(Andrea Zhok) – 1) Due giorni fa Zelensky ha messo in guardia contro un’operazione russa contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia, richiamando come un precedente (sic!) il caso della diga di Nova Kakhovka.
2) Quasi simultaneamente i senatori americani Lindsay Graham (Repubblicani) e Richard Blumenthal (Democratici) hanno proposto una risoluzione che considera ogni spargimento di materiale nucleare in Ucraina come un atto lesivo per i paesi confinanti e dunque come equivalente ad un’aggressione a paesi Nato, sufficiente a fare scattare l’art. V dell’alleanza.
3) Ieri sono stati arrestati dal servizio di sicurezza russo alcune persone che stavano contrabbandando un chilogrammo di Cesio radiattivo. Al netto dei sospetti russi – dunque di parte – che la destinazione fosse l’Ucraina, è significativa la possibilità stessa che un chilogrammo di un materiale di tale pericolosità fosse disponibile per il mercato privato.
4) Estonia e (soprattutto) Polonia stanno già inviando propri soldati sul fronte ucraino e non fanno niente per nasconderlo. Ovviamente la formulazione adottata è che si tratta di “volontari”, che dunque non sono parte integrante dei rispettivi eserciti Nato, tuttavia il quadro già ora in atto è che battaglioni di soldati di paesi Nato, con armamenti Nato, sostegno finanziario e logistico dei paesi della Nato, supervisione e telecomunicazioni Nato, sta combattendo in Ucraina contro l’esercito russo. – Va notato che la Polonia ha innalzato la propria spesa militare al 4%, con il proposito di diventare in breve tempo il più potente esercito della Nato (dopo gli USA).
Mettendo in fila questi indizi sembra realistico dire che qualcuno all’interno dello schieramento occidentale stia non solo prendendo in considerazione, ma attivamente lavorando per un casus belli nucleare che giustifichi alle opinioni pubbliche nazionali ciò che sta già nei fatti accadendo, ma in modo circoscritto, ovvero un coinvolgimento diretto della Nato nella guerra.
Esiste una logica politica, umanamente assurda, ma politicamente chiarissima nei meccanismi di escalation come quello in corso.
Una volta fatto un così grande investimento di credibilità politica da parte di tutti i paesi occidentali nel progetto di “abbattimento dello stato canaglia russo”, ora nessuno se la sente di fare passi indietro perché teme (a ragione) che gli altri compagni di cordata coglierebbero l’occasione per imputargli il (prevedibile dall’inizio) fallimento dell’impresa.
Dunque per quanto tutti capiscano che lo scenario che si profila è quello della terza guerra mondiale, e nonostante tutti capiscano che lo scenario che avevano immaginato all’inizio (collasso del regime putiniano, sostituzione con pupazzo compiacente, e ritorno della Russia ad essere il “benzinaio del mondo”) sia mero wishful thinking, i governi occidentali non sono disposti a fare passi indietro.
Perciò il rilancio è continuo, per quanto inefficace (siamo all’undicesimo pacchetto di sanzioni). E ogni governante occidentale, europeo in particolare, spera che qualcun altro si assuma responsabilità che lui/lei non vuole prendere perché li metterebbe mediaticamente in cattiva luce.
Questa responsabilità può essere quella della pace (e qui solo gli USA sono nella posizione di prendere quella decisione unilateralmente; ma sono anche quelli che hanno meno interesse a prenderla.)
Oppure può essere la responsabilità dello scontro finale, che nessuno si assumerà come atto politico volontario, ma che per scattare ha solo bisogno di una giustificazione “emozionale-emergenziale” adeguata.
E’ per questo che lo scenario preparato da eventi come un incidente nucleare a Zaporizhzhia da imputare ai russi, o come simili eventi catastrofici, diviene così rilevante.
Solo questo ci separa dalla terza guerra mondiale: una provocazione abbastanza robusta ed emotiva da consentire alla servitù mediatica di soffiare sul fuoco per suscitare una parvenza di sostegno pubblico alla guerra totale.
