
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Il feroce regime filoputiniano bielorusso di Aleksandr Lukashenko ha condannato a 10 anni il dissidente Ales Bialiatski, Nobel per la Pace 2022. L’oppositore era già in galera dal 2021 con altri 1.457 detenuti politici della sua organizzazione Vyasna (Primavera). La Stampa gli ha dedicato un commosso e commovente ritratto di Anna Zafesova, che nota come […]
Ignobel per la Guerra
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Il feroce regime filoputiniano bielorusso di Aleksandr Lukashenko ha condannato a 10 anni il dissidente Ales Bialiatski, Nobel per la Pace 2022. L’oppositore era già in galera dal 2021 con altri 1.457 detenuti politici della sua organizzazione Vyasna (Primavera). La Stampa gli ha dedicato un commosso e commovente ritratto di Anna Zafesova, che nota come i presidenti sovietici Breznev e Andropov ai premi Nobel russi Sakharov e Solzhenitsyn avessero risparmiato almeno il carcere, spedendoli l’uno al confino e l’altro in esilio. Lukashenko è molto più spietato e se ne infischia della notorietà moltiplicata dal Nobel, appena vinto ex aequo “con il Centro delle libertà civili ucraino che indaga i crimini di guerra di Mosca e con Memorial, la storica Ong russa messa al bando dal Cremlino, nata nel 1996 per diventare una rete di assistenza ai detenuti politici e agli attivisti della protesta”.
La notizia del Nobel al bielorusso Bialiatski e alle due Ong ucraina e russa arrivò l’8 ottobre. E curiosamente, anziché esultare per il riconoscimento a tre organizzazioni antiputiniane, suscitò l’ira funesta del consigliere-portavoce più ascoltato e più fanatico di Zelensky, Mykhailo Podolyak, che protestò vibratamente con l’Accademia di Oslo per aver osato premiare “i rappresentanti di un Paese attaccato e quelli dei due Paesi che l’hanno attaccato”. Il genio confondeva i cittadini con i loro governi: con la stessa (il)logica avrebbