Ad accoglierla, davanti al cordone di polizia, ci sono una ventina di persone arrabbiate per il taglio al reddito che provano a urlarle. Le passeggiate al mercato di San Basilio o il volantinaggio a Tor Bella Monaca sono un […]

(DI GIACOMO SALVINI – ilfattoquotidiano.it) – Inviato a Caivano (Napoli). Le passeggiate al mercato di San Basilio o il volantinaggio a Tor Bella Monaca sono un lontano ricordo. Al Parco Verde di Caivano, teatro dello stupro nei confronti di due cuginette di 12 anni, Giorgia Meloni dimentica il passato da militante della destra sociale. Arriva nella parrocchia di don Patriciello con l’auto blindata, attraversa i 200 metri che portano alla scuola “Francesco Morano” senza mai vedere la luce del giorno, si rinchiude con le autorità e le fasce tricolori per il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza e infine organizza un comizio di venti minuti per dire che lo Stato a Caivano c’è, ma senza rispondere a una sola domanda dei cronisti. A fine giornata la premier, che si vanta dei suoi trascorsi da militante politica nella periferia romana, annovera un record negativo: zero strette di mano tra la gente del posto. Il timore di una sola domanda – per non dire di una contestazione – sul caso del compagno Andrea Giambruno (“Se eviti di ubriacarti, eviti di incorrere in determinate problematiche, perché poi il lupo lo trovi…”) o di fischi dagli ex percettori di Reddito di cittadinanza fanno il resto. “Motivi di sicurezza”, spiegano da Palazzo Chigi, giustificando la trasferta blindata. I cittadini del Parco Verde, ghetto di Caivano ispirato al colore sbiadito dei suoi casermoni (“qui ogni voto costa 30 euro”, dice Eduardo), la accolgono con la stessa moneta: l’indifferenza. Nessuno si affaccia dai balconi, non c’è curiosità, nemmeno per il codazzo di persone famose viste solo in tv. Indifferenza mista a fastidio. “Quando se ne va la Meloni?”, chiedono gli abitanti che non sopportano le misure di sicurezza e i piantoni all’uscio.
E allora tutto si svolge secondo un copione già scritto e prestabilito nei giorni scorsi a Palazzo Chigi. La premier arriva intorno alle 12 alla chiesa di Caivano. Ad accoglierla, davanti al cordone di polizia, ci sono una ventina di persone arrabbiate per il taglio al reddito che provano a urlarle: “Vergogna!”, “Vogliamo il lavoro, venga a parlare con noi”. Poche, sparute voci di dissenso coperte dagli applausi della claque di militanti di Fratelli d’Italia precettati con una chat dei dirigenti meloniani che hanno chiesto di “sembrare cittadini normali” e “senza bandiere di partito”. Applaudono, intonano: “Giorgia, Giorgia!”. Un gruppo di dirigenti e parlamentari del centrodestra prova a entrare nella Chiesa per partecipare all’incontro, ma viene respinto. Nemmeno loro possono avvicinarsi alla premier. Un’ora di incontro con il parroco e i ministri Piantedosi, Valditara, Abodi e il sottosegretario Mantovano. “Meglio di così non poteva andare”, esulta il parroco perché Meloni si è presa “impegni concreti”. Don Patriciello ha chiesto alla premier regole più stringenti per la pornografia online. Poi, all’ora di pranzo, dopo essere stata accolta da qualche coro di protesta (“fascista, vattene, non vogliamo passerelle”), Meloni presiede il comitato di Ordine e Sicurezza nella scuola Morano della preside Eugenia Carfora con cui parla di dispersione scolastica da colpire con sanzioni più dure (“sono ridicole”). “Servono gli insegnanti più bravi d’Italia”, le dice la preside. Meloni promette un investimento di 1 milione per quattro scuole (20 docenti in più e scuole aperte il pomeriggio). Alla fine si presenta davanti alle telecamere e vuole dimostrare che dopo che lo “Stato qui ha fallito”, adesso “c’è”, nelle “tante Caivano d’Italia”: “Dobbiamo trasformare Caivano da modello a esempio”. L’area sarà bonificata, idem il centro sportivo delle violenze e verranno aumentate le forze dell’ordine. “Non possono esistere zone franche – conclude la premier – dirò a tutti i ministri di venire qui”. Poi conclude citando Sant’Agostino: “Inizia a fare il necessario, poi il possibile, alla fine può darsi che arriverai a fare l’impossibile”. Ci sarebbe pure San Tommaso secondo cui “se non vedi non credi”, ma questo la premier preferisce non dirlo.
