Condono agli evasori: hanno abolito le tasse

Era uscito in extremis dalla porta della legge di Bilancio, alla fine dello scorso anno, ma ora rientra dalla finestra. Il condono fiscale per gli evasori, rivelato nei mesi scorsi dal Fatto, sta per trovare spazio nei decreti […]

(DI NICOLA BORZI E GIACOMO SALVINI – Il Fatto Quotidiano) – Era uscito in extremis dalla porta della legge di Bilancio, alla fine dello scorso anno, ma ora rientra dalla finestra. Il condono fiscale per gli evasori, rivelato nei mesi scorsi dal Fatto, sta per trovare spazio nei decreti attuativi della legge delega di riordino fiscale che il governo guidato da Giorgia Meloni porterà giovedì della prossima settimana al Consiglio dei ministri. Verranno così depenalizzati sia le dichiarazioni fiscali infedeli per valori sopra i 150mila euro sia gli omessi versamenti. La questione è stata toccata in un incontro che si è tenuto ieri al ministero dell’Economia tra il viceministro con delega agli Affari fiscali, Maurizio Leo (Fratelli d’Italia) e i sottosegretari del Mef. Ora la palla passa a Palazzo Chigi che dovrà trovare una quadra anche col ministero della Giustizia. Al Consiglio dei ministri di giovedì 16 marzo, il governo discuterà la legge delega sui principi del complesso riordino fiscale sui quali la maggioranza discute da mesi. Nel testo del provvedimento non è previsto alcun riferimento diretto al condono dei reati fiscali minori, così come non ci saranno le tre aliquote invece delle quattro attuali sul fronte dell’imposta sui redditi delle persone fisiche. La legge delega indicherà in maniera generica l’introduzione di un “patto” tra i contribuenti e lo Stato, tema caro alla narrativa del ministro Giancarlo Giorgetti e a quella del suo vice Leo, che ha la delega alla partita. Inoltre ci sarà un riferimento al tipo di “adesione”: si stabilirà il principio, dunque, che se ciò che non si è dichiarato viene restituito non si correrà il rischio di un processo penale.

Come previsto dal meccanismo della delega, i contenuti saranno inseriti nei provvedimenti di dettaglio ex post per regolare nel concreto la riforma, ovvero i decreti legislativi che daranno attuazione alla delega che Palazzo Chigi chiederà al Parlamento. Tra i dlgs potrebbe trovare spazio anche la norma che prevederà la depenalizzazione di fatti per i “vecchi” reati di dichiarazione infedele (più grave) e omesso versamento (meno rilevante) che in passato facevano scattare il penale quando le somme superavano i 150 mila euro. La depenalizzazione di fatto, secondo quanto trapela, sarà regolata in base alla sottoscrizione di un “patto” tra contribuente ed Erario e prevederà il completo versamento di quanto dovuto.

A spingere per questa virata delle norme in materia fiscale non è solo il viceministro Leo. Il fronte a favore della norma da inserire nell’ambito della più generale riforma del Fisco vede coagularsi anche il sostegno del ministro della Giustizia, Carlo Nordio (FdI), e del viceministro Francesco Sisto (Forza Italia). Non è la prima volta che la depenalizzazione di fatto dei reati fiscali emerge tra le pieghe dei provvedimenti del governo Meloni. Dopo la segnalazione dei mesi scorsi, durante la conferenza stampa di fine anno, il presidente del Consiglio, a precisa domanda del Fatto sulla questione, aveva risposto che la depenalizzazione dei reati fiscali minori diversi dalla frode la trovava d’accordo.

D’altronde giù nella legge di Bilancio il viceministro Leo aveva trovato modo di inserire una decina di condoni, grandi e piccoli, dalle mini cartelle alle liti tributarie. Se i condoni dell’era Tremonti avevano almeno l’alibi della necessità di incassare, quelli della manovra voluta da Leo causeranno invece una riduzione delle entrate fiscali calcolato in minor gettito per 1,6 miliardi già per quest’anno. All’epoca del varo della manovra, due mesi e mezzo fa, era saltato il blitz che cercava di depenalizzare pure l’omessa dichiarazione, cioè l’evasione totale, stoppato tanto da Meloni e Giorgetti.

Ma a gennaio, durante un evento del Sole 24 Ore, Leo era tornato alla carica chiamando “semplificazione del sistema sanzionatorio” la riedizione di fatto dello scudo penale sui reati fiscali, anche se non più all inclusive come nella versione totale che il viceministro aveva tentato di far passare a fine 2022. Resta da capire se la depenalizzazione varrà per chi provvede da sé prima di essere scovato o se varrà anche per chi sarà stato beccato dall’Agenzia delle Entrate, se per l’evasione “materiale” (ricavi non dichiarati) o “interpretativa”, cioè basata su una diversa valutazione dell’Agenzia delle Entrate. I motivi addotti sono sempre gli stessi: la riforma della riscossione, un tax gap tra 85 e 100 miliardi, la necessità di “una lotta all’evasione efficace”, la necessità di cambiare il metodo di accertamento.

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