sono gratis, ma rischiano perfino di essere più care.
Tutto qua.
Infatti lo sappiamo, quello che vogliono è oltremodo lapalissiano.
Sempre meglio di un allargamento del conflitto o di una guerra mondiale.
Abbiamo ottenuto il petrolio che non abbiamo.
Fanno sempre parte del prezzo da pagare: fossero solo quelle, a questo giro ci ha detto bene.
Purtroppo non è prevista una data di scadenza. Però possiamo sempre ribellarci, e pazienza se questo rischia di portare più sofferenze di quante ne allevierebbe. Ancora non mi è chiaro chi si dovrebbe prendere questa responsabilità.
Lo trovo molto appropriato: anche lui è avvezzo a spostare il discorso sul personale, specialmente quando non c’entra niente.
Spero che in futuro possiate anche condividere la preferenza elettorale: a memoria, il felide si era dichiarato un Italiano Sovrano e Popolare (l’unica formazione politica favorevola all’uscita dalla Nato, inopinatamente trombata dallo sbarramento).
Almeno questo risolve la mia precedente perplessità: l’ariete su cui puntare per vedere realizzate le vostre speranze sarà Marco Rizzo, non credo serva aggiungere altro (se non buona fortuna ad entrambi).
Chi va con lo zoppo…
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ma piantala
con la tua falsa retorica manipolazione dei fatti
es: abbiamo ottenuto PETROLIO… da chi???????
non certo dagli IUESEI, che lo strizzano fuori dalla rocce di sisto e che fa schifo come qualità.
tu giustifichi fino al parossismo la VIGLIACCHERIA dei nostri governanti
fino a dimenticare di quale nazione fanno parte.
invece di fare accordi nell’assoluta segretezza
perchè non dicono chiaramente quale sono i termini?
Come per il bombardamento della LIBIA
non potevamo fare niente perchè sono troppo sovverchianti, ma almeno NON ESSERE COMPLICI
Se ci chiederanno di mandare soldati in Ucraina in nome “della sorellanza” o di altra caxxata inventata di sana pianta (come hanno fatto DAL 45 IN POI), che fai? accetti e ti arruoli prontamente?
Ripeto: sotto il tuo nick c’è un conservatore, reazionario, tradizionalista che si spaccia per alternativo.
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A me invece sembra che la tua visione della politica internazionale sia molto simile a quella di un film di Hollywood, con l’eroe che si oppone all’impero del male, e alla fine la spunta.
La verità è che in Afghanistan siamo andati a difendere degli oleodotti: è stata una delle tante porcherie made in Usa della storia recente.
Che credevi, che fossimo andati ad esportare la democrazia?
Certo è una bella consolazione quella di non essere complici, quando le cose non sarebbero comunque cambiate di un millimetro, vale proprio la pena correre dei rischi così, tanto per la gloria (di chi se ne intesta il merito).
Immagino quanto sarà importato agli iracheni, quando la Spagna ha ritirato le sue truppe (ammesso che se ne siano accorti), per non dire della soddisfazione dei libici, nell’apprendere che tanto non potevamo farci niente.
Se e quando ci verrà fatta una richiesta simile dall’Ucraina (ma io non credo) se ne potranno valutare i termini, ma non ho problemi a dirti che assecondarla, molto probabilmente sarà ancora la scelta meno svantaggiosa, almeno per quanto riguarda l’Italia.
Io non giustifico niente, mi limito ad osservare come funziona il mondo, e giudico le cose per quello che sono, non da chi è a farle (quantomeno ci provo).
E non mi sono mai spacciato per nessuno, sono solo uno qualunque che dice ciò che pensa.
Se vedi della malizia o dei tentativi di giustificazione in quello che scrivo, la colpa è solo delle tue pregiudizievoli lenti a contatto (e da oggi, anche delle cattive compagnie che frequenti), per il resto sei libero di giudicarmi come ti pare, non mi offendo mica.
Al massimo posso farti notare quello che il senso di ciò che dico non cambierebbe neppure se io fossi Belzebù in persona che abusa di un feto mentre rutta e si scaccola.
Un saluto anche ad un sicuro spettatore, che sarà lì con le antenne all’insù come il Telegattone.
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Sei un narcisista patologico, che ti dedichi al sproloquio manipolatorio.
