Giro d’Italia, Roma si è presa l’ultima tappa con i fondi Pnrr

ACCORDO CON CAIRO – Contratto con Rcs Sport: la volata sui Fori pagata 1,5 milioni. Mostra, spettacolo teatrale, concerto, villaggio e stand: favorirà il turismo?

(DI LORENZO VENDEMIALE – ilfattoquotidiano.it) – Il gran finale del Giro d’Italia, domenica 28 maggio, di nuovo a Roma. La maglia Rosa incoronata sulla via dei Fori imperiali. E poi villaggi, concerti, mostre: la grande bellezza per il Giro d’Italia di Urbano Cairo, alla modica cifra di 1,7 milioni. Grazie ai soldi del Pnrr, con tanto di contratto tra il Campidoglio e Rcs, e sopra l’intestazione: “Finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU”.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza continua a regalare sorprese e a essere un paradosso irrisolvibile per l’Italia. Da una parte non riusciamo a utilizzare le risorse, tanto che l’Europa ci bacchetta e il governo Meloni sembra pronto ad abdicare a una serie di progetti chiave. Dall’altra, però, abbiamo talmente tanti soldi da spendere, da buttarli in una serie di piccole o piccolissime iniziative che nulla dovrebbero centrare con un macropiano di investimenti strutturali per il futuro del Paese. Come, per l’appunto, l’organizzazione di una tappa ciclistica.

Di solito, la Corsa rosa si conclude a Milano o nelle altre città del Nord, dopo i tapponi alpini. Nel 2023 Roma torna a ospitare l’epilogo cinque anni dopo l’ultima volta. Nel 2018 (c’era la Raggi) fu un mezzo disastro, tra buche e sampietrini che avevano fatto imbufalire i corridori, costringendo l’organizzazione a neutralizzare la tappa. Ora ci riprova Gualtieri e l’assessore allo Sport, Alessandro Onorato, già si frega le mani per poter aggiungere un’altra stelletta alla sua collezione di grandi eventi: “Roma torna a essere Capitale delle manifestazioni internazionali”, aveva commentato al momento dell’ufficialità. Non avevano detto però che il Comune pagherà col Pnrr.

Ospitare la corsa più amata dagli italiani, infatti, non è gratis. Oltre ai servizi collaterali che la città si impegna a garantire (lavori stradali, pulizia, sicurezza, allestimenti), c’è una fee da riconoscere alla società organizzatrice, cioè Rcs Sport, branca sportiva del gruppo editoriale di Cairo. Il Fatto è entrato in possesso del contratto stipulato fra Roma Capitale e l’azienda: il corrispettivo ammonta a 1,5 milioni, a fronte di regolare fattura. Nessun problema: il Comune li aveva già stanziati da un anno, grazie al Pnrr.

L’hanno chiamato “Roma Caput Mundi”: un programma da mezzo miliardo bandito dal ministero del Turismo sotto il governo Draghi per il patrimonio culturale e la promozione della città, che attinge alla Missione 1, Componente C3 del Recovery: “Creare un itinerario turistico nuovo, aumentare il numero di siti turistici accessibili, creare alternative turistiche e culturali valide”, l’obiettivo. Magari incentivare “l’offerta culturale delle periferie e l’integrazione sociale”, come si propone la linea di programma “A mano tesa”. Niente di più giusto.

Ma qui, tra i mille rivoli del piano, ecco la scheda n. 332: 1,78 milioni per “favorire la presenza di eventi legati anche al settore produttivo del turismo”. Cioè la tappa del Giro. “Il ministero del Turismo aveva fatto un bando e noi abbiamo partecipato. Non c’è nessuno scandalo perché la spesa è coerente. Anzi, abbiamo fatto un affare perché l’Abruzzo per la partenza ha speso più del triplo”, spiega l’assessore Onorato. “Poi se uno obietta che questi soldi era meglio metterli su altre voci, bisogna dirlo al governo”. “Noi organizziamo il Giro, e penso che per Roma sarà una grande cosa ospitarlo. Su altri discorsi non entro, riguardano il Comune”, il commento di Cairo.

La maggior parte dei soldi, come detto, il Comune li spenderà per pagare Rcs Sport. Altri 200mila euro finiranno invece alla partecipata Zetema per attività collaterali. Le iniziative si sprecano. Una pedalata amatoriale, una mostra fotografica a tema al Museo di Trastevere, anche uno spettacolo teatrale e, perché no?, un concerto in piazza a Ostia: suona l’orchestra Rumba de Mar. La gara prenderà il via sul litorale laziale: all’Eur il villaggio di partenza, in piazza del Popolo “Girolandia” (gli stand degli sponsor), gran finale in volata sui Fori imperiali. Per la premiazione trionfale in piazza Venezia attesi il sindaco Gualtieri, l’assessore Onorato e il solito codazzo politico di amici degli amici: da contratto alla città ospitante spettano ben 100 accrediti. Il minimo, con tutti i soldi che ci mette il Comune. Pardon, il Pnrr.

1 reply

  1. Certo, questo è importante. L’edilizia scolastica, la ricostruzione dell’Aquila, ancora ferma, le montagne che franano e gli acquedotti che perdono il 40% dell’acqua sono bazzecole. Il PNRR viene utilizzato all’Italiana, per spese sconsiderate e dopotutto inutili e probabilmente inquinate dalla corruzione dilagante. Ma l’UE non doveva vigilare da vicino? Che fa?

    Sapete, a volte sogno cosa sarebbe avvenuto se Conte ed i 5S fossero al governo. Con quella montagna di soldi, avrebbero rivoltato l’Italia come un calzino (ricordate il ponte di Genova rifatto in 1 anno grazie all’ ingiustamente vituperato Toninelli?). Ecco. Invece abbiamo fitto (minuscolo) che boccheggia e si impappa perché sa solo una cosa del PNRR , che son soldi da destinare a risollevare il paese. Come? Boh!, non fategli domande scomode

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