La democrazia defunta

(Andrea Zhok) – Alle regionali di Lombardia e Lazio sembra abbiano votato rispettivamente il 41% e il 43%.

Praticamente chi va al governo oggi rappresenta al più un quarto dell’elettorato.

La democrazia, defunta da tempo nel suo senso autentico come partecipazione, ora mostra di essere agonizzante anche in senso meramente formale.

Intanto nelle altre regioni (quelle dove le elezioni non sono state anticipate per prendere in contropiede gli outsider), in Friuli Venezia Giulia e Molise ha luogo una lotta metro per metro per raggiungere l’esorbitante numero di firme necessarie per avere il privilegio di essere sottoposti al giudizio dell’elettorato.

Per chi non lo sapesse, chi è già nelle istituzioni è esentato dalla raccolta firme. Inoltre quasi tutti i ruoli che possono esercitare il ruolo di certificatore sono soggetti che già appartengono agli insider (consiglieri comunali, regionali, circoscrizionali, ecc.).

Il quadro è dunque il seguente: gli insider sono barricati all’interno delle istituzioni, dove continuano a governare come un’oligarchia autoreferenziale che non teme nulla, perché sa di non poter essere realisticamente sfidata dagli outsider.

So che c’è ancora chi si illude che tutto ciò non abbia conseguenze, che ci si possa rannicchiare in un angolo aspettando che la buriana passi, che vengano tempi migliori.

Ma ad ogni tornata elettorale così confezionata il senso di impunità del potere accreditato cresce, e ciò che ieri poteva sembrare impensabile, diventa domani la nuova normalità.

Spiace per i dormienti e spiace per i risvegliati, comunque sia non andrà tutto bene, per nessuno.

6 replies

  1. La democrazia in Italia non è mai nata, quindi non può defungere. Ce l’ hanno portata gli ammerecani, insieme a cioccolata, sigarette e filmoni autocelebrativi. Gli esportatori di democrazia nelle loro colonie da usare come wc.

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  2. Candidato alla presidenza del Friuli da Rizzo e company,Zhok ha ben donde a lamentarsi dell’astrusa burocrazia che c’è dietro la raccolta firme.
    Addio filosofia benvenuto nel teatrino della politica. Ne valeva la pena?

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  3. Senza dover scomodare il noto detto del barone (che non era CONTE, per l’appunto) De Coubertin, per preferirgli invece il più umile Flaiano: la situazione è gravissima, anzi quasi catastrofica… ma non seria, dài!
    Non appena Conte ha smesso momentaneamente la divisa di tribuno del popolo… zac!… la venditrice ambulante di prodotti ittici, assieme ai suoi sodali, ha piazzato senza merito alcuno la sua bandierina.
    Bonaccini stenderà un tappeto fucsia al terzo pollo?? Sinceramente lo spero! E a lanciare l’opa sulla Sinistra maiuscola sarà solo Conte. L’importante che si dia una mossa per approntare, non solo un programma (che già c’è) ma anche un PENSIERO IDEOLOGICO mobilitante.
    Mentana sprizzava felicità da tutti i pori quando solo sfiorava il M5S. Già questo dovrebbe funzionare da catalizzatore per più nobili progetti politici.

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  4. Tutti schifano la politica… Ma appena possono ci si affollano…
    Strani questi… “intellettuali”…
    (Altro piccolo tassello dell’ astensionismo).

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