Il Guardasigilli durante il question time alla Camera respinge la richiesta di allontanare da via Arenula il sottosegretario meloniano sotto inchiesta per rivelazioni di segreto d’ufficio. “Spetta al ministero definire la qualifica dei documenti”

(di Liana Milella – repubblica.it) – ROMA – No alle dimissioni da sottosegretario di Andrea Delmastro. Parola di Carlo Nordio. Che per di più in modo netto attribuisce “solo” al suo ministero, e non alla magistratura, la categoria di segretezza da apporre a un proprio documento. È un Nordio durissimo quello che, nei soli tre minuti scarsi del question time alla Camera, respinge seccamente la richiesta di allontanare da via Arenula il sottosegretario meloniano sotto inchiesta a piazzale Clodio per rivelazioni di segreto d’ufficio. Glielo chiede il Movimento 5 stelle con Valentina D’Orso e Federico Cafiero De Raho. Ma il suo niet è altrettanto netto. A partire dal no alle dimissioni. Vediamo perché.
La “sentenza” di Nordio
Ecco le parole di Nordio: “È un’ispirazione velleitaria e metafisica che l’informazione di garanzia possa costituire oggetto di dimissioni. Se così fosse, noi devolveremmo all’autorità giudiziaria il destino politico degli appartenenti a un’assemblea che oggi riguarda Delmastro, ma domani ognuno di voi”. Nordio guarda l’emiciclo, e pronuncia la sua “sentenza”. Quindi Delmastro resta al suo posto.
“Non decidono i pm sulla segretezza degli atti”
Quanto alla classificazione del documento richiesto da Delmastro allo stesso Dap e poi utilizzato dal capogruppo di FdI in aula contro il Pd il 31 gennaio, Nordio non solo conferma quanto ha già detto per due volte nella stessa aula, ma ne amplia i confini, quasi a negare che possa esistere la stessa inchiesta giudiziaria perché sarebbe abnorme se fosse quest’ultima, e non il ministero stesso, a decidere la classificazione di segretezza di un documento. “Siamo rispettosissimi dell’intervento della magistratura – specifica Nordio – e attendiamo con fiducia l’esito dell’indagine che riguarda Delmastro. Ma se la qualifica della segretezza o meno dell’atto non dovesse più dipendere dall’autorità che lo forma, cioè dal ministero, ma dovesse essere devoluta alla magistratura potrebbe crearsi una problematica che dovrebbe essere risolta in un altra sede”. Un’affermazione che già di per sé annuncia come possibile un ricorso alla Corte costituzionale.
Del resto Nordio conferma esattamente quanto ha già detto. Eccolo ribadire che “la classificazione della natura dell’atto oggetto di contestazione – segreta, riservata, riservatissima, o altro – per legge appartiene all’autorità che firma il documento. Quindi spetta al ministero definire la qualifica degli atti di cui si parla”. Ma lo stesso Nordio ammette stavolta che la dicitura che fu apposta alle carte – e cioè a “limitata divulgazione” – “è una formula di per sé inidonea a connotare il documento trasmesso come atto classificato, quindi una mera prassi interna”. Ma poi, da ex pubblico ministero, fa anche una lezione alla magistratura che sta indagando e pure ai giuristi, e dice: “Per quanto riguarda il reato di divulgazione di segreto d’ufficio, la parola “segreto” non può essere interpretata in modo estensivo in malam partem, e cioè contro la persona che è indagata. Tutti sanno che la norma penale può essere interpretata in modo estensivo soltanto in bonam partem. Quindi quello che è segreto è segreto, quello che non è segreto non rientra tra gli atti dei quali si sta oggi parlando”.
Un modo per dire che la stessa indagine di piazzale Clodio non ha alcuna ragione di essere. Perché è stata via Arenula a decidere la classificazione del documento (anche se ammette che è sbagliata), e la magistratura non può espropriare il ministero, ma può solo accettarne la decisione. Quindi Delmastro non ha violato nulla perché il documento non era stato classificato come segreto, e tantomeno per un fatto inesistente può essere “dimesso”.
Protesta il M5S
Ovvie le proteste di M5S con l’ex procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho che, all’opposto, ribadisce come ci sia stata una palese violazione del segreto amministrativo che giustifica la richiesta di togliere a Delmastro la qualifica di sottosegretario. Anche perché, dice Cafiero, non si usano documenti riservati per attaccare l’opposizione come invece è avvenuto.
LA FACCIA COME IL C..O
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Anche basta confondere le idee agli ignoranti e fare il gioco delle 3 carte !! Abbiamo capito benissimo chi comanda , non vedevano l ora !!
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