I MOTIVI DELLA CRISI – Un saggio per ripercorrere le vicende degli ultimi quindici anni e ricostruire la divisione storica nata con la Rivoluzione francese che ha determinato tre identità: liberale, egualitaria e socialista […]

(DI DOMENICO DE MASI – ilfattoquotidiano.it) – Se un domani Giorgia Meloni riuscisse a introdurre il presidenzialismo, se poi il presenzialismo riuscisse a trasformarsi in autoritarismo e l’autoritarismo in turbofascismo, chi volesse capire come mai tutto questo sia successo dovrebbe leggere Si fa presto a dire sinistra. Tre anime in cerca di identità pubblicato in questi giorni da Salvatore Cannavò, vicedirettore del Fatto Quotidiano ed editor di Jacobin Italia, una delle più belle riviste – per contenuto e per veste grafica – della sinistra italiana.
Le sigle sono innumerevoli: Pci, Sinistra arcobaleno, Pd, Prc, Pds, Rifondazione comunista, Potere al popolo, Unione popolare, Sinistra italiana, LeU, Lista Tsipras, Sel, Possibile, fino a Ex OPGJe so’ pazzo, e così via. Lette tutte di seguito, rendono conto dei contorcimenti, dei congiungimenti, delle separazioni, dei ripensamenti, dei tradimenti, delle frantumazioni della sinistra liberaleggiante e di quella socialisteggiante. Inoltre, spiegano ampiamente sia il recente approdo della Meloni al potere, sia il crescendo di autoritarismo che connoterà la sua azione politica nei prossimi anni, fino a imporre progressivamente forme inedite di fascismo che non si chiamerà fascismo ma che, di fatto, lo sarà.
Per evitare quest’esito repellente non c’è che la sinistra, purché rivoluzionata da una totale ma improbabile palingenesi. I Greci dicevano che quando qualcosa è necessaria e tuttavia impossibile, la situazione è tragica. Noi in Italia – è bene ammetterlo – ci siamo cacciati in una situazione tragica. E il prezioso libro di Cannavò ce ne svela storicamente, chirurgicamente, impietosamente il come e il perché.
È chiaro cosa cercherà di fare la Meloni, che ormai può cavalcare e staffilare con tranquilla sicurezza i membri del suo governo: procederà nella imposizione dell’ordine interno avviata con il decreto contro i rave party; abbinerà la retorica nazionalista e patriottarda con la rassicurazione della propria fedeltà all’Ue, alla Nato e agli Usa; occuperà tutti gli spazi consentiti dalla democrazia sempre mantenendo ambigui rapporti con il fascismo; difenderà la sua concezione di comunità sociale incentrandola sulla lotta alla denatalità, sulla famiglia tradizionale ed eterosessuale; difenderà l’identità nazionale, il localismo, la terra, i valori, gli stili di vita, la cultura dei padri, avversando il globalismo, il multiculturalismo, il politicamente corretto, l’immigrazione, le organizzazioni non governative; manterrà un rapporto accortamente bilanciato tra lo Stato e il sistema produttivo ma, neoliberisticamente, si guarderà bene dal disturbare i produttori e farà in modo che la libertà dei privilegiati non sia minata dal rancore dei subordinati; devota a Edmund Burke e a Roger Scruton, identificherà i mutamenti sociali con la sovversione e associerà l’innovazione all’insicurezza, alla precarietà, a un futuro incontrollabile e capace di travolgere le nostre esistenze; evocherà il passato come porto sicuro, protezione, riparo, atavico bene rifugio; estenderà il raggio d’azione del suo partito fino a coprire tutta l’area conservatrice, legittimandosi come unica e vera destra del futuro.
A tanta furia solo la sinistra può fare da baluardo pur non avendo tutte le carte in regola. L’Ulivo disarticolò il tessuto sociale, precarizzò il mondo del lavoro, privatizzò le aziende pubbliche, ridusse il welfare. Il Pd – né socialista, né democristiano, né di sinistra e nemmeno progressista, confusamente americano – ha praticato l’interclassismo ma ha privilegiato le classi medie; ha facilitato la convergenza tra datori di lavoro e lavoratori, ma a scapito di questi; ha parlato di equità della distribuzione ma ha operato più in favore della produzione, ha predicato i valori socialdemocratici ma ha praticato quelli neoliberisti.
