Gli Incompiuti

(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – L’altro giorno, dopo le ultime performance del presidente di Confindustria Carlo Bonomi, un amico mi ha girato il video (disponibile sul web) di una conferenza di Mino Martinazzoli, che descriveva la nostra classe imprenditorial-manageriale con un apologo: quello del capo-azienda che regala al suo direttore del personale, un nerd efficientista bocconiano con master a Londra, un biglietto per il concerto dell’Incompiuta di Schubert. L’indomani il giovanotto gli consegna una relazione della serata in 5 punti “

1. Durante considerevoli periodi di tempo i 4 oboe non fanno nulla. Si dovrebbe ridurne il numero e distribuirne il lavoro tra il resto dell’orchestra, eliminando i picchi d’impiego.

2. I 12 violini suonano le medesime note. Quindi l’organico dei violinisti dovrebbe essere drasticamente ridotto.

3. Non serve a nulla che gli ottoni ripetano suoni già eseguiti dagli archi.

4. Se tali passaggi ridondanti fossero eliminati, il concerto potrebbe essere ridotto di almeno un quarto.

5. Se Schubert avesse tenuto conto di queste mie osservazioni, avrebbe terminato la sinfonia…”. Conclusione di Martinazzoli: “Io vorrei vivere in un mondo nel quale si possa continuare a sentire l’Incompiuta di Schubert così com’è”.

Ora, chi legge il Fatto e Millennium sa bene che Bonomi sta alla vera impresa come il sottoscritto all’astrofisica: questo ragioniere di Crema con un corso di economia a San Diego, in 51 anni di vita è riuscito a investire in attività produttive la miseria di 31mila euro. Ma è interessante che gl’imprenditori veri si facciano rappresentare da lui. Peggio per loro, si dirà. Sì, se non fosse che il rag. Bonomi, specializzato nell’italica arte del prendi i soldi e piangi, se la tira come un Pirelli o un Del Vecchio, insegna ciò che si dovrebbe fare, scuote il capino implume perché Conte aiuta anche chi ha bisogno, e auspica la caduta del governo per metterne su uno di larghe imprese, manco fosse Tejero. Ieri Salvatore Cannavò ha ricordato le precedenti lezioni dei numeri 1 confindustriali e la loro miseranda fine. Avevano tutte, come quelle di Bonomi, la consistenza di un oroscopo di Branko e l’attendibilità di una profezia del divino Otelma, tant’è che si pensò di ribattezzare Viale dell’Astronomia in Viale dell’Astrologia. La Marcegaglia, che se la rideva quando B. la chiamava “velina”, annunciò il Regno di Saturno se si fossero tagliate le pensioni. Monti & Fornero provvidero, coi risultati a tutti noti. Poi Squinzi ripartì con la tarantella: sgravi fiscali, soldi a pioggia, licenziamenti più facili e mai una sillaba sull’evasione, in cambio di mirabolanti “investimenti”. Che, certificò l’Ue nel 2018, erano addirittura diminuiti.

Sempre e comunque “nettamente sotto la media europea”. Invece i licenziamenti facili e i soldi pubblici arrivarono, grazie al Jobs Act e altre boiate dell’Innominabile, spalmato su Confindustria come la Nutella sul pane e ricambiato da Boccia con un tifo da stadio al Sì nel referendum del 2016. L’Ufficio studi di Confindustria pareva la direzione strategica delle Br, per il livello di terrorismo contro chi avesse osato votare No: giù il Pil del 4%, crollo degli investimenti del 20%, meno 600 mila posti di lavoro (non uno di più né di meno); mancava solo l’invasione delle cavallette. Poi vinse il No e tutti i parametri migliorarono. Boccia riprese a profetare sventure col nuovo governo giallo-verde in caso di blocco del Tav Torino-Lione: inventò “rivolte del Nord”, sbandierò un fantomatico “partito del Pil”, vaneggiò di “40mila nuovi posti di lavoro” (quando persino le carte dei Sì Tav non vanno oltre i 400), mandò avanti improbabili madamine fra gli applausi dei giornaloni e ovviamente di Salvini. Ora persino la Corte dei Conti dell’Ue ha certificato che quell’opera è inutile, costosa, inquinante ed eterna (non sarà pronta neppure nel 2030, cioè non si farà mai).