ESEMPIO:
“La verità è che in Afghanistan siamo andati a difendere degli oleodotti”
FAMMI UN DISEGNINO DOVE SONO GLI OLEODOTTI O GASDOTTI IN AFGHANISTAN
per non parlare del resto, tutto quello che scrivi è manipolario, inserisci alcuni fatti veri, con conlusioni assolutamente opinabili torcendo la realtà dei fatti.
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Dico anche le parolacce, mi drogo e faccio cose di cui non vado fiero, ma cosa c’entra questo con quello che ho detto?
Magari avrò semplificato un po’ troppo, ma ti faccio notare che i corridoi energetici che si possono difendere non sono solamente quelli già esistenti.
Eccoti un riassunto abbastanza esaustivo, fatto in tempi non sospetti, dei motivi che ci hanno portati in Afghanistan (c’è anche il disegnino): http://www.fondazionecdf.it/index.php?module=site&method=article&id=3141
Se ti fa sentire meglio, la cosa si può anche riassumere così: in Afghanistan siamo andati per compiacere gli americani e aiutarli a fare i loro sporchi interessi, in cambio di qualche strapuntino.
La cosa ti scandalizza? Sono appena ottant’anni che lo facciamo: benvenuto al mondo.
O magari sogni che l’Italia possa giocare un ruolo di primo piano tra le grandi potenze mondiali, e decidere autonomamente la propria politica estera?
Ti faccio i migliori auguri perché si realizzi, io non conto di vivere così a lungo.
Se trovi le mie conclusioni opinabili, opinale, se invece preferisci unirti alla compagnia dell’insulto, accomodati: posto ce n’è ancora parecchio, ma sappi che i giudizi personali tra persone che non si conoscono non possono far altro che scivolarmi.
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e in 20anni i paesi della NATO (IUESEI) non sono riusciti a ricondurre delle tribù alla LORO ragione e per di più sono venuti meno i corridoi energetici da difendere,
‘az che bravi strateghi che sono.
La verità è che dal ’91 l’Italia poteva benissimo emanciparsi, ma per viltà e comodità dei nostri politici non è stato fatto, hanno preferito demandare ancora ed affidarsi al GRANDE FRATELLO ‘MERICANO, perfino un ex comunista ha bombardato degli ex compagni comunisti per compiacere il padrone.
La reatà è che per vigliaccheria e quieto vivere si preferisce sostenere che non ci sono alternative.
Non tutti i paesi NATO hanno partecipato a tutte le avventure degli IUESEI, hanno detto dei NO, noi non abbiamo manco tentato.
Come in questa situazione, DRAGHI si è precipitato a dimostrare la sua fedeltà di servo, gli attuali pensano di ottenere prestigio presso Washington e, neanche tanto nascosto, buone percentuali di commessione sulle forniture.
La tua argomentazione: E’ COSI’ FATEVENE UNA RAGIONE!!!
è DA VIGLIACCHI SERVITORI IPOCRITI che da sempre usano l’alibi dell’esito della guerra del ’45, per non ammetterlo.
Pur di servire sono capaci di ripudiare la propria madre.
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Aspetta un attimo, chi è che doveva emanciparci dagli americani, nel 1991? Il governo Craxi?
Cribbio, la prossima volta avverti: mi hai fatto quasi cascare dalla sedia, ho le convulsioni dalle risate.
Sai che bella soddisfazione avergli detto di NO una volta (Guccini direbbe “che gloria da stronzi”), quando grazie ai suddetti NO nulla è cambiato di un millimetro (noi il nostro momento di gloria l’abbiamo avuto a Sigonella, con lo stesso esito).
E’ un po’ come litigare col cassiere per poi andare al bar a vantarsi di avergliene cantate quattro alla banca.
Quello della guerra non è un semplice alibi, dal loro punto di vista gli americani hanno fatto un investimento: pensare che ci rinuncino, così, gratis, non è solo da ingenui, ma da fessi.
Vigliacchi servitori ipocriti tremendi maledetti (ad abundantiam) è sempre meglio che fessi.
Però possiamo sempre fare un’altra guerra: magari cercando di vincerla questa volta, e possibilmente senza l’aiuto di nessuno. Ci pensa Rizzo.
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per massima aspirazione c’è chi desidera avere un guinzaglio
e cerca disperatamente la mano del padrone che lo guidi.
