
(Tommaso Merlo) – In quest’epoca egoistica vivono tutti proiettati verso qualche meta. Pensano a mosse e strategie e a come se la godranno. Ma non funziona affatto così. Raggiunta la meta nel giro di poco tempo si guarderanno attorno insoddisfatti e ne inseguiranno un’altra. Come i bambini coi giocattoli venuti a noia. Da un miraggio all’altro per tutta la vita. Con un’aggravante. Vivendo perennemente proiettati a qualche meta futura, non sono capaci di godersi appieno il momento presente. E così quando le mete diventeranno il loro presente, non saranno in grado di godersele. L’egoismo porta ad una perenne frustrazione e spaccia il divertimento come felicità. Ciò che dona vero benessere non sono le mete, ma il processo per raggiungerle. L’amore nelle attività che tutti i giorni dobbiamo svolgere per avvicinarci. Attività che devono essere coerenti coi nostri valori, i nostri talenti, le nostre passioni. Quello che dona vero benessere è il migliorarsi giorno dopo giorno e riuscire ad esprimere appieno le proprie potenzialità. Quello che dona vero benessere è la sana tensione verso obiettivi che più sono altruistici e genuini più doneranno soddisfazione. Ma una tensione sana e quindi disinteressata al risultato finale ed indifferente dall’apprezzamento altrui. Il vero benessere dipende da come ci sentiamo e come ci sentiamo dipende da noi, non dal riscontro degli altri. È all’ego che piacciono i riflettori, i like e gli applausi. L’anima chiede solo di esprimersi serenamente e dare. In quest’epoca egoistica ci spronano a competere e a primeggiare per qualche chimera materiale ma il vero benessere si trova in direzione opposta, nella rinuncia invece che nell’accumulo, nella autenticità invece che nella superficialità, nella sostanza invece che nell’apparenza, nell’ombra invece che al sole, nella quiete invece che nel caos. In quest’epoca egoistica vivono tutti proiettati verso qualche miraggio là fuori quando il vero benessere risiede dentro di noi.
Categorie:Cronaca, Editoriali, Interno, Tommaso Merlo
Oscuri, nell’immenso fulgore.
Dramma non compreso.
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“ma il vero benessere si trova in direzione opposta, nella rinuncia invece che nell’accumulo”: sono solo due estremi dello stesso pendolo. Sicuramente vederli entrambi è un buon inizio, ma non essendo, secondo me, la risposta in nessuna delle due opzioni, che implicano comunque entrambe che siano elementi esterni a determinare la propria soddisfazione. personalmente opterei per uscire dal pendolo,
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👍🏻
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👏👏👏👏
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Non so immaginare a cosa l’articolista… rinunci…
A un aumento di stipendio?
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Mi pare un obiettivo assai simile alla situazione interiore a cui tendono i danesi: viene definita con il termine ‘hugge’ che ho appreso da un servizio televisivo di Pif , sempre efficace e intenso, capace di ‘raccontare’ attraverso interviste in diretta .
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Correggo : hygge.
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D’accordissimo.
Purtroppo quello cui aspiriamo è il benavere e non il benessere, per cui anche raggiungedolo non risolviamo nulla.
Essere e avere (Corrado Guzzanti)
Per tanti anni ho lavorato solo per diventare ricco, ho dedicato tutta la mia vita al denaro, ho sognato ville in campagna, auto costose e abiti firmati…
Ho sognato consigli d’amministrazione, quotazioni in borsa, fabbriche da dirigere, giornali da controllare…
Ma oggi che ho ottenuto tutto questo, la mia vita mi sembra vuota.
Davvero non c’è dell’altro?
Certo che c’è dell’altro, ci siamo noi stessi.
Oggi il mio desiderio è quello di essere, voglio essere ricco dentro, voglio essere apprezzato per ciò che sono, non più solo per quello che ho.
Oggi, fra «essere» e «avere», non ho più dubbi, scelgo l’essere.
Anzi, ne prendo due!
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Il bene più prezioso resta sempre il tempo.
Perché il tempo è l’unica moneta che si può spendere con parsimonia, investire, regalare, dissipare, ma mai guadagnare.
Lo si capisce però spesso quando ce ne rimangono pochi spiccioli, ed è questa la causa del dramma di molti, indipendentemente dall’estrazione, dalle idee e dal vissuto.
Quando alla fine si resta soli con sé stessi, e con quei quattro spicci in tasca.
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Forse prima di parlare si dovrebbe vivere per qualche giorno nei panni di un disoccupato, pensionato, sotto-occupato che deve mantenere la famiglia (o pagarsi le cure) , pagare l’ affitto, le bollette, il cibo… e non ce la fa. Sommerso dai debiti per la mera sopravvivenza non vede via d’ uscita, anche la serenità famigliare è a rischio: i figli non comprendono, , la moglie intristisce e recrimina…
Ecco, dopo qualche settimana in queste condizioni si potrà parlare di quale è il “bene più prezioso”.
Questi articoli sono di una vergogna assoluta. E forse aiutano a comprendere il crollo della “sinistra”…
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