(Andrea Vivaldi – firenze.repubblica.it) – Ha fatto tappezzare Prato di manifesti. Il suo volto sorridente, il nome e un titolo a caratteri cubitali: “Assolto”. E poi la motivazione del giudice, altrettanto grande e sottolineata in rosso, affinché sia ben chiara a tutti: “Il fatto non sussiste”. Maurizio Bettazzi, ex presidente del Consiglio comunale di Prato, nel 2013 era stato accusato di abuso d’ufficio e concussione. Adesso, dopo essere stato assolto con formula piena dal tribunale, è partito al contrattacco.

Una risposta della giustizia dove forse mai si era vista, appesa tra un condominio, un parcheggio e una promozione di Mondo Convenienza. “I manifesti saranno presto una decina e resteranno almeno per un mese – dice Bettazzi a Repubblica – Purtroppo non posso più farlo sapere alle persone che sono morte in questi anni e confermargli ciò che gli dicevo. Chi mi aveva tolto il saluto e chinava la testa quando mi incrociava, adesso vedrà il cartellone e saprà che ero la stessa persona di prima di questa vicenda”.

“Un lungo procedimento su un fatto che non esisteva. La giustizia giudicante mi ha sempre assolto, mentre i pubblici ministeri hanno continuato una persecuzione verso di me” dice senza troppi giri di parole l’ex presidente del Consiglio comunale pratese che a causa dell’inchiesta decise, in autonomia, di dimettersi a luglio 2013.

Le indagini generarono risonanza mediatica, attenzione pubblica e politica, causarono l’interruzione della sua carriera politica. E ora è forte il desiderio di far sapere a tutti che era innocente.

In un angolo basso del cartello c’è anche una piccola sigla “P.d.M”, ovvero “Il Partito di Maurizio” spiega Bettazzi, che aveva pensato anche di fondare un partito a suo nome per raccontare la travagliata vicenda giudiziaria vissuta in questi anni. “Ma potrebbe anche essere – aggiunge ironico, in un senso di liberazione – la sigla di ‘perseguitati dalla magistratura’”.