(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – A Maurizio Molinari, direttore di Repubblica.
Caro Direttore, mi consenta di felicitarmi per la svolta da Lei impressa a Repubblica, un tempo mia bestia nera e ultimamente docile agnellino. Del resto mi avevano sempre parlato bene di lei i miei amici de L’Opinione e de Il Tempo e i miei ex dipendenti de Il Foglio e di Panorama che L’hanno avuta in passato come valente collaboratore. Colgo l’occasione per rivolgere a Lei, ma soprattutto alle firme superstiti dell’ex organo del giustizialismo antiberlusconiano, le mie “10 domande a Repubblica”, sullo stile delle “10 domande di Repubblica” che, nella stagione della nostra più aspra contrapposizione fortunatamente archiviata, la vostra testata indirizzò proditoriamente al sottoscritto.
1. Ieri ho molto apprezzato il Suo editoriale “Perché votare No al referendum”: con tutti i posti che ho promesso in giro per ricomprarmi i forzisti in fuga verso Salvini e Meloni, ci manca soltanto che ora me ne sparisca un terzo. Purtroppo quei panciafichisti di Sallusti e Feltri, diversamente da lei e dal direttore de l’Espresso Marco Damilano, non osano battersi per il No per paura di perdere lettori: gliela farebbe una telefonatina per convincermeli?
2. Sempre ieri ho ritagliato il commento di Marco Bentivogli, che ha esordito sul Suo giornale e, tra parentesi, è il mio sindacalista preferito. Geniale l’idea di scatenare contro Conte “Il tridente della speranza” Mattarella-Draghi-Cartabia, molto più divertente del trio Lopez-Marchesini-Solenghi e più intonato del Trio Lescano. Che ne dice di aggiungermi alla compagnia, visto che col Quartetto (H)ar(d)core non ce ne sarebbe più per nessuno?
3. La ringrazio vivamente per lo spazio che riserva a Stefano Folli, mio antico estimatore dai tempi del Sole24 ore e del Corriere, e a Stefano Cappellini, di cui già adoravo le filippiche su Riformista e Messaggero contro i pm politicizzati: i loro quotidiani annunci sulla caduta di Conte mi fanno ben sperare in un lucroso ritorno al passato. Non potrebbe mettermeli sempre in prima pagina?
4. Standing ovation per gli acquisti nelle pagine economiche di due miei vecchi fan: Oscar Giannino e Giancarlo Mazzuca, che fu pure mio deputato. Ma lo sa che, da quando ho lasciato Palazzo Grazioli, mi sento a casa solo quando leggo Repubblica?
5. Ottimo anche l’ingaggio come editorialista di Domenico Siniscalco, che era il mio ministro dell’Economia quando Repubblica mi chiamava Caimano, Egoarca e Satiro minorile in combutta con le toghe rosse e con mia moglie. Ora non vorrei intromettermi, ma se Lei volesse allargare il parterre de roi avrei in serbo altre grandi firme di sicuro successo.
Può servire un Tremonti? Può essere utile un Brunetta, peraltro appena definito “una risorsa” dal vostro Merlo? Serve un esperto di scuola come la Gelmini, che sa il fatto suo anche su tunnel e neutrini? E Gasparri, che è pure giornalista? Può far comodo un’igienista dentale? Basta chiedere, a disposizione.
6. Noto con orgoglio che alla fine, dopo lunghe e assurde battaglie ideologiche veterosinistresi in nome dell’ambiente e dell’antimafia, siete arrivati anche voi a sostenere il ponte sullo Stretto di Messina con i meravigliosi articoli di Francesco Merlo e Sebastiano Messina (nomen, omen). Se non erro l’amico Lunardi, quello che voleva convivere con la mafia e infatti andava molto d’accordo con Dell’Utri, dev’essere ancora vivo. Viene via per poco: vi serve mica un esperto di trasporti e convivenze?
7. Noto con piacere che avete riposto in soffitta gli altri vostri cavalli di battaglia: i miei presunti conflitti d’interessi, la mia presunta iscrizione alla P2, il mio presunto stalliere Mangano, i presunti Previti e Dell’Utri, i miei presunti finanziamenti alla presunta mafia, le mie presunte corruzioni di senatori, premier, giudici, testimoni, finanzieri e minorenni, i miei presunti falsi in bilancio, le mie presunte frodi fiscali, le mie presunte prescrizioni, la mia presunta condanna, i miei presunti processi in corso. Che infatti non sono mai esistiti. Ora non vorrei osare troppo, ma perché non ripetete con me: “Ruby era la nipote di Mubarak”? È tanto liberatorio!
8. Ho letto con soddisfazione l’intervista a Tpi di una delle vostre firme di punta, Francesco Merlo, il quale dice che io sono quel che sono, ma definisce Forza Italia “meglio dei 5Stelle” e il M5S “forza non democratica”. E auspica “un nuovo governo, con un nuovo presidente del Consiglio” che “in Forza Italia potrebbe trovare alcune delle persone più degne” e “tante persone perbene”. È quel che dico anch’io da 25 anni, ma non è meraviglioso che ora lo diciate anche voi?
9. Siccome già Scalfari confessò “Tra Berlusconi e Di Maio voterei Berlusconi” e De Benedetti ha appena dichiarato “Pur di cacciare Conte mi va bene un governo Pd-Berlusconi”, che senso ha disperdere tante energie in una miriade di giornali concorrenti che dicono tutti le stesse cose? Voi, grazie ai lungimiranti Elkann, avete già fuso Stampa e Repubblica in Stampubblica: se convinco Sallusti e l’Ingegnere, che ne dite di fare un ultimo passo dando vita a Il Giornale di Stampubblica del Domani?
10. Si offenderebbe, Direttore, se a questa mia facessi seguire una tessera gold di Forza Italia?
Devotamente suo, Silvio Berlusconi.
Molinari, una firma che è una garanzia per i futuri spernacchiamenti…
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Un dissacratore impenitente. L’eccezionale memoria storica gli consente analisi lucide, magistralmente arricchite da un’ironia feroce ma sempre elegante.
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Amen.
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Del Tempo quelli di Repubblica dissero “Un giornale in vendita ogni giorno, e non solo in edicola”. Ed ora, la legge del contrappasso?
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Grande Marco Travaglio…sempre sul pezzo!
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Completata con Molinari la mutazione: da repubblica a re-pubica
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Grande Travaglio!
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Sì ma su repubblica ci sono le pagine di cultura … e poi c’è il sudoku.
Questo articolo mi è piaciuto molto, ora lo giro ai miei!
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Personalmente non leggevo più Repubblica dal 2011.
All’epoca nell’inserto Affari & Finanza diretto da Turani, lessi una clamorosa supercazzola a favore del padrone De Benedetti.
Costui, assieme ai figli, aveva fondato Sorgenia, società attiva nella distribuzione energetica, elettricità principalmente, alla clientela retail di famiglie, piccole imprese e società pubbliche o partecipate.
Siccome si appoggiavano sulla centrale ALIMENTATA A CARBONE di Vado Ligure, arrivarono a scrivere che per la prima volta loro avrebbero usato CARBONE PULITO, qualunque cosa volesse dire. In pratica un OSSIMORO, essendo il combustibile fossile più inquinante in assoluto, nonostante i filtri.
Avevo provato a riaccostarmi nel breve regno di Verdelli, quando mi pareva essere tornata combattiva e schierata come pria.
Ma poi sono arrivati gli Agnelli e fine dei giochi.
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Infatti Sorgenia (che veniva spacciata come produttrice di enegia elettrica pulita invece sono 7 termoelettriche e 1 piccola idroelettrica) gliel’hanno rifilata alle banche, poichè era piena di debiti con loro.
è dal lontano governo D’Alema che non compro più Repubblica.
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Unico….Marco…tremendo!!!
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Peccato leggere travaglio scrivere stupidate del genere. Che tra l’altro non interessano a nessuno.
Saprebbe fare meglio, ma gli torna più comodo sempre il solito banana. Peccato.
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Due considerazioni: 1) tutto quello che scrive Travaglio in questo articolo è vero, purtroppo; 2) pare tuttavia che a tanti sembri normale che il “fondo” (si fa per dire) di un quotidiano sia dedicato interamente alle vicende interne di un altro quotidiano, che, al massimo, dovrebbero trovare posto nelle pagine interne senza nemmeno commenti, trattandosi di argomenti che dovrebbero interessare una ristretta cerchia di lettori. Ma evidentemente l’interesse primario del suo (di Travaglio) giornale, che è da sempre sottrarre lettori a Repubblica (con scarsissimo successo fino ahimè all’avvento sciagurato di Molinari) fa premio su tutto il resto. Il momento è propizio ed occorre approfittarne e, per dirla alla Guccini, “a culo tutto il resto”. Se questo è giornalismo …
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Articolo divertente e pungente. Il panorama della stampa italiana ricorda ormai quello di uno paese sudamericano in disfacimento. Che fare ?
Andare a cercare, dove li si trova, gli articoli di persone intelligenti, ironiche e possibilmente intellettualmente libere.
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