Non vogliamo abituarci a convivere con la crisi climatica: si rassegnino Mentana e Musumeci

Non vogliamo abituarci a convivere con la crisi climatica: si rassegnino Mentana e Musumeci

(Extinction Rebellion Italia, Movimento di disobbedienza civile nonviolenta per la crisi climatica e ecologica – ilfattoquotidiano.it) – L’Emilia Romagna è sommersa. Attivisti di XR e di tantissime altre realtà ecologiste e per il cambiamento sociale stanno aiutando sul territorio, hanno raccolto materiali e beni di prima necessità, stivali e pale, e si sono recati nelle zone colpite. Ma questo non basta e non basterà, finché si continueranno a coprire le vere responsabilità.

Da inizio anno sono già stati 70, tra siccità e alluvioni, gli eventi estremi causati dalla crisi ecoclimatica che hanno colpito tutte le regioni d’Italia. Questo dramma non è un caso isolato e non possiamo far finta che sia tale. Negli ultimi anni alluvioni e altri eventi climatici estremi si sono moltiplicati, sia in Italia che nel resto del mondo. Non è maltempo, come certa stampa si ostina a indicarlo, ha un nome preciso: crisi climatica ed ecologica, cioè un problema globale che continuerà a peggiorare finché non sarà affrontato come tale.

E finché i mass media e il governo italiano non lo ammetteranno, finché non cominceremo a chiedere i cambiamenti necessari per affrontare il problema alla radice, potremo solo stare a guardare mentre succederà ancora e ancora, e raccogliere i pezzi. Sarebbe importante che i media contribuissero al fondamentale Servizio dell’Informazione raccontando i motivi per i quali siamo in emergenza climatica, quali sono le responsabilità e soprattutto quando mettere in campo le soluzioni. Al contrario, a poche ore dall’alluvione in Emilia Romagna, Enrico Mentana, in perfetta linea con la narrativa di molti altri colleghi, ha spostato l’attenzione dal dramma delle popolazioni coinvolte e dalle cause che hanno determinato quelle morti e quei danni, ai movimenti che cercano, con tanti sacrifici e metodi nonviolenti, di portare il tema del collasso climatico nelle agende dei media e soprattutto dei governi.

E ancora prima Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile, ha parlato con aria di sufficienza di “integralismo ambientalista” e ha affermato che “dobbiamo abituarci a convivere con il cambiamento climatico”, derogando così alla propria responsabilità, da esponente del governo, di dover mettere in pratica le soluzioni all’emergenza ecologica.

Comprendiamo benissimo i motivi per cui il sistema mediatico e quello politico si affannano nell’opera di criminalizzazione dell’attivismo ambientalista, così fastidioso per gli interessi economici dell’industria fossile. Così come lo comprendono le tantissime persone che sui social hanno risposto con fermezza e accuratezza a tali gravi dichiarazioni, dimostrando a XR la loro preziosa solidarietà. Vogliamo quindi confermare che non appena le strade sono state agibili, attivisti di XR e di numerosi altri movimenti si sono radunati a centinaia, da tutta la regione e anche da fuori, hanno raccolto materiali necessari e beni di prima necessità, e con stivali e pale e si sono recati dove sapevano di poter dare una mano, così come testimoniato da chi abita in quelle zone. Così come vogliamo confermare al Ministro Musumeci che no, noi non vogliamo abituarci a convivere con l’emergenza climatica, vogliamo mettere fine a questa crisi ecologica, vogliamo che i governi, a partire dal suo, si mettano seriamente al lavoro per questo.

Continueremo a batterci ogni giorno, con tutti i mezzi che abbiamo, per denunciare le falle di una gestione politica fallimentare e costringere i governi ad agire subito.

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2 replies

  1. Andatelo a spiegare aigli Statunitensi, ai Sudamericani, agli Indiani, ai Cinesi.
    Noi, al di là alla bella figura e delle buone intenzioni, contiamo meno dell’ 1%.

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    • Da qualche parte bisognerà pur cominciare o aspettiamo sempre la mossa di qualcun altro? Stiamo tutti fermi in attesa di cosa? Del tracollo? Possiamo sempre dare l’esempio, essere la scintilla che da avvio alla fiamma, o no?
      Il solito qualunquismo all’amatriciana de noantri.

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