I 5 Stelle, da parte loro, hanno preferito barcamenarsi a lungo tra destra e sinistra, si sono fatti risucchiare nel gioco governativo, tuttora oscillano in modo ondivago dimostrando un’identità friabile e acerba.
Il risultato è che le distanze tra ricchi e poveri sono aumentate, che tutte le sinistre messe insieme non superano il 40% dei voti potenziali perché non sono in grado di proporre all’elettorato un modello di società nettamente alternativo a quello che ha in mente la Meloni. Tuttavia, nello scenario di sinistre liberaleggianti e socialisteggianti, solo queste ultime sono in grado di confrontarsi con il capitalismo e con la sua matrice neoliberista.
Innumerevoli sono i temi che il testo di Cannavò mette a fuoco. Accenno a quello della comunità, intesa come valore che fu identitario delle destre ai tempi di Tönnies e Peguy ma che, dopo Adriano Olivetti, può diventarlo per le sinistre. Oppure penso al tema del lavoro, che resta centrale in tutti i programmi delle sinistre benché, di fatto, ormai rappresenti appena un decimo della durata di vita dei cittadini, anche di coloro che, come direbbe Maurizio Landini, “per vivere hanno bisogno di lavorare”. Anche se il progresso tecnologico ci avvicina alla liberazione dal lavoro, ciò non toglie che liberarsi dal lavoro non risolve i problemi delle disuguaglianze di genere o della salvezza ecologica.
Insomma, siamo di fronte a un salto epocale e le sinistre, se vogliono gestirlo, debbono liberarsi della politica-spettacolo, appropriarsi di una rinnovata strumentazione critica, recuperare il valore e la forza dell’ideologia.
L’analisi spietata ma rigorosa della crisi in cui versano le sinistre, offerta dal libro di Cannavò, si placa in un capitolo finale dove viene avanzata una ricca serie di convincenti proposte per trarre queste sinistre dalla palude in cui sono impantanate. Prendono così nuova luce e vigore i concetti di lavoro, classe, genere, ideologia, libertà, comunità, uguaglianza e fraternità.
ma se invece di farvi delle seghe mentali pensando a quello che la Meloni potrebbe fare nei prossimi dieci anni, immaginando forme di fascismo che nemmeno sapete definire tali, pensaste a tutti i disastri che la sinistra ha già fatto negli ultimi dieci anni, e la piantaste quindi di propinarci la storiella che la sinistra è bella brava e buona e può essere un argine alla dittatura?
perché la dittatura l’abbiamo già vista. il fascismo l’abbiamo già visto, solo che non è stato chiamato “fascismo” perché non era di destra, era di sinistra (o meglio: piddino) e allora tutto bene, era una cosa buona e giusta.
a cosa mi riferisco? mi riferisco alla dittatura dei poteri forti, dell’Unione Europea (il mostro peggiore di tutti), all’usurpazione di sempre più poteri da parte del Presidente della Repubblica (chi ha paura del presidenzialismo dovrebbe porre l’attenzione ai superpoteri di Napolitano e Mazzancolla, che hanno fatto e disfatto governi a piacimento, e rendersi conto che un presidenzialismo di fatto c’è già, solo che gli elettori non possono scegliere il loro presidente, lo scelgono sempre lorsignori di cui sopra), alla progressiva e sempre più dilagante tacitazione della volontà degli elettori, che viene bollata come “populismo”, per dire che quei puzzoni dei cittadini votano con la pancia e quindi non vanno ascoltati.
penso ai governi tecnici che ci hanno spacciato come benefici, ai Monti e Draghi presentati come salvatori della patria, alla democrazia bloccata e nelle mani di gente mai eletta e che non risponde a nessuno, mentre i trombettieri del regime (guarda un po’, tutti sinistroidi radical chic) come Mieli e Sorgi parlavano di non far più votare gli elettori e di lasciare per sempre Draghi, e in caso contrario “governo militare” (Sorgi dixit): pensate se qualcuno lo dicesse della Meloni: sarebbe bollato come nazifascista e spedito in carcere; l’hanno detto su Draghi nel primo e terzo quotidiano italiano e nessuno ha fatto un plissé.