Quando il povero Boccia aveva consumato anche l’ultimo centimetro quadrato di lingua e di faccia, è arrivato Bonomi. Che s’è subito distinto come la parodia di Cetto La Qualunque (“questa politica fa più danni del Covid”), poi ha tuonato contro gli aiuti ai ceti più deboli (lui li chiama “sussidi a pioggia”, a meno che non vadano ai ricchi), infine ha annunciato che il grande piano per la ricostruzione dell’Italia l’avrebbe scritto con le sue manine e donato al governo. L’altroieri, accolto con rulli di tamburi, trombette e tromboni come il salvatore della Patria agli Stati generali, ha cagato la perla: “Rivogliamo i soldi delle accise sull’energia”. Ammazza che ideona. Il SuperPiano di SuperBonomi ha avuto grande audience su tutti i giornaloni, tranne uno: il suo, cioè il Sole 24 Ore, purtroppo in sciopero per il taglio degli stipendi del 25% e l’annuncio della cassa integrazione con la scusa del Covid (in realtà per una lunga malagestione: 340 milioni di perdite in dieci anni, taroccando pure le copie vendute e gli abbonamenti). Il che ci ha ricordato, ove mai non fossero bastate le performance dei nostri prenditor&magnager su Telecom, Parmalat, Cirio, Merloni-Indesit, case di moda, Sai-Ligresti, Ilva, Mps e altre banche decotte, che ne sarebbe dell’Italia se fosse gestita come Confindustria gestisce la roba sua. Eppure queste Cassandre con le tasche degli altri continuano a predicare la “cultura della crescita”, come se ne sapessero qualcosa. E, quel che è più comico, nessuno li ha ancora presi a pesci in faccia.

9 replies

  1. Almeno il Rag. Fantozzi aveva il pregio di farti ridere.
    Questo “presidente” Passatore, farà più danni della grandine, tutto fumo, di Londra naturalmente.

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    • @ediesse5
      Farà più danni se glie li lasceranno fare.
      Per inveterata, pluridecennale abitudine questi prenditori sono abituati a dare ordini ai governi di centro, destra e sedicente sinistra
      per ciucciar latte dalle generose mammelle di Mamma Stato.
      Ora sono inviperiti perché, per la prima volta, si sono trovati di fronte un governo che, udite! udite!, gira un po’ di soldi anche nelle
      tasche dei più svantaggiati, dei meno abbienti, sottraendoli alla loro bulimìa accaparratrice.
      Non è che i loro rappresentati siano rimasti a bocca asciutta, tutt’altro, ma loro vogliono continuare a ricevere sussidi, favori, leggi
      compiacenti, impunità per le loro evasioni, come nei vecchi tempi.
      Se davvero dall’Europa arriverà un consistente flusso di miliardi, loro vogliono essere presenti in prima fila, con coltelli e forchette
      impugnati e tovagliolo al collo, per intercettarne la maggior parte e lasciare ai nullafacenti, lazzaroni, divanisti (in altre parole, a
      tutti gli altri cittadini) le briciole che cadranno dalla loro tavola.
      Questa è la classe imprenditoriale che vive di assistenza e di favori e che fa il bello e il cattivo tempo in Confindustria nell’afasia
      incomprensibile degli imprenditori seri e capaci a cui costoro fanno concorrenza spietata e sleale.
      Quando l’imprenditoria sana si sveglierà dal letargo sarà sempre troppo tardi.

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  2. Condivido molto cio’ che dice Travaglio.
    Sono un piccolo imprenditore e il mio giudizio verso la Confindustria non è positivo. Il nuovo presidente incarna secondo me, un po’ l’imprenditore prepotente che si sente il depositario del bene, perché muove l’economia e fa lavorare tanta gente, parole che possono essere anche giuste, ma non è sempre così e soprattutto non devono permettere atteggiamenti da essere superiore come quelli di Bonomi.
    Criticare il governo a prescindere non è corretto, quando questo ha permesso a noi imprenditori, tanto per citarne una, di non pagare il saldo Irap 2019 e la prima rata di quest’anno. Vi assicuro che sono molti soldi e per la mia azienda vedersi abbonati trentamila euro in un colpo solo non è poco, oltre a svariate altre piccole facilitazioni che arriveranno. Questo dagli industriali non è mai detto e se detto lo è a denti molto stretti, quindi si percepisce tanta malafede e la volontà di non collaborare con questo governo che se pur di segno contrario e con tanti difetti, è a mio giudizio, il meglio che potevamo permetterci…
    La Confindustria e il Sig. Bonomi in primis, se volesse veramente contribuire al bene del paese e smarcarsi una volta per tutte dai suoi predecessori, dovrebbe finalmente fare pulizia al suo interno, mettendo alla porta e denunciando tutti quegli imprenditori associati tali come evasori (grandi e piccoli non fa differenza), collusi con le mafie, corruttori e chi più ne ha più ne metta, che si sono radicati negli anni e vanno a zavorrare tutti noi onesti che stiamo alle regole, subendo leggi e normative tanto stringenti da non lavorare e mettendoci spesso in cattiva luce di fronte all’opinione pubblica.
    Questo il Sig. Bonomi, che è così animato dal fare e dall’apparire, dovrebbe fare: ripulire Confindustria, e presentarsi al banco con il Governo per le giuste pretese dopo però avere dato: tanti auguri.