Lo scroto d’Italia comincia a puzzare.
È il tanfo della paura…
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La fiera dell’ipocrisia e delle fesserie.
STOP ALLA DISPERSIONE SCOLASTICA, ovvero se teniamo rinchiusi nelle scuole i ragazzi aspiranti malavitosi, questi diventeranno brave e oneste persone. Come no!
Renderanno un inferno la vita dei compagni di classe che vogliono studiare, e saranno ancora più rabbiosi per la detenzione scolastica.
STOP AI SITI PORNO, ovvero se oscuriamo i siti porno finiscono le violenze sessuali. Come no!
A parte il fatto che il 99,9999999999% di chi guarda i porno non diventa stupratore, quindi la teoria porno = stupri non sta in piedi, ma anche se si oscurassero tutti i siti porno non cambierebbe niente. In luoghi dove i ragazzini riescono a procurarsi delle pistole, figurarsi se non riescono a procurarsi dvd e riviste.
Dubito che i mostri del Circeo, anni ’70, visitassero i siti porno.
PIU’ FORZE DELL’ORDINE, ovvero se ne assumiamo di più finiranno i crimini.
Avrebbe pure un senso se ce ne fossero ad ogni angolo di strada 24h su 24, ma sarebbe troppo costoso farlo e quindi parliamo di una pattuglia o due in più che passano ogni tanto. Non cambia niente.
Invece aumentare le pene e ridurre sconti/permessi no eh?
Se i ragazzini cominciano a vedere che chi fa del male viene sbattuto in carcere e ne uscirà solo quando sarà vecchietto e senza denti, probabilmente a qualcuno di loro passerà la voglia di fare del male.
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In un quartiere come questo (ma il modello è replicabile in ogni città) dove i nonni, i genitori, i figli vivono da sempre in case fatiscenti e/o occupate, di lavoro nero (quando va bene), oppure vivono di delinquenza o hanno precedenti penali, non hanno titoli di studio o qualifiche professionali, diventa difficile un’assunzione regolare e l’inserimento in un posto di lavoro fisso. Lo Stato è assente e il cittadino “si arrangia” con l’aiuto dell’anti-stato…
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Ho visto in diretta il comizio della premier, spero di ricordare bene le cifre degli investimenti annunciati:
20 mln di euro per la sistemazione del centro sportivo. A me, ma forse non sono aggiornato, sembra una cifra enorme. Sarebbero circa 40 miliardi delle vecchie lire e va bene che tutto è aumentato ma mi sembra un numero esagerato.
12 milioni che il nostro ministro della cultura mette a disposizione per una nuova biblioteca. Anche qua, un numero stratosferico. Credevo e credo che con 24 miliardi delle vecchie lire ancora oggi invece di una biblioteca ci compri la Mondadori o quasi.
Nessuno ha notato che ormai i governi parlano di milioni di euro come fossero “argent de poche” ?
Abbiamo credo perso il controllo e il rapporto tra le parole e la realtà di stipendi e pensioni ci è sfuggita di mano?
Numeri talmente grandi sciorinati con nonschalance sono sfuggiti all’attenzione di tutti e allora non meravigliamoci se qualche prenditore, nell’intimo della sua camera da letto, riderà di gusto nel cuore della notte.
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Il costo dipende dalla grandezza dei progetti e da quanto sono lussuosi.
Un esempio di centro sportivo da 20 MLN:
https://primamonza.it/politica/un-centro-sportivo-da-20-milioni-di-euro/#gallery-1-foto-1
Certamente costerebbe meno farlo più piccolo e più spartano, ma anche la Meloni vuol fare bella figura e quindi non si bada a spese.
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A PAROLE poteva sparare anche di più.
Bisogna vedere, poi… 💸
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