penso alla macelleria sociale dei governi Letta, Renzi e Gentiloni – ma soprattutto Renzi: remember Jobs Act?, e per inciso il governo Renzi fu anche quello che più tagliò la sanità.
e siccome ho parlato solo di 10 anni faccio grazia delle schifezze dei governi di sinistra precedenti, a partire dalle lenzuolate e privatizzazioni di Bersani.
la volete quindi piantare di parlare della Meloni come il male e presentare la sinistra come il bene? non so se la Meloni farà dei danni, ma peggio di queste schifezze, fatte da quelli che oggi secondo De Masi dovrebbero essere l’argine alla destra, si fa veramente fatica.
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“a partire lenzuolate e privatizzazioni di Bersani”
su questo dissento!
esse sono state le migliori riforme economiche liberali mai fatte, hanno rotto monopoli e cartelli, tante è vero che le hanno pian piano, zitti zitti, nel tempo modificate e bloccate.
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Ok per le liberalizzazioni fatte da Bersani, però non dimenticare che è lo stesso Bersani firmatario del decreto che esentava la chiesa dal pagare l’ici e che non riuscì a scalfire il monopolio di corporazioni quali tassisti, farmacisti e notai.
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non cambia di una virgola quello che ho scritto!! al contrario di tutti i suoi predecessori conservatori.
avesse fatto di più (magari) avrebbe meritato il Nobel per l’economia.
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Bersani cercò di liberalizzare – peraltro senza riuscirci, vista la successiva restaurazione dello status quo ante – il livello più basso di bottegai e piccoli professionisti intestatari di licenze. Naturalmente dopo aver assistito silente alla più grande svendita a prezzi di magazzino di aziende pubbliche (un migliaio) che avevano fatto la fortuna del boom economico italiano. Questo a partire dal panfilo Britannia (correva l’anno 1992) orchestrato da Mario Draghi, presenti un plaudente Prodi capo dell’IRI, banchieri e le eminenze grigie dei successivi governi di centrosinistra convertite senza alcun ritegno al neoliberismo. Paradossalmente fu la sinistra scaturita dall’ex più grande partito comunista d’occidente a mettere in atto quell’ignobile operazione che durò quasi un decennio e che toccò il culmine con Massimo D’Alema premier inneggiante ai “capitani coraggiosi”. Nei primi anni 2000 era gia tutto finito : l’Italia era stata consegnata nelle mani di oligarchi mondiali. Fine dei giochi! La Sinistra morì definitivamente in quegli anni. Eppure doveva far parte del suo patrimonio intellettuale e ideologico la difesa dell’economia mista pubblico-privata che avrebbe consentito una programmazione economica a favore dei ceti medio-bassi. Tutto buttato alle ortiche! Il miracolo della resurrezione del suo cadavere è affidato a una spero possibile nascita di una generazione di avveduti, non prima della catastrofe prossima ventura. Mi viene da sorridere se penso al Pd (parte avversa) con a capo la giovane fanciulla senz’arte né parte!
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Non c’è peggio padrone del povero all’ improvviso arricchito.
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👏👏👏👏👏👏
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Peggior….
L’applauso ci sta anche da parte mia 👏👏👏👏👏
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Ancora con sta storia del m5s ondivago.
I 5s non hanno più milioni di voti per continuano a dialogare col PD. Punto e basta. Non c’è altro da dire.
E lo dice uno che pensa che bisogna votare 5stelle a prescindere dal tema “coalizione”
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Ecco il problema del m5s,essersi collocato a sinistra, è diventato una minoranza della minoranza,basta ascoltare gente come De masi
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Diciamo che ultimamente, e soprattutto con l’ avvento della Schlein, il PD è diventato più “destroso” che mai. Ovviamente i media millantano il contrario : “mai così a “sinistra”; conta quello che si dice e non quello che si fa.
