
(lidentita.it) – Si fa un gran parlare dell’Italia grande assente al Forum economico mondiale di Davos. In verità il governo Meloni non ha del tutto snobbato l’appuntamento sulle alpi svizzere: ha inviato il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Non un ministro economico, è vero. C’è chi ha ricordato che il governo Draghi partecipò alla scorsa edizione con una nutrita rappresentanza – quattro ministri di peso. C’è pure chi critica l’esecutivo guidato dalla leader di FdI di aver perso l’occasione per andare a sentire come il gotha della finanza mondiale intende rilanciare l’economia globale. Abbiamo letto cose tipo : “Forse la Meloni non vuole perdere consensi tra chi pensa peste e corna di Davos e di ciò che rappresenta in termini di mondialismo e poteri forti”. “Non voleva farsi la foto di rito con i nemici dei sovranisti”. E altri delirii di questo tenore. La verità è che questi soloni dell’economia e della finanza di tutto il mondo non decideranno nulla. Anche perché l’edizione di quest’anno, dall’immancabile videocollegamento del presidente ucraino Zelensky all’ennesimo appello del segretario della Nato Stoltenberg a inviare più armi a Kiev, è tutta appiattita sulla guerra. E sulla necessità di aiutare l’Ucraina. Proposte di pace? Non pervenute. Tanto che da noi quello che fa più notizia è che insieme a “Peppino” Valditara a Davos c’è niente poco di meno che Giggino Di Maio. Sparito dai radar dopo la debacle elettorale, l’ex grillino ed ex ministro degli Esteri è invitato al Forum in qualità di “amico dell’Ucraina”. Tutto torna, dunque. Fatto volare fuori dalla pizzeria (che foto emblematica, quella) e dal Parlamento, Di Maio rientra dalla porta di Davos e sarà alla cena degli “Amici dell’Ucraina” con la moglie di Zelensky, Olena Zelenska. Il suo posto è stato riservato dalla Victor Pinchuk Fondation (filantropica, privata, con sede in Ucraina). Chissà se la fondazione metterà una buona parola pure per quella nomina a inviato speciale Ue nel Golfo Persico a cui tanto aspira (per meriti indiscussi, eh) Di Maio. Certo la passerella internazionale, la vetrinetta di Davos è il posto giusto per farsi notare. Ma come non notare che certe presenze evidenziano le grandi assenze.
Deduco che Zaloski è allo stesso livello di DiMario
Porco can de on gato
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“Tanto che da noi quello che fa più notizia è che insieme a “Peppino” Valditara a Davos c’è NIENTE POCO DI MENO che Giggino Di Maio.”
Niente POCO di meno!?!?!?!!!!
Ma è del mestiere questo? 🤔
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Ma c’era Casaleggio jr? Scommetto che si sono dati la mano e si sono abbracciati. compagni di sventura!
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Evidentemente a Davos avevano bisogno di un BIBITARO.
Che fine indecente per il grillismo, con questo guappetto di cartone che è diventato da pro GILET GIALLI a lecchino di DAVOS. Pazzesco.
E ci si stupisce che adesso commercializzano la farina di grilli. Che altro resta se non polvere?
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Se Giggino a’pultrona è furbo, farà un bel voltafaccia a Davos presentandosi come filo russo. Tradire è la sua specialità, o no? Acquisterebbe nuovamente notorietà e un minimo di credibilità almeno verso il Cremlino, che in questo momento è di bocca buona in fatto di amici
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Visto che non se ne parla più, come se nell’anno l dell’era fascia D.C. il problema sanitario fosse evaporato, posto questo articolo che smentisce una propaganda euforica.
https://www.ilgiorno.it/cronaca/pomonite-mortale-pazienti-covid-tampone-negativo-1.8466276
Tanti pazienti muoiono di polmonite interstiziale nonostante il tampone negativo. Che in realtà negativo NON È.
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