Ecco, nel gorgo di follia irresponsabile in cui il mondo sta precipitando ci sono molti responsabili. Ci sono gli interessi dell’industria bellica, c’è l’opportunismo codardo dei governanti “democratici”, c’è l’inerzia coltivata da decenni di una popolazione ridotta a bestiame (e che farà la fine del bestiame). Ma la responsabilità maggiore di tutte, quella per cui, se c’è un inferno questi lo popoleranno in ogni ordine di gironi, è quella degli “intellettuali” (nel senso gramsciano) e specificamente dei giornalisti.
Senza la codardia della maggior parte del ceto professionale dedicato all'”informazione” e alla “formazione dell’opinione pubblica” i paesi occidentali – paesi che hanno istituzionalmente bisogno di un qualche grado di assenso dell’opinione pubblica – non avrebbero commesso la sequela interminabile di “errori” fatali degli ultimi decenni, sul piano geopolitico, economico, sanitario e infine bellico.
Solo l’esistenza di un ceto organico di mentitori e propagandisti a pagamento ha permesso il degrado della cultura europea, l’infiacchimento terminale di un’intera generazione, l’impoverimento dei più a fronte dell’arricchimento indecente di pochi, il prosciugamento dell’offerta politica, le aggressioni militari camuffate da interventi umanitari, per arrivare infine a bussare all’uscio della terza guerra mondiale.
Non so se avremo la buona sorte di evitare le più drammatiche conseguenze del vicolo cieco in cui ci hanno condotto, ma è da lì, da un azzeramento e da una ricostruzione di questo ceto che potrà ripartire una rinascita, se mai avverrà.
Purtroppo è tutto terribilmente e orribilmente vero…
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Chissà perché lo avevo già anticipato da quel di,
E poi questi russi sono proprio strani, si bombardano la centrale nucleare da soli, si minano le dighe per far si che possano restare essi stessi alluvionati con morti e perdita di materiale,
Manca solo che si sparino nei piedi l’un con l’altro.
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Analisi approfondita e purtroppo molto credibile ma la conclusione sui giornalisti la trovo ingenua. È come se per far comportare in modo corretto un governo basta azzerare i suoi componenti pro-tempore. È una visione che riconduce la responsabilità di quel che accade ai singoli individui. Non è così, esiste un sistema che produce e induce i comportamenti. Il sistema informatico mondiale è in gran parte in mano a governi e potentati economici, di pennivendoli (o di fantoccini da mandare al fronte) se ne trovano sempre in quantità. Chi si rifiuta viene scartato e avanti un altro.
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C’è chi ci accusa di non terminare mai le guerre con gli stessi alleati con cui le abbiamo iniziate : speriamo di fare così anche in questo caso.
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Tutto condivisibile ma questo è esattamente quello che penso da tre anni:
“Ma la responsabilità maggiore di tutte, quella per cui, se c’è un inferno questi lo popoleranno in ogni ordine di gironi, è quella degli “intellettuali” (nel senso gramsciano) e specificamente dei giornalisti.”
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Incredibile il sig. Zhok, ieri virologo, oggi esperto di geostrategia militare.
Se una cerca bene trova anche i suoi articoli in qualità di climatologo.
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Neuron, col tuo mononeurone, non riesci proprio a fare di meglio…
Zhok oargomenta le sue affermazioni e magari si sbaglia anche, ma tu non vai oltre a un goffo tentativo di delegittimazione!
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Provette all’antrace rivedute e corrette.
Chi sarà il novello Powell?
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Per avere un idea della veridicità dello scrivente basta andarsi a cercare le dichiarazioni dei politici polacchi e quelle di stoltemberg,
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Ma possibile che tutti questi governanti non riescono per un attimo a ragionare come se fossero una persona qualunque . Ma allora sono dei robot?
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Non vedono ad un palmo dal naso perché hanno la visuale disturbata dal qlo di Biden. (leggi Usa/Nato)
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👏👏👏👏👏
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👍 Bellissima! 🤣
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