Il Colle: “Precarietà e bassi salari una piaga”. Sindacati (e Chiesa) contro il decreto che elimina il Rdc. Il governo tira dritto. Il lavoro è “indice di dignità” e il lavoro povero ha una remunerazione tale da non permettere […]

(DI VIRGINIA DELLA SALA – ilfattoquotidiano.it) – Il lavoro è “indice di dignità” e il lavoro povero ha una remunerazione tale da non permettere “una esistenza decente”: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parla da Reggio Emilia, in visita a un’azienda di meccatronica tra le eccellenze italiane e in occasione della Festa del lavoro.
Il suo discorso risuona non solo alla vigilia del Primo maggio, ma anche nei giorni che precedono il Consiglio dei ministri con cui il governo ha intenzione di ridurre e ridimensionare il Reddito di cittadinanza e di rendere ancor più precario il lavoro. È la festa di Giorgia Meloni: viene definita “data simbolica” ma di fatto sarà uno sfregio alla dignità dei lavoratori. Basta guardare infatti ai contrasti, tanto più evidenti quanto assurdi e beffardi sono i tempi scelti per l’operazione.
Il capo dello Stato ribadisce la necessità di “affermare con forza il carattere del lavoro come primo, elementare modo costruttivo di redistribuzione del reddito prodotto”. È un richiamo alla politica: “La precarietà come sistema stride con le finalità di crescita e di sviluppo”. Parla di “ampliare la base del lavoro” e si concentra sulla sua “qualità” che deve essere “assillo costante a ogni livello”.
Sull’altro fronte, il governo sceglie di dedicare il Primo maggio all’approvazione di un decreto che di fatto taglia il sostegno pubblico alla povertà e allarga proprio le maglie del precariato, diminuendo il potere negoziale del lavoro. Il Rdc diventa “Assegno per l’inclusione”, agli avviabili finisce un sostegno da 350 euro al mese per un anno al massimo e saranno obbligati ad accettare offerte che prevedano l’assunzione anche per un solo mese e con orario al 60% del tempo pieno. In più, stando alle ultime bozze, si infligge un altro colpo al decreto Dignità con un alleggerimento dei vincoli sui contratti a tempo determinato, a partire dalla semplificazione delle causali, cioè le motivazioni che le aziende sono tenute a riportare quando sottoscrivono un rapporto a termine con un dipendente visto che per la normativa europea le assunzioni stabili dovrebbero essere la regola. Non serviranno più per i rinnovi oltre l’anno e, sempre secondo l’ultima bozza, saranno in generale affidate ai contratti collettivi o, in assenza della previsione contrattuale, individuate dalle parti per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva. Il lavoratore, insomma, in un contesto di generale liberalizzazione del precariato rischia di subire le decisioni del datore.
Misure quindi ben lontane dal contrasto a quella “amarezza in chi constata che la piena occupazione, specie per i giovani e le donne, è di là da venire” di cui parla Mattarella, che fa riferimento proprio al Mezzogiorno dove “persistono frammentazione e precarietà, condizioni di lavoro insicure, divari salariali, costo della vita in aumento”. C’è, ricorda, un “rapporto stretto che interviene tra lavoro, coesione sociale e saldezza delle istituzioni, dunque, della democrazia”. Anche perché “stagnazione salariale e sicurezza sul lavoro, nonostante i passi compiuti, sono temi in perenne discussione”. Che evidentemente è destinata a perdurare.
Come logica vuole (in un contesto in cui però la sua applicazione non è più così scontata) sindacati e opposizione sono in fermento: la premier Giorgia Meloni ha convocato Cgil, Cisl, Uil e Ugl a Palazzo Chigi solo oggi. “L’idea che in un momento in cui aumenta la povertà, si taglia il Reddito di cittadinanza a noi sembra una follia – spiega il segretario della Cgil, Maurizio Landini – Agli incontri ci andiamo, ma è chiaro che essere convocati la domenica sera per un provvedimento che hanno già deciso e faranno il lunedì mattina non è quello che chiediamo”. La segretaria del Pd, Elly Schlein, parla di “provocazione” sulla scelta della data per “un decreto che porta il lavoro nel nome ma spinge il lavoro precario di cui questo Paese non ha più bisogno”. Ricorda che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e sul lavoro dignitoso e chiede al governo di “cambiare rotta”. Il M5S parla di “decreto precariato” mentre il leader Giuseppe Conte difende quel Reddito voluto proprio dal Movimento: “Con furore ideologico hanno attaccato una misura di protezione sociale, ma ci sono delle famiglie che non ce la fanno e persone fragili” ha detto a Brindisi durante la presentazione del candidato sindaco Roberto Fusco, della coalizione progressista nata sull’intesa con il Pd.
Ma l’opposizione che davvero pare preoccupare il governo è quella del mondo cattolico. Il pressing della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) su Palazzo Chigi e in particolare sul sottosegretario Alfredo Mantovano avrebbe addirittura contribuito ad ammorbidire il testo nei giorni scorsi rispetto alle prime bozze circolate e alle dure intenzioni della Meloni. Cei, Acli e le Associazioni cristiane lavoratori italiani nei giorni scorsi hanno infatti presentato un documento con alcune proposte per esortare il governo a trovare soluzioni concrete, a partire dal salario minimo. E dentro non c’è traccia alcuna di abolizione del Rdc né di precarizzazione del lavoro.
Non sono contrario ai contratti a termine senza le inutili e burocratiche causali che in realtà non tutelano nessuno, se non in qualche raro caso, dato che i controlli non esistono.
Deve invece essere cambiato l’approccio, premessa la necessità di un salario minimo (quota oraria base di 10 €), il lavoro a termine va retribuito almeno 1,5 volte in più rispetto al tempo indeterminato.
Perché? Perché una famiglia deve mangiare anche quando non c’è il lavoro.
Conseguenze:
finiscono gli abusi sul TD
la gente sarà molto più disponibile ad accettare questa tipologia di contratto.
Fine dei problemi.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Bene che il PdR parli di questo problema del precariato , ma questa tipologia di contratti c’e’ da una trentina d’anni o giu’ di li , e ha avuto un’impennata col min. Treu . Perche’ ne fa menzione solo ora ? Eppure diverse volte la stessa UE ha richiamato l’ Italia a stabilizzare questi contratti indecenti inascoltata . Lo dico sommessamente e con il dovuto rispetto , non sara’ che , e’ perche’ ora a governare c’e’ una parte politica diciamo , diversa ? Cosa ha fatto la cosiddetta sinistra in tutti questi anni per combattere il precariato ?
"Mi piace"Piace a 1 persona
Come mai Mattarella, lo dico senza rispetto per come ha agito in tutti questi anni il presidente della repubblica, non ha mai detto nulla sul job act o sulla cancellazione dell’articolo 18. Il sindacato ha fatto il palo mentre venivano derubati i lavoratori. Che facce di Tola per non dire c…
"Mi piace"Piace a 2 people
Da decenni fanno festa. Poi gli fanno la festa…
"Mi piace""Mi piace"
Il decreto dignità ci aveva provato a riequilibrare le cose, ma se dietro di te non hai i poteri forti e devi obbedire a confindustria non duri a lungo.
"Mi piace""Mi piace"