Nella conferenza stampa arriva l’autocandidatura: «Il lavoro del governo va avanti indipendentemente da chi c’è». Pesa anche il pasticcio sanitario: la ricetta di Roberto Speranza, tutta vaccini e discriminazioni, è fallita.

(Maurizio Belpietro – laverita.info) – Da nonno della Repubblica a presidente della Repubblica il passo è breve e Mario Draghi pare avere intenzione di compierlo il prima possibile, cioè appena comincerà la chiama per l’elezione del futuro capo dello Stato. Se fino a ieri c’era incertezza intorno alle scelte del presidente del Consiglio, al punto che Matteo Salvini si era spinto a chiedere all’ex governatore della Bce di pronunciarsi e di far capire quali fossero i suoi obiettivi, ora la nebbia si è diradata. Nei giorni scorsi, autorevoli giornali stranieri avevano parlato di Draghi e della necessità che rimanesse a Palazzo Chigi per completare l’opera e, soprattutto, per dare esecuzione al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il messaggio che la stampa internazionale, e di conseguenza le cancellerie estere, avevano spedito all’indirizzo del premier era risultato chiaro a tutti. Per il debito italiano e per la credibilità del Paese, è meglio che il presidente del Consiglio resti al suo posto, senza farsi prendere da strane voglie che potrebbero aprire scenari poco tranquillizzanti per i mercati azionari e obbligazionari.
Ma, com’è nello stile del personaggio, Draghi non ha indietreggiato di fronte alla rassegna stampa e ieri, in modo diretto quasi quanto il famoso «Whatever it takes», faremo ciò che è necessario, ha fatto capire che si prepara a fare le valigie per traslocare ai piani più alti, destinazione Quirinale. Se per qualcuno è difficile immaginare una continuità dell’attuale governo senza che a guidarlo sia Draghi, il premier ha chiarito che «il governo va avanti indipendentemente da chi ci sarà», perché «è il Parlamento che decide la vita del governo». In pratica, il presidente del Consiglio chiarisce che le crisi le decidono le Camere e se queste non vogliono essere sciolte non hanno altro da fare che continuare a sostenere un esecutivo. Che poi questo sia guidato dall’ex governatore della Bce o dall’ex ragioniere generale dello Stato, vale a dire dal ministro Daniele Franco, braccio destro dello stesso Draghi, è un dettaglio secondario, perché l’importante è che a sostenerlo ci sia «una maggioranza che ha sostenuto questo governo, ovvero la più ampia possibile».
Se non è stato un addio, poco ci manca, ma diciamo che i toni del presidente del Consiglio, più che quelli di fine anno, con saluti e brindisi, erano quelli di fine mandato. Prova ne sia che quando dalla politica è passato all’economia, cioè alle cose concrete che riguardano il piano di ripresa e resilienza, Draghi ha tracciato un bilancio conclusivo, come di chi, chiudendosi la porta alle spalle, non lascia niente di sospeso. «Abbiamo raggiunto tutti e 51 gli obiettivi del Pnrr e in questo momento è in discussione alla Commissione la firma dell’accordo operativo che apre il periodo di uno o due mesi di interlocuzione prima di accordare la tranche dei prestiti previsti». Come dire: quel che dovevo fare l’ho fatto, ora voltiamo pagina.
E quale sia il capitolo che il premier ha intenzione di aprire non ci sono dubbi, viste le parole di elogio pronunciate nei confronti del capo dello Stato. «Credo che il messaggio di Mattarella debba essere di affetto, è quello che provano per prima cosa tutti gli italiani. Ha svolto splendidamente il ruolo, ma l’ha fatto con dolcezza e fermezza, ha attraversato momenti difficilissimi nel settennato e ha scelto con lucidità e saggezza. È l’esempio, il modello di presidente della Repubblica». Parole di riconoscimento che sono parse di saluto. Anzi, di congedo: è stato bravo, lo ricorderemo con
piacere e ci sarà di monito.