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E questo è niente: c’è chi sogna di toglierselo, ma senza non durerebbe tre giorni.
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come le persone come te, che amano lo status quo, convinti pervicacemente che niente possa cambiare, o è solo conformismo?
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Come milioni di nostri connazionali, non necessariamente come me, ai quali non farei mai correre il rischio di pagare un prezzo, in termini di disagi e sofferenze, che rischia di essere anche molto elevato, solo per una misera questione d’orgoglio.
Io non penso che niente possa cambiare, penso che la nostra politica estera la decidono gli americani, e noi non possiamo farci niente tranne che pagarne il conto (che personalmente non trovo particolarmente salato), e che se e quando questa cosa dovrà mai cambiare, sarà una tragedia epocale che sicuramente non avverrà per volontà né su iniziativa italiana.
Però gli americani non ci obbligano anche ad avere tre regioni governate dalla criminalità, e neanche ad avere la corruzione e l’evasione più alte d’Occidente, e nemmeno a convivere con tutta una serie di altri problemi il cui elenco rasenta l’infinito, di cui questi che ho fatto non sono che dei meri esempi.
Siccome per queste ed altre questioni (che impattano sulla vita quotidiana di tutti, molto più della politica estera) il margine di manovra ce l’abbiamo, come dimostrato dall’ascesa pentastellata dell’ultimo decennio, se devo scaldarmi per qualcosa preferisco farlo per cose possibili invece che impossibili: tutto qua.
Dopodiché, se ti piacciono tanto le etichette, tu chiamalo pure come ti pare.
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Altro?
perchè non partiamo dal risorgimento?
Ricordo che tutto è partito nel dare armi a uno dei due belligeranti, vietata dalla nostra Costituzione solo perchè VOGLIAMO essere più realisti del re, e fare la cresta sulle forniture.
Al contrario di altri paesi che pubblicano tutto e altri che si rifiutano di sottostare alle richieste, noi secretiamo la lista della spesa, senza chiedere neanche una contropartita diplomatica, ma noi siamo fedeli , anzi ci danno così tanto per scontati che si “dimenticano” di invitarci alle riunioni decisionali.
Tanto noi scodinzoliamo comunque.
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”Come ti pare, io li chiamo PRAGMATICITA’ e REALISMO.”
Ma non hai mai la sensazione di avere uno sfintere troppo slabbrato, J.D.?
Sembri paro paro a quel J.D. che difendeva Di Maio a spada tratta, qualsiasi cosa decidesse.
A proposito, quando è che parti per il Donbass?
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Per slabbrato che possa essere, basta pensare al tuo per consolarsi alla grande.
Tu invece sembri paro paro a quel mentecatto che giusto ieri millantava l’esistenza di reati d’opinione in Italia.
Partirò con la macchina ad acqua appena sarà pronta, quindi magno tranquillo.
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Travaglio: ineccepibile editoriale…!!!!
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Secondo me questo articolo vuole essere una tirata d’orecchie ad un certo leader dell’opposizione che ha fatto dell’atlantismo senza se e senza ma il suo cavallo di battaglia,
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Riflessione giusta ma non proprio una tirata d’orecchie, Travaglio ha investito tutto sul Movimento, quindi su Conte, per il quale parlare di sovranismo è una eresia, una bestemmia, intanto Travaglio comincia a parlarne con la scusa di criticare la premier. Il sovranismo tornerà di moda, ne parlerà ancora perchè sarà sempre più chiaro il cul de sac in cui ci siamo infilati, anche come europa, territorio di caccia degli Usa e suo, ormai unico, mercato per il futuro.
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L’unica forza per controbattere l’elites nei paesi occidentali che manovrano queste guerre o anticipazioni di guerre, è l’opinione pubblica. Bene fa Travaglio a scrivere esplicitamente questi concetti. Dovrebbero fare la raccolta firme per questo… e servono altre idee e partecipazione di tutti per convincere gli europei a dire stop agli armamenti e a mettersi in gioco mobilitandosi.
