
(huffingtonpost.it) – Per un dipendente che rifiuta di vaccinarsi contro il Covid si può arrivare al licenziamento: a sostenerlo è il professor Pietro Ichino, giurista esperto di diritto del lavoro, che in un’intervista al Corriere della Sera, ha sottolineato che non solo si può rendere obbligatorio il vaccino, “ma in molte situazione è previsto”.
“L’articolo 2087 del codice civile obbliga il datore di lavoro ad adottare tutte le misure suggerite da scienza ed esperienza, necessarie per garantire la sicurezza fisica e psichica delle persone che lavorano in azienda, il loro benessere”, ha ricordato l’ex senatore Pd e deputato di Scelta civica. Quindi il datore di lavoro non solo può imporlo, aggiunge Ichino, “ma deve farlo”.
“Ovviamente se è ragionevole”, ha precisato, “in questo momento non lo sarebbe, perché non è ancora possibile vaccinarsi. Ma, via via che la vaccinazione sarà ottenibile per determinate categorie – per esempio i medici e gli infermieri – diventerà ragionevole imporre questa misura, finché l’epidemia di Covid sarà in corso”, chiarisce Ichino.
A suo dire, “chiunque potrà rifiutare la vaccinazione; ma se questo metterà a rischio la salute di altre persone, il rifiuto costituirà un impedimento oggettivo alla prosecuzione del rapporto di lavoro”. Quindi, o ti vaccini o ti licenzio? “Sì. Perché la protezione del tuo interesse alla prosecuzione del rapporto cede di fronte alla protezione della salute altrui”.
Categorie:Cronaca, Interno, Interviste, Politica
sono arrivati i talebani italiani.
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Confesso,sentivamo tanto la mancanza del parere di Pietro Ichino (chi?) La Repubblica e dintorni fca li vanno a cercare con il lanternino i falsi progressisti e antiliberali (per non dire fascisti) che supportino la loro parola d’ordine.
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“licenziamento”
ed è tutto un orgasmo!!
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Come è umano lei!
Pietro Ichino trasferisciti in Cina.
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confesso che Ichino mi sta cordialmente sui zebedei
non lo posso ne vedere ne sentire, mi vengono degli sfoghi cutanei.
ma
ha ragione
vuoi lavorare a contatto con altri?
colleghi o clienti non fa differenza,
ti vaccini, come si vaccinano già altre categorie di lavoratori.
o pensate che il tesserino sanitario obbligatorio sia una raccolta punti per le pentole di Mastrota?
e, a chi chiama talebani chi è di questa opinione,
penso che voi siate più simili nel loro modo di gestire le cose
anzi, probabilmente loro sono pure più intelligenti di voi
e si vaccineranno, appena avranno “abbastanza raccolto” da scambiare.
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Agli amici di infosannio:
state sereni, perchè tali misure non riguarderanno gli statali, protetti dai diritti sindacali, che tutelano l’elettorato PD.
Per gli altri lavoratori è un altro paio di maniche, visto che non rientrano da decenni nel suddetto elettorato.
Essi saranno le pedine sacrificabili, come lo sono state per la glebalizzazione.
Quindi tranquilli, voi siete al sicuro.
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@master class,
Quanto è bello generalizzare ! Fa così figo!
Io sono dipendente pubblica, ma
Non mi sono mai iscritta a un sindacato e non ho mai , e dico mai, votato Pd.
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…’na mosca bianca, insomma! La generalizzazione, alla fine, farà anche tanto figo, ma non mi pare così fuori posto in questo caso…
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Ichino probabilmente, per una volta, ha ragione.
Comunque Ichino, oramai, sembra essere divenuto sinonimo di licenziamento.
Altri hanno già riferito degli effetti fisici provocati da quella parola
Diversi si sono impiccati, alcuni hanno provato “fremiti ed ebbrezze”.
Questione di punti di vista.
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ma sto tizio non é licenziabile per le cassate che scrive…???
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Per ichino tutti sono licenziabili a prescindere eccetto lui.
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