
(Massimo Gramellini – corriere.it) – L’annuncio che il buco dell’ozono si sta chiudendo ha riportato a galla i miei vent’anni, quando il buco dell’ozono era la paura del momento. Ricordo un articolo che spiegava in modo inesorabile come il futuro ci avrebbe riservato l’aumento delle malattie della pelle e l’estinzione dei poveri coccodrilli. Perciò la meraviglia di questa notizia è duplice: mentre si ricompatta il manto dell’ozono, si strappa finalmente quello della rassegnazione che ci ha avvolto negli ultimi tempi. Non è vero che qualunque sforzo sia inutile e qualunque esito casuale, né che la vita assomigli a un treno senza guidatore lanciato a fari spenti nella notte. Allora le aziende produttrici rinunciarono subito ai famigerati clorofluorocarburi, capaci di bucare lo strato di ozono che si interpone tra noi e i raggi del sole, e a distanza di quarant’anni quella scelta ha dispiegato i suoi benefici effetti. Quindi non solo è possibile cambiare, ma cambiare serve davvero a qualcosa.
A una condizione, però. Il protocollo di Montreal del 1987, sottoscritto da quasi tutte le nazioni del pianeta, non si limitò a mettere al bando le sostanze chimiche dannose, ma concesse all’Onu gli strumenti per controllare il rispetto dell’accordo e sanzionare i trasgressori. La prossima volta che qualcuno mi dirà che non si può fare più nulla per fermare la catastrofe ambientale in corso, gli risponderò: forse si potrebbe copiare quel che si fece allora.
Categorie:Ambiente, Cronaca, Editoriali, Interno, Politica
quando non sputtani gratuitamente il m5s (uahh uahaa ahahh)
sei quasi simpatico
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Che sia dovuto ai due anni di COVID che hanno portato un po’ di pace al pianeta?
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Direi che sono tre…
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Direi che adesso col Kraken (ahahah) possiamo benissimo menarcela per altri tre.
Aspettando con ansia la variante Jolly Boy, la peggiore, potete star tranquilli: nessuno oserà negare l’evidente gravità emergenziale fino alla Parusia, l’unica che potrà liberarci una volta per tutte da queste idi0zie.
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Prima di esultare ( teleguidati) occorre come al solito studiarci un po’ sopra. Come al solito le cose – per quanto ne sappiamo, e lo sottolineo: la scienza procede per tentativi ed errori, soprattutto quando fa “previsioni” in sistemi caotici, anche se ci abbiamo vinto un Nobel… – sono molto più complesse. Non ho trovato spiegazioni pregevoli nè posso “linkare” ciò che non trovo in Rete. Quindi ” meglio che niente” è questo:
https://www.ingv.it/it/newsletter-ingv-n-7-settembre-2020-anno-xiv/il-buco-nello-strato-di-ozono-antologia-di-un-fenomeno-diventato-leggenda
https://ingvambiente.com/2019/03/21/il-buco-nello-strato-di-ozono-e-ancora-in-splendida-forma/
Ma a noi “boccaloni” piacciono le spiegazioni semplici a problemi complessi: poca fatica…
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