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“Biden e Blinken non si rendono conto che il rapporto con la Russia è rotto. Le tattiche diplomatiche tradizionali non si applicano più. La Russia ha appreso, con suo dispiacere, che non ci si può più fidare degli accordi con l’Occidente. Grazie a Macron e Merkle, Putin ha appreso che Minsk I e Minsk II erano finte per guadagnare tempo. Poi c’è il discorso intemperante di Baerbock in Germania, che ha detto che l’Europa è in guerra con la Russia, e un paio di legislatori polacchi che hanno parlato apertamente di saccheggiare la Russia e di distruggerla. Saresti disposto a intrattenere un accordo con persone che fanno questo tipo di minacce palesi?”
A tutto ciò aggiungiamoci le marionette che compongono i vari governi europei, e soprattutto il nostro, che ha a capo una sovraniste de noiartri che si è trasformata in un atlantista più atlantista di rimbambidet seguita da tutti i partiti al governo che quelli all’opposizione,
Auguri itagglia ma la vedo dura
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Secondo me questo articolo vuole essere una tirata d’orecchie ad un certo leader dell’opposizione che ha fatto dell’atlantismo senza se e senza mà il suo cavallo di battaglia,
Caro MT penso che sarebbe opportuno scegliersi un altro leader più pragmatico e meno manovrabile
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Gli slogan sono teoria.. la messa in pratica specialmente in questi frangenti, quasi impossibile.. quando non si è potenzialmente indipendenti ma vincolati da accordi e facenti parte di una comunità, in questo caso l’Europa, gli slogan vanno a farsi benedire e l’appecoramento è d’obbligo purtroppo!! Grande lezione di vita per una sovranista tutta d’un pezzo che si sta rimangiando ogni parola!! La pacchia è finita soprattutto per lei che ora ha finalmente e giustamente capito, cosa significa governare.. il presidente Conte un gigante a confronto sotto tutti i punti di vista!!
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Un gigante tra nani non è un gigante ma uno con un cm in più d’altezza che non lo porta tra i grandi.
Leggere post di Adriano58
Molto istruttivo e condivisibile
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Ho detto a confronto Alessandro!!
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Giuseppe Conte:
“IL GOVERNO “NEORETORICO”
Giorgia Meloni: “Non ci rassegniamo all’idea che ci siano territori e servizi di serie A e B. Una sola Italia con servizi e diritti uguali per tutti”. La Premier forse si è distratta e non si è accorta che il suo Governo sta lavorando già da settimane a un progetto per spaccare il Paese in due e a questo proposito ha già costruito con la legge di bilancio una corsia preferenziale per semplificare questo percorso normativo. Senza contare che da giorni si parla addirittura di aumentare gli stipendi solo di una parte degli insegnanti in base al territorio in cui lavorano.
Questo Governo sembra sposare l’indirizzo “neoretorico”, la corrente filosofica che andava in voga alcuni decenni or sono, i cui più brillanti esponenti arrivarono ad abbracciare anche le più evidenti contraddizioni, senza nessun imbarazzo e senza neppure scomporsi.
Se invece non si tratta dell’ennesima presa in giro di questo Esecutivo e Meloni ha improvvisamente cambiato idea rispetto alla scellerata riforma sull’autonomia del suo esecutivo ne siamo contenti.
Fra le tantissime giravolte che ha fatto in tre mesi questa sarebbe una delle migliori retromarce nell’interesse dell’Italia intera.”
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Tutto dipende dalla Germania. Se vuole rinunciare del tutto allo sbocco commerciale con la Cina (grazie al quale otteneva un eccezionale avanzo commerciale che, intrecciato con la moneta unica, le permetteva di farla da padrona in Ue); e con la Russia che le consentiva di usare il metanodotto Gazprom sul quale ha tanto investito… beh, se vuole rinunciare a tutto questo ben di Dio… faccia pure, ognuno è libero di scegliere di suicidarsi come e quando vuole. In realtà dietro le dimissioni della ministra tedesca della difesa che ha osteggiato l’invio dei Leopard2 a quell’invasato in maglietta verde, c’era proprio il progetto di ritornare ai fasti economici pre-guerra. E non può pretendere di giganteggiare in Europa come prima in un contesto di alta inflazione e di prossima recessione. Ormai non c’è più trippa per nessun gatto!
Insomma: o l’Europa si dà un colpo di reni per fare marameo a Biden oppuramente il declino è assicurato, e tutto a favore degli Usa che intanto ingrassano vendendoci il gas liquido a un prezzo esorbitante.