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    • @alberto
      Di imprenditori come te è piena l’Italia.
      Fortunatamente sono la maggioranza, ma si tengono lontani dalle mene confindustriali perchè ne percepiscono la strumentalità
      e la sostanziale estraneità con una sana imprenditorialità che è tenuta ai margini perchè considerata, da questi pescecani, come
      “roba da sfigati”, se non da fessi.
      Per il bene del Paese voci come la tua dovrebbero alzarsi di tono a testimoniare che l’imprenditoria italiana non è formata solo
      dai Bonomi, Boccia, Squinzi, Marcegaglia e loro predecessori.

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  3. Travaglio, essendo giornalista, non ha conosciuto, all’opera in azienda, i loro “professori/consulenti”, quelli della ” score balanced card”, quelli della ” carta di valori” , quelli per i quali von Clausewitz era il capo di stato maggiore tedesco nella Ia Guerra Mondiale, quelli i cui calcoli finanziari danno per la somma 1 + 1, qualcosa di diverso da 2.
    Un vero spettacolo.

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  4. Conosco molto bene l’Associazione industriale o unindustria, chi svolge incarichi al suo interno lo fa principalmente per ottenere più celermente i fondi europei. Spesso si fanno dare incarichi fantomatici per farsi dare rimborsi o stipendi da nababbi, come la gestione degli stages pagati con i fondi europei, come i finanziamenti a fondo perduto per installare i pannelli fotovoltaici, come organizzare corsi di aggiornamento professionale farlocchi pagati dalle regioni o trovare le scappatoie per assumere personale senza pagare o pagare un’inezia e licenziarlo appena scadono. Oppure che pagano consulenti per insegnare come occultare i ricavi. Sono pochi quelli che cercano di fare bene il proprio mestiere, non crediate che loro siano esenti dalla malattia in un società putrida. Chi fa non ha tempo per stare in associazione a menare il torrone (cit)
    Una piccola annotazione a margine, tanto per spiegare che personaggi ci sono in Confindustria, Calenda è stato assistente del presidente, poi per toglierselo da davanti lo mandano a fare direttore dell’area strategica e affari internazionali, cioè lontano.

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  5. Stanno rastrellando miliardi da opere inutili.
    Il tav è una di quelle, rivincita postuma per chi lo ha sempre strillato.
    Chemmifrega, me la godo uguale.

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  6. Il vero parassitismo è qui, peggio dell assistenzialismo popolare.
    Molto più subdolo e viscido.
    Mascherato da finto volontarismo ma sempre col facile ricatto pronto all uso

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  7. Parla Travaglio il cui valore in borsa del Fatto quotidiano è diminuito drasticamente, vendite meno del 40% dalla prima edizione , si fa prestare 2,5 mio dallo Stato . Dovrei quindi concludere è un incapace , quindi per risollevarsi e’ costretto a
    cercare la protezione politica dei …5 stelle – Conte . Non mi permetto di giudicare ….
    Travaglio scaglia con chi osa dire che forse i danari sarebbe più concentrarli su pochi progetti che fanno lavoro , piuttosto che assumere tanti ” navigatori ” che la fantasia Di Maio – Travaglio pupillo avrebbe dovuto creare occasioni lavorative
    Per esperienze professionali , la competitività delle nostre aziende è drasticamente diminuita , chiuso il 25% delle aziende . Le aziende italiane per sopravvivere debbono delocalizzare. Settore delle macchine utensili ad asportazione di truciolo , .praticamente sparito od in mano ad aziende straniere . Forniscono gli stranieri stessa qualità e prezzi più bassi . Sfida titanica , dobbiamo parlare al popolo , pochi progetti fattibili fra questi
    Recupero evasione , competitività, spostamento della ricchezza dei privati allo Stato – no seconde case, patrimoniale, , investimenti al Sud pluriennali- Germania x est Germania ha investito 3400 miliardi in 30 anni !!!!.
    La criminalità si sconfigge con il lavoro .
    Travaglio un po’ di equilibrio nei giudizi , hai creato una realtà industriale non rinunciando , vedi quanto sopra e allev attuali facilizazxioni statali

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