Del resto, c’è da capirlo. Per anni è stato alle prese con la finanza e i banchieri e da un anno si deve dibattere tra una pandemia e i partiti. Se prima le regole erano chiare e si doveva destreggiare tra inflazione e speculazione, ora ha a che fare con un virus di cui neppure gli esperti capiscono nulla e con un Parlamento in cui nessuno sembra controllare qualcosa. Comprensibile che desideri fuggire al più presto e rintanarsi sul Colle. Avere a che fare con Jens Weidmann, l’ex falco della Bundesbank, è più facile che avere a che fare con il Covid, per di più circondati da una platea di collaboratori manifestamente inadatti, il primo dei quali risponde al nome di Roberto Speranza, per tacere degli altri. La campagna d’immunizzazione, che è stata un successo per numero di iniezioni, è un insuccesso per risultati. Nonostante il record di vaccinazioni (siamo tra i Paesi europei che hanno raggiunto il tasso più elevato), i contagi non calano e i decessi aumentano. Piano piano si sgretolano anche le certezze, tra cui quella che i vaccinati non si infettino e che l’epidemia riguardi solo i non immunizzati. Il fallimento lo ha decretato sempre Draghi proprio ieri, quando ha detto che si valutano la mascherina all’aperto e i tamponi per i vaccinati e magari pure una riduzione della validità del green pass. Ovvero un dietrofront rispetto alla linea Speranza. Che dire? Con simili compagni di viaggio, non resta che cambiare strada e sterzare verso il Quirinale, lasciando le responsabilità del governo al Parlamento. Perché, come ha detto ieri il premier «l’esecutivo previsto dalla Costituzione è parlamentare. Il presidente della Repubblica non è tanto un notaio quanto un garante». Chiarendo in tal modo che non ci sarà qualsiasi tipo di accompagnamento del Quirinale all’azione del prossimo governo. Insomma, fate voi, io vado al Colle.
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Ecco alcune perle del Governo dei migliori:
azzerato il lavoro di Ministri, Parlamento, Magistatura e Corte dei Conti
nessun emendamento parlamentare ma 26 decreti imposti alla fiducia e altri 34 in arrivo
legge di bilancio presentata l’ultimo giorno per cui non ci sarà tempo nemmeno di leggerla, alla fiducia anche quella!
trattati internazionali fantasma noti solo a Draghi
controlli alle aziende concordati in anticipo, menzionando anche su cosa consiste il controllo
lotta all’evasione non pervenuta
riforma Cartabia che regala impunità = prescrizione ad libitum
bavaglio ai pm
regali a Confindustria
regali fiscali alle multinazionali
condoni e sanatorie
concorsi pubblici snaturati o aboliti
allargamento di inceneritori, trivelle e nucleare
lavoratori trattati come stracci e abbandonati al proprio destino (vedi Whirlpool)
consulenti eccelsi sul genere della Fornero
stipendi raddoppiati a sindaci e assessori
regali (incostituzionali) alle scuole private e al Vaticano
sblocco dei licenziamenti
rimando di due anni del taglio dei finanziamenti pubblici ai media
6 miliardi tagliati alla sanità ma aumentata la spesa in armi
aumento delle bollette e dunque del carovita e danno dei consumatori e delle aziende
zero investimenti nella sanità territoriale già falcidiata dai precedenti tagli
zero investimenti per ambiente, scuola e trasporti pubblici
zero lavoro a casa per i dipendenti della PA
regali a stabilimenti balneari e lobby varie
prossima privatizzazione dell’acqua
M5S tagliato fuori dalla RAI per imporre il pensiero unico
gestione della pandemia passata dalla tolleranza per i caroselli della partite degli europei al divieto di manifestare anche di uno solo (vd Puzzer con foglio di via per un anno) con stato di emergenza perenne, tanto che il Washington Post parla di situazione inedita per una “democrazia occidentale”
aumento della censura sui social. E’ vietato anche ridere, come in Corea. Chi dissente è sospeso,
eliminazione del cashback e zero controlli sull’evasione fiscale
Poi si sono inventati il supergreenpass ma i contagi continuano a salire nonostante i non vaccinati siano tagliati fuori dalla vita sociale.
Un successone sto nonno Draghi…!!
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Brava Viviana, l’applauso dei giornalisti è da ultimi giorni dell’Impero, con cittadini beoti che chiedono l’elemosina.
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Secondo belpietro la colpa è di speranza (bisogna ammeterlo un dilettante allo sbaraglio), ciò che non dice e che il vampiro di cazzate sul covid ne ha dette a palate. Poi ci si stupisce come mai ci siano tanti che in fondo sono fascisti e sognano l’uomo della provvidenza. Vogliamo i colonnelli!!!
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viviana:Dimentichi che voi votate tutto
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Perche Lei pensa che i 5* in parlamento siano quelli del 2018????? Questi hanno usato kg di colla rapida sulla loro poltrona. Di cinque stelle questi non sono neanche la fotocopia
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SE volete vedere che tipo di futuro ci aspetta(aspetterebbe SE nessuno farà niente), potete sempre guardare al presente:
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Ognuno invecchia come può. E lui, potendo, vuole invecchiare bene. Anzi, benissimo.
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