Come andrà a finire?? Con la desertificazione dell’Ucraina senza più alcuna ricostruzione! Augh, ho detto!
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Giuseppe Conte:
“Coerenza e coraggio. Sono le due parole mancanti nell’agenda Meloni dopo appena 100 giorni dall’insediamento.
Governare non è facile, certo, ma se ripenso all’inizio della mia prima esperienza a Palazzo Chigi mi torna in mente la grande volontà di cambiare le cose, rimuovere le incrostazioni, rispettare gli impegni presi con i cittadini: erano i giorni di Reddito di cittadinanza, dello Spazzacorrotti, del Decreto dignità per contrastare il precariato, del confronto a testa alta in Europa per dire basta all’austerità. Qui invece la tradizionale luna di miele dei primi giorni è finita ancor prima di iniziare: le promesse fatte in campagna elettorale da Giorgia Meloni si sono disciolte come neve al sole. L’aumento delle pensioni si è trasformato in un taglio delle rivalutazioni degli assegni pensionistici per il ceto medio; le carezze al settore edile in un taglio al Superbonus; il blocco navale in un record di sbarchi rispetto agli anni precedenti; il taglio delle accise sulla benzina in un taglio agli aiuti ai cittadini sul caro-vita; il no alle trivelle un sì convinto nel giro di una settimana. Dallo slogan “con noi la pacchia è finita per l’Europa” si è passati, come nulla fosse, agli applausi alla Meloni da parte dei falchi europei dell’austerità, quegli stessi falchi che lei fino a un attimo prima di formare il governo attaccava.
Allo stesso modo non c’è traccia dei “1000 euro con un click” promessi in pandemia da Meloni che oggi invece usa il pugno duro contro chi è in difficoltà e contro oltre 600mila cittadini ‘colpevoli’ di aver perso il lavoro. In questi primi 100 giorni sorridono in pochi: i dirigenti dei club di serie A che possono spalmare i loro debiti; evasori, corrotti e corruttori che potranno andare in giro con 5mila euro in contanti; i colletti bianchi che si sono piegati al malaffare, fra scarcerazioni e benefici penitenziari.
Non sorride invece l’Italia in Europa, che su guerra e energia non tocca palla a Bruxelles e recita la parte del comprimario, dello yes man che non cambia segno alla storia, sul negoziato di pace e su interventi massici per l’emergenza economica a favore di famiglie e imprese. Così si tradiscono sia gli elettori che l’interesse nazionale.”
Uno dei commenti:
” Giorgio Fede
100 giorni di uno schiacciante confronto con il tuo governo, Giuseppe Conte.
Altro che luna di miele…100 tradimenti in 100 giorni. “
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Il peggior politico mente sapendo di mentire sfacciatamente contro ogni ragione per difendere la sua ipocrisia basata sul niente visto che continua a sostenere la sua fede atlantista ma proponendosi come mediatore, mediatore de che, dal momento che il padrone non ne vuol sapere.
Lavrov.
La Russia è pronta ad ascoltare qualsiasi proposta seria volta a risolvere la situazione attuale nel suo contesto globale”.
“Abbiamo ricevuto un altro messaggio che il ministro degli Esteri egiziano ci ha consegnato secondo cui la Russia dovrebbe fermarsi, che la Russia dovrebbe dimettersi, e poi andrà tutto bene”, ha proseguito Lavrov, aggiungendo che allo stesso tempo “Blinken omesso qualcosa”.
“L’altra parte del messaggio, che mostra il vero interesse degli Stati Uniti e dell’Occidente, è stata dichiarata dal segretario generale della NATO Mr. [Jens] Stoltenberg, quando ieri si trovava nella Repubblica di Corea”, ha osservato Lavrov. “Ha detto in uno dei suoi discorsi che la Russia deve perdere, deve essere sconfitta, e che l’Occidente non può permettersi di far perdere l’Ucraina, perché in tal caso, ha sostenuto, l’Occidente perderà e il mondo intero perderà”. Stoltenberg, come ha sottolineato Lavrov, “
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Un’occhiata alle basi militari US e NATO chiarirebbe il subito l’atteggiamento tedesco. E anche il nostro.
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Le basi sul territorio tedesco, intendo, ovviamente: è il contingente più numeroso in assoluto.
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