Quella lettera untuosa: Ricky, che ti è preso? Devi dimetterti

Che ti è preso, Ricky? Noi amici lo chiamiamo così, dal tempo in cui era portavoce di Prodi. Qualcuno dall’alto ti ha teso un tranello sospingendoti a censurare Carlo Rovelli o era davvero farina del tuo sacco […]

(DI GAD LERNER – ilfattoquotidiano.it) – Che ti è preso, Ricky? Noi amici lo chiamiamo così, dal tempo in cui era portavoce di Prodi. Qualcuno dall’alto ti ha teso un tranello sospingendoti a censurare Carlo Rovelli o era davvero farina del tuo sacco quella mail disonorevole, ulteriormente aggravata dalla disinvoltura con cui la rinneghi meno di 24 ore dopo, dicendoti soddisfatto di fare dietrofront?

“Professore carissimo, è con grande pena che mi accingo a scriverle questa lettera”… un classico testo di satira involontaria. Ho strabuzzato gli occhi, leggendola. Ho sperato si trattasse di un falso, ma poi ho riconosciuto il tuo stile felpato.

Siccome nessuno, ma proprio nessuno, se l’è sentita di difendere in pubblico una tale sortita del presidente dell’Associazione editori italiani, ricorderemo come segno dei tempi la prosa untuosa, perdonami, con cui hai vergato il tuo atto di censura. Esibivi tormento: pregustavi di “assaporare, guidati dalle sue parole, il fascino della ricerca”. Quand’ecco che in te si è insinuato il dubbio che a Francoforte – tra un anno e mezzo! – sarebbe toccato di “rivivere polemiche e attacchi” come quello subito dal povero ministro Crosetto, trasformando “un’occasione di festa e anche di giusto orgoglio nazionale in un motivo di imbarazzo per chi quel giorno rappresenterà l’Italia”.

Sferrato il calcio negli stinchi a Rovelli, ammettilo, ti sentivi in colpa tanto da implorarne la benevolenza: “Sono portato a pensare che lei per primo avrà immaginato gli scenari che le sue parole avrebbero aperto”. Sicché ti auguravi che Rovelli, da buon patriota, indossasse di buon grado la museruola gentilmente offertagli con la lettera “che mai avrei voluto scrivere”. E che, aggiungevi sfidando il ridicolo, “spero almeno possa contribuire a non farmi perdere la sua amicizia”.

Le cose sono andate diversamente. Gli editori si sono infuriati. I ministri ti hanno lasciato cuocere nel tuo brodo. E ora, con leggiadria, riavutoti da un eccesso di zelo, rinnovi l’invito a Rovelli. Non sarà più dignitoso accompagnarlo con un paio di lettere di dimissioni?

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14 replies

  1. Sempre più appare evidente che la gerontocrazia non è in grado di gestire/ seguire gli avvenimenti. Uno del PD ( 74 anni) si incarica di una censura preventiva. Poi, il lamento: ” sono stato frainteso”. Uno che è stato sottosegretario alla COMUNICAZIONE non può farsi fraintendere: DEVE essere chiaro. Peggio: ha ritrattato rinnovando l’invito a Rovelli. En passant: fu nominato nel marzo del 2022 dal CdM su proposta di Draghi e comunicazione di Franceschini ( vedi notizia Ansa): una scelta azzeccata…

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    • Dici bene, a 74 anni uno dovrebbe aver maturato abbastanza esperienza per capire che il suo atto è solo servilismo per il mantenimento della poltrona. E il bello che si è coperto di ridicolo sia prima con la lettera disdetta dell’invito sia 24 ore dopo con la conferma dello stesso senza fare una piega.

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      • Per occupare certi posti bisognava comportarsi da servi dei sinistrati. D’altra parte, avendo 74 anni avrà cominciato a lavorare quando l’egemonia culturale della sezione italiana del PCUS era al massimo. E in quel mondo se non ti comportavi da compagno venivi etichettato come fascista e, conseguentemente emarginato.
        La domanda che si pongono i non sinistrati è: come mai i sessantottini accusano continuamente questo governo di aver occupato tutto il potere mediatico e invece si nota che sono proprio loro a occupare i posti che contano e a fare quadrato per proteggersi a vicenda?
        Come mai quel settantaquattrenne occupa quella poltrona ed aveva invitato come ospite speciale alla fiera del libro un sessantottino

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  2. Gentile @Paolo, non è certo una questione di anni: non c’è alcuno più disposto al servaggio di un giovane in carriera. Vedi Renzi, Schlein, Di Maio, i mille e mille “gggiovani” sempre in movimento tra chi offre di più….
    E’ sempre e solo la stessa questione: se non fossero così non sarebbero lì. Indipendentementte dall’ età, dal sesso, ecc… ecc…

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    • non c’è alcuno più disposto al servaggio di un giovane in carriera? Vedi Renzi, Schlein? È IRONICO, VERO?

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  3. Ma alla prestigiosa Fiera del libro di Francoforte, in rappresentanza della cultura italiana, non potevano mandarci direttamente Crosetto?
    È colto, sa sicuramente leggere e scrivere, almeno come la Meloni, è altamente rappresentativo della stirpe italica se non altro per la stazza, nessuno ha l’ardire di contraddirlo, pena querela, per cui sicuramente rappresenta al suo meglio il pensiero letterario degli italiani… e poi, non si dice: “Libro e moschetto, fasista e perfetto”? Il moschetto c’è, il libro delle censure pure, e allora?

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  4. Gad non ci sperare questi ,dovrebbero andare a casa con la poltrona incollata al di dietro . E poi dovremmo ricomprare centnaia di miglia di dedie per uffici pubblici che in Italia rimarrebbero senza

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  5. Il mondo è pieno di ominicchi e visciduomini ma nello stivale italico abbondano in abbondanza assai niente di cui stupirsi avanti cosi

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  6. Non siamo ancora stufi dei “Devi dimetterti!”?
    Sempre la solita litania?
    Ormai ci ha creduto solo Fuortes…

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