Da cosa l’ arguiscano non si sa, dato che di “sinistra” ci sono solo parole riguado i poveri – che non contano alcunchè – mentre l’ unico atto di “sinistra” che avrebbe qualche significato sarebbe votare contro l’ invio delle armi in Ucraina assieme a Conte.
Come sempre più spesso accade, però, con la bocca si dice una cosa ma col “corpo” – che manda messaggi più o meno subliminali molto più efficaci – si proclama altro. Si è trovata la scusa della consulente d’ immagine per sdoganare platealmente l’ orrendo colore della maglietta di Zelensky: il verde militare tanto carico di significati.
E mentre Zelensky sta pian piano scurendo tale colore virando molto più spesso verso il nero (che data la sua continua attività esclusivamente di padrone di casa per visite Vip gli si confà molto di più e poi “sfila”…), noi come al solito arriviamo più tardi, ma non mancano le signore “sinistre” a rendere immediato omaggio: ne ho viste due (Sciarelli, terrorizzata dal Vaticano che zittisce continuamente il povero Orlandi), e la loquacissima Malpezzi. alla quale il verde militare , poveretta, dona proprio poco: ma ormai è una divisa e giurerei che ne vedremo altre.
Un vago verdino polvere lo indossava anche Lady Zelensky che, assieme al premier ucraino Shmygal, è corsa a Londra a festeggiare con gli altri Vip.
Non ci sono più i potenti di una volta: ve la immaginate la Regina Madre e Churchill, con l’ Inghilterra bombardata da più di un anno e continuamente in cerca di “sacrifici” da parte di mezzo mondo, correre sorridenti a festeggiare l’ incoronazione di uno dei tanti reali europei?
Ma siamo sicuri che tra Vip in continua visita ( arriva ogni giorno di tutto, a Kiev…), balli, ricevimenti, viaggi in qua e in là, affari che già si preparano… l’ Ucraina sia in guerra?
Da come si comportano i suoi “responsabili” temo che in guerra ci siamo solo noi …
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c’è un periodo nell’articolo che parla proprio dei danni provocati dalla “sinistra al potere”
ma è proprio la parola sinistra che metto in discussione.
Spesso si fa molta confusione e le parole a forza di usarle a sproposito perdono il loro significato originario, es. Letta, Renzi, Gentiloni, Veltroni, Prodi e ultima Elena detta Elly sono espressione della sinistra? o sono la personizzazione della mistificazione della sinistra?
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Non capirò mai questa storia delle sinistre unite. Premesso che Azione e Iv qualche giocherellone (non certo De Masi) le annovera tra le sinistre quando sono destre filo-affariste, lo dimostra il loro sostegno a qualsiasi schifezza meloniana: è bene ricordare che la sinistra in questo paese è quasi una parolaccia, questo non solo per la propaganda a reti unificate, ma prima di tutto per la pessima politica parlamentare che l’ha vista dimenarsi come un pesce nella rete berlusconiana, perché in fondo il “nemico” faceva leggi chiavica per entrambi. Il paradosso è che le reali politiche di sinistra (quelle decenti) possono piacere a molti elettori, ma non glielo si può dire. Per cui M5S che ha fatto leggi decenti, le ha fatte nascere con la “sinistra” che le votava contro, i sindacati che non le sostenevano, ma che adesso le fanno proprie perché c’è il nuovo segretario che non le schifa. Troppo comodo chiudere il cancello quando i buoi non sono scappati, ma li hanno macellati. L’arrivo del nuovo segretario PD e le conseguenti mosse erano scontate, non capisco perché quelli che ci dovrebbero capire per poi spiegarci le cose, si sorprendano di come una persona (di buona volontà o meno non ha importanza) votata con grande aiuto da chi non è iscritto al PD, per comandare un partito costruito da ben altre persone, possa fare scelte politiche poco coraggiose e limitate. Il PD è ancora quello del governo Renzi, con dentro un fulcro di gente fedele o simpatizzante, attorniato da gente che si piega come fili d’erba al vento, col nuovo segretario già in scia dietro a Elly. Per mio conto i 5 stelle non “hanno preferito barcamenarsi a lungo tra destra e sinistra”, ma sono nati postideologici, lo si può accettare o criticare, ma ignorare la storia (se pur breve), lede il senso dell’argomentazione e anche la verità dei fatti.
De Masi dice che “si sono fatti risucchiare nel gioco governativo”, ma per me hanno governato, per misure che anche lo stesso ha elogiato e che non avrebbero visto la luce altrimenti. Come si fa scentemente ad operare una dicotomia così netta, alla luce del fatto che il reddito di cittadinanza, misura di sinistra che la sinistra non voleva, M5S l’ha fatta volare alla Lega? Lega che l’ha solo digerita malamente, ma era ovvio che l’avrebbe rivomitata insieme all’innaturale vicinanza alla classe povera che non collima coi salotti ricchi.
Se parliamo del governo Draghi invece sicuramente è stato un disastro, ma è bene distinguere i periodi.
In fine “Tuttora oscillano in modo ondivago dimostrando un’identità friabile e acerba.”, al momento chi ha appena votato per bruciare i soldi del PNRR frutto della nostra sofferenza e morti per comprare armi è il PD. Per cui si ritorna al punto di partenza, e voler mettere tutte le “sinistre” insieme sullo stesso piano, quando M5S non può dirsi di sinistra perché perderebbe voti, per colpa di chi non ha fatto politiche di sinistra pur dicendosi tale e non non può dirsi di sinistra perché chi si dice di sinistra non lo vuole nel club.
Il PD è ondivago, per natura, ma non è mai una loro colpa, ma del M5S che non si vuole alleare.
Conte che critico per tanti motivi che sui giornali non trovano cittadinanza, non può anche avere la responsabilità, di derogare dei principi perché disturbano l’unità, così come quest’idea cretina secondo la quale essere opposizione sia una livella per le proprie idee.
La Meloni era “opposizione” nel governo Draghi e non l’ho mai vista urlare contro il premier, così come Forza Italia è stata opposizione e votava col PD e viceversa. Insomma come si propaganda l’idea che per fare la pace bisogna continuare a mandare armi, per fare opposizione, non bisogna fare opposizione e votare a favore.
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Se non si esce dall’ Europa e dalla Nato che e’ ormai integrata in questa Europa stessa , la sinistra non puo’ piu’ risorgere ficchiamocelo in testa , Almeno come la intendiamo noi . Quindi serve sovranita’ prima di tutto , monetaria e politica . Dopo e solo dopo si puo’ cominciare a sperare che rinasca , perche’ questa Europa nata principalmente sulla moneta , non puo’ che avere basi finanziarie legate a doppio filo con tutte le altre istituzioni finanziarie , bancarie ecc. , le quali nella loro filosofia prima c’e’ il profitto e se avanza qualche briciola c’e’ l’uomo , che negli ultimi anni sta per essere soppiantato pure dagl animali . Non e’ forse vero ?
Ecco perche’ continuare a parlare de sinistra serve a ben poco oggi come oggi .
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Questi discorsi li facevano anche i 5 stelle de na volta , poi se so innammorati de la Vonder come caxxo si chiama e tutto e’ caduto nel dimenticatoio ( loro )
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Non conta come q quando si urla, ma come e quando si vota.
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“Una serie di proposte per trarre queste sinistre dalla palude dove si sono impantanate” ecco, invece occorre esattamente il contrario, cioè una serie di proposte per velocizzare il loro definitivo affondamento! Perché il problema è la mancanza dei cosiddetti fondamentali, se non sei di sinistra, non avrai in mente uno straccio di idea di sinistra, e come disse quello ” non aveva un’ idea in testa, e per questo era un ottimo oratore da comizi in provincia”. Se gli oratori di provincia si ficcano nella palude ed affondano, poco male, la dipartita sia loro lieve, ma purtroppo no, stanno ancora a galla, come gli stro@zi, mentre nella palude annaspano i cittadini! Il vero mistero è come si possa, ancora, pensare di salvare chi ti ha buttato nella palude, invece di salvare te stesso! L’ unico atto di pietas nei confronti di questa pseudosinistra posticcia, è evitare l’ accanimento terapeutico: è cerebralmente morta! Il M5S prenda nota, la necrofilia è disdicevole!
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Un plauso ai vari interventi di Adriano58, Paolo_b e Alessandra
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