L’autogol dei sovranisti a tutto gas

Da quanto erano furibonde, ieri le destre sembravano le opposizioni davanti ai risultati delle elezioni regionali.

Giorgia Meloni

(Gaetano Pedullà – lanotiziagiornale.it) – Da quanto erano furibonde, ieri le destre sembravano le opposizioni davanti ai risultati delle elezioni regionali. Il Parlamento europeo aveva appena vietato l’immatricolazione a partire dal 2035 di nuove auto alimentate con carburanti di origine fossile, e i partiti che sostengono la Meloni già protestavano tutti contro i pasdaran dell’ambientalismo, folli distruttori dell’industria italiana delle quattroruote.

Ora, premesso che il settore dell’automotive italiano se n’è scappato in gran parte all’estero, su questa come su tutte le battaglie ecologiste le destre si confermano di una imbarazzante arretratezza. Un’area politica e culturale che si ispira alla modernità, e quindi alla supremazia del motore, del futuro, non ha capito che questa era la molla agli inizi del secolo scorso, quando la forza del pistone surclassava quella del cavallo, mentre oggi modernità significa tutt’altro, a partire da sostenibilità e digitale.

Quelli che si sentono moderni, insomma, sono rimasti indietro di cent’anni, e a furia di tutelare l’industria tradizionale ci hanno fatto perdere scommesse giocate da altri, a partire dalla Cina, dove trent’anni fa avevano meno capacità tecniche rispetto a noi, eppure sono diventati leader globali nel costruire batterie e pannelli fotovoltaici. Prodotti su cui adesso l’Italia sta investendo moltissimo, creando migliaia di posti di lavoro che la vecchia catena di montaggio ha perso per sempre

Il Green è perciò un’opportunità gigantesca, e non il capriccio dei “gretini” (da Greta Thunberg, simbolo delle battaglie per il clima) o di generici nemici del progresso. Esattamente come le case da ristrutturare per non disperdere il calore interno, presentate come una patrimoniale sul mattone, mentre è in gioco un adeguamento che valorizza l’immobile e abbatte i costi energetici.

Invece di difendere l’esistente, fossero anche case che cadono a pezzi, una destra moderna spingerebbe per far finanziare dall’Europa a un Recovery Fund ambientale, con cui sostenere le spese per le opere necessarie. Un Superbonus Green che porterebbe benessere a tutti. Ma per capirlo serve un minimo di visione del futuro. E di libertà dalle lobby del presente.

5 replies

  1. Condivido! Le destre sono nervose perché i risultati elettorali le inchiodano alle loro responsabilità. Ed hanno una paura matta di governare, visti i disastri che hanno combinato (vedi il cimitero pandemico in Lombardia…). Quindi devono sempre prendersela con qualcuno p er nascondere la propria incompetenza.

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  2. Portare benessere a tutti con un elettorato così fluido (e ingrato) come quello italiano è uno spreco di risorse. Molto meglio indirizzare il benessere verso i fidelizzati. Porta voti.

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  3. Pedullà, quando occasionalmente leggo i suoi articoli non posso fare a meno di domandarmi se ci è o ci fa. O se semplicemente è così spregiudicato nella propaganda.

    “… non ha capito [ la destra ] che questa era la molla agli inizi del secolo scorso, quando la forza del pistone surclassava quella del cavallo, …”

    Scusi, ma è lei che paragona cose imparagonabili.

    Il pistone surclassò il cavallo, è vero, ma con forza propria. Era evidente a chiunque il vantaggio pratico (velocità, potenza, capacità di carico). Solo uno sciocco avrebbe potuto pensare di continuare a muoversi a dorso di cavallo.

    Con la mossa dell’ Europarlamento, invece, s’impone per legge e non per forza propria che le auto elettriche siano migliori di quelle endotermiche, al punto di bandire le seconde anziché lasciare che le prime sostituiscano le seconde perché si dimostrano migliori (cioè lasciare che sia il moderno pistone elettrico a surclassare il cavallo fossile, senza aiutini).

    Sulle auto elettriche sappiamo bene che:

    1) Costano un botto
    2) Se l’energia elettrica non è pulita, inquinano lo stesso per via indiretta
    3) Nessuno ha pensato bene al destino del gigantesco parco batterie
    4) Si sottace sulla perdita di efficienza delle batterie (chiunque ha mezzi elettrici in azienda sa che le batterie mica durano in eterno, anzi …). Sostituire un serbatoio se si buca costa una sciocchezza; sostituire il pacco batterie auto costa una fortuna e se è vecchio il prezzo dell’usato cala a raso terra proprio per questo
    5) Bastano 5 minuti si sosta per 600/700km di autonomia con il fossile; ti serve almeno il tempo di un pranzo in autogrill (anche alle 6 di mattina) per un’autonomia pari a meno della metà con l’elettrico e solo se hai un’auto di quelle di fascia alta
    6) Nessuno ha pensato bene a quanto e cosa servirà per produrre la marea di batterie che occorrono, se sarà materiale ovunque reperibile, se sarà o meno inquinante prelevarlo dai giacimenti, ecc.
    7) Per rendersi conto degli aspetti pratici basta fare caso a quante automobili sono parcheggiate in strada, cioè non che hanno garage. Dove si caricano? Mica ti porti l’auto in casa e l’attacchi alla presa del fon. Lungo una via lunga 100 metri, parcheggiate sui due lati ci stanno minimo una trentina di macchine tolti cancelli e portoni. Quanto tempo ci vorrà per cablare 30 colonnine ogni 100 metri di ogni via cittadina (perlomeno) e quanta energia servirà?

    Questi sono soli i problemi più noti.

    Non si tratta di essere contro il progresso (e, comunque, prima verifichiamo che sia progresso davvero, cioè avanzamento come lo fu realmente il passaggio dal cavallo al pistone e non un semplice passaggio da questo a quello – visto che è sempre in vena di complottismi, non le viene in mente che ci possano essere interessi particolari dietro?). Non si tratta di essere contro, ma di pilotare cautamente passaggi epocali tenendo conto della realtà in cui, piaccia o meno, ci troviamo.

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    • Anche se mi dispiace doverti dare ragione, se hai ragione hai ragione.

      Aggiungo:

      ”7) Per rendersi conto degli aspetti pratici basta fare caso a quante automobili sono parcheggiate in strada, cioè non che hanno garage. Dove si caricano? Mica ti porti l’auto in casa e l’attacchi alla presa del fon. Lungo una via lunga 100 metri, parcheggiate sui due lati ci stanno minimo una trentina di macchine tolti cancelli e portoni. Quanto tempo ci vorrà per cablare 30 colonnine ogni 100 metri di ogni via cittadina (perlomeno) e quanta energia servirà?”

      ECCO.

      Quelle macchine parcheggiate fuori 24h/7d non potrebbero avere dei fottutissimi pannelli FV sul tetto (e magari anche sul cofano)?

      3 mq di pannelli a resa 20% possono teoricamente dare 600W/h. Una batteria da 60 kW/h sarebbe caricata in teoria in 100 ore, ma visto che si parla di spostamenti medi di 20-30 km per molte auto durante un tipico giorno, se la macchina in questione ha diciamo, 300 km di autonomia, allora per questo basterebbero 5-6 kW/h, ergo circa 10 ore di illuminazione piena, o equivalente. In altre parole, grossa parte della necessità di energia la otterresti semplicemente esponendo l’auto al Sole!

      E invece no: meglio passare dall’ENI all’ENEL!

      In tutto, io ho visto solo 1 PUBBLICITA’ di un’auto con pannelli FV sul tetto. UNA. Ed è durata pure poco.

      Se questi maledetti burocrati della UE, che si arrogano il diritto di decidere tutto per noi, e quegli europarlamentari che rappresentano solo le loro lobby, vogliono l’FV dovrebbero imporre anche sistemi di autogenerazione dell’energia, almeno per un 20-30% dell’esigenza dell’auto stessa.

      E no, non se ne parla. Strano!

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    • Anch’io mi chiedo se lei ci fa o ci è.
      Forse per lei pilotare significa fare nulla, che è esattamente cosa sta facendo l’Italia con la sua imprenditoria e politica.
      Forse non avete capito che la transizione energetica è una necessità non uno sfizio.
      Sempre se pensate che esiste un mondo dopo di voi.

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