Vespa allestisce il set: l’ex attore si prende il palco per 90 minuti

Domande, sei direttori e zero dubbi. L’esordio di Porro. A Volodymyr Zelensky è tornato utile il vecchio mestiere d’attore: per la puntata speciale di Porta a Porta, più che uno studio […]

(DI TOMMASO RODANO – ilfattoquotidiano.it) – A Volodymyr Zelensky è tornato utile il vecchio mestiere d’attore: per la puntata speciale di Porta a Porta, più che uno studio televisivo, gli hanno allestito un set magnifico. Bruno Vespa ha fatto le cose in grande: la terrazza del Vittoriano è il palco, una schiera di giornalisti della grande stampa e della tv a fare da accompagnamento, i Fori Imperiali e il Colosseo come sfondo.

L’intervista comincia con il conduttore e il presidente ucraino in piedi, quasi affacciati su Roma, complici e sorridenti. “Guardi che vista”, dice Bruno, come un vecchio amico, “sono quasi quattro mesi che non ci vediamo”. Poi si informa: “Come sta la sua famiglia? Sua moglie, i suoi figli?”. Zelensky ricambia l’affetto: “Mi fa piacere che si ricorda tutti i nomi, Bruno”. La prima domanda è già definitiva: “Quando arriverà la vittoria?”, “La vedremo sicuramente insieme”.

I due si siedono al centro dell’inquadratura, ai loro fianchi gli altri giornalisti. Sono i direttori Monica Maggioni (Tg1), Enrico Mentana (La7), Giuseppe De Bellis (Sky Tg24), Maurizio Molinari (Repubblica) e Fabio Tamburini (Sole 24 Ore), Ferruccio De Bortoli (editorialista del Corriere della Sera) e Nicola Porro di Mediaset. È abbastanza chiaro che Vespa e il suo ospite non desiderassero sorprese: tutti gli intervistatori sono collocati su posizioni limpidamente filo atlantiche. L’unico in parte eretico è Porro, il cui nome però gira nel toto-Rai in ottica del grande rimpasto meloniano dei prossimi giorni: la sua convocazione nella super puntata di Porta a Porta potrebbe essere solo un’anticipazione.

Dalla lunga intervista a Zelensky, a essere onesti, non escono grandi notizie: il presidente ucraino conferma che nessuna pace è possibile finché c’è Vladimir Putin. Ripete fatti noti: non c’è tavolo senza il ripristino dell’integrità territoriale ucraina, Crimea compresa. L’incontro con il Papa è stato infruttuoso, al di là delle formule di cortesia: “Per me è stato un onore incontrare Sua Santità – dice Zelensky – però lui conosce la mia posizione, la guerra è in Ucraina e il piano deve essere ucraino. Con tutto il rispetto, noi non abbiamo bisogno di mediatori, ma abbiamo bisogno di una pace giusta”. È interesse dell’Italia continuare a fornirgli sostegno militare, perché Putin è “un virus” come il Covid: dopo Kiev “toccherà alla Moldova, poi ci saranno magari i Paesi del Baltico, che fanno parte della Nato”. Si rivolge quindi agli italiani: “Dovete capire che è meglio aiutare l’Ucraina che mandare in guerra i vostri figli”. Svia le domande sulla controffensiva, ma si dice sicuro che la vittoria arriverà perché Putin è sempre più debole. Vespa gli chiede se in caso estremo fosse disposto a parlare di pace con l’autocrate russo. Risposta secca: “No. E perché?”. Sulle armi nucleari è sibillino: “Non credo che Putin le userà, perché vuole vivere. Ma nessuno è nella sua testa”.

Il resto è colore. Maggioni chiede affettuosamente a Zelensky “quando si rimetterà la giacca”. Vespa è prontissimo: “Ha anche una cravatta che gli ho regalato io”. Zelensky annuisce: “La indosserò il giorno della vittoria”. Poi Vespa fa lo spiritoso su un eventuale referendum in Crimea: “È una specie di Alto Adige, no?”. Infine Maggioni, con una domanda da pelle d’oca: “Quando si è trovato presidente di una nazione piccola che affronta la terza potenza militare al mondo, ha mai pensato di non farcela?”. Risposta: “Ma ce l’ho fatta”.

Sullo schermo, a più riprese, scorrono le immagini di Zelensky e Meloni. Lui non la chiama mai per cognome, è sempre “Giorgia”. Dopo le polemiche e lo smacco di Sanremo, stavolta per Vespa e per la Rai di governo è un vero trionfo.

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26 replies

  1. il comico ucraino è l’unico a non volere la pace. sulla pelle dei suoi connazionali, e su mandato americano. i fessi europei sono solo delle pecore complici.

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  2. Se non foss tragico sarebbe comico, il cocainomane burattino al soldo del rimbambidet si è presentato in tutto il suo splendore ostentando sulla sua felpa 2 simboli nazisti,

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  3. Mi hanno fatto notare che l’unico altro,” evento” di cui si parla urbi et orbi da settimane, anche in trasmissioni in cui non ci entrerebbe un cappero e con giubilo generale, è lo scudetto al Napoli.

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  4. La domanda impertinente dell’esordiente Ortaggio Puzzolente,”giornalista”, ha messo in difficoltà il presidente Zaccaviellico principe della risata(?)

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  5. Siamo un paese marcio. Mi viene da vomitare 🤮 Ma nessuno reagisce, scende in piazza? Ma non per la pace ma per sbattere fuori questa classe politica e i suoi lacchè!

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  6. Per questi “giornalisti” non esiste il reato di istigazione ? Si, è uno spettacolo, orrido,ma è uno spettacolo.

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  7. L’unica frase degna di nota (tra quelle riportate nell’articolo, perché ovviamente non ho guardato l’inguardabile trasmissione) è questa “Non credo che Putin userà le armi atomiche, perché vuole vivere. Ma nessuno è nella sua testa”.
    A me pare tutt’altro che sibillina; è fin troppo chiaro che a Zelensky importa poco, delle armi atomiche; se proprio Putin le dovesse usare, allora morirà (glielo ha garantito Biden?); soddisfacente consolazione, in cambio di qualche centinaio di migliaia di morti civili; niente di troppo traumatico, comunque, sembrerebbe di capire.
    Dal testo ovviamente non è possibile sapere il tono con cui ha pronunciato quelle parole; se qualcuno l’ha visto mi piacerebbe chiedergli: nella sua voce c’era più cinismo o più preoccupazione?

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  8. Si intravedeva uno studio luccicante di bava sgorgante a iosa dalle bocche di tutti gli incartatotani presenti dove si elevava il moscolone nella cui mente è presente il pensiero di fine vita mai nonostante la veneranda età che per natura ti consiglierebbe almeno una volta di tenere la schiena dritta ma niente i novanta gradi non si abbandonano mai

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  9. Il resto è il solito refrain di banalità e fesserie: bello incontrare il Papa, ma “lui conosce la mia posizione” (e che sarà mai il Papa a confronto del Presidente della gloriosa Ucraina? ah, gli storicamente difficili rapporti tra Chiesa e Imperi); l’unica pace giusta include la Crimea (previo svuotamento dal 90% di abitanti russofoni e filorussi, giusto? ma tramite deportazioni di massa, o che altro?); dopo l’Ucraina “toccherà alla Moldova” e ai Paesi del Baltico (si è dimenticato il Portogallo?); vi conviene continuare a fornirci armi (e soldi), io in cambio ci metto i soldatini sacrificabili, meglio aiutare l’Ucraina che mandare in guerra i vostri figli” (questa l’ha già usata in USA, e lì ha destato molto più scalpore che da noi; forse perché gli americani sanno che Biden non vede l’ora di mandare in Donbass qualche migliaio di militari, meglio se neri, nativi, o mezzi messicani?).

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  10. Niente sulla “Maratona Mentana” durata tutto il giorno?
    In questi giorni di pioggia e con poca voglia di lavorare (da parte mia: mal di schiena…) per fortuna che c’è il Giro, anche se fino ad ora non è granchè.
    Oggi grande crono: peccato che anche Ganna sia a casa malato di Covid : una ecatombe, già una ventina fuori. Ma non era finito?
    E Moto GP.
    Ormai lo Tv si può guardare solo lo sport.

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  11. UN SUCCESSONE
    Su Rai1 Speciale Porta a Porta con ospite il presidente ucraino Zelensky ha ottenuto un ascolto di 2.239.000 spettatori pari al 17.4% (Avanti un Altro! Story ha convinto 2.787.000 spettatori (20.1%).

    Sabato 6 maggio, L’Eredità, ha registrato 3.061.000 spettatori pari al 24.9%.

    – 800.000 spettatori.
    – 7,5% di share.

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  12. E’ l’eterna propaganda dell’ audience. Il numero serve solo per la raccolta pubblicitaria: gli umori degli spettatori ( cosa pensano mentre guardano) non lo misura nessuno.
    Io temo che la stragrande maggioranza abbia pensato “Che schifo” e politicamente si sia trattato di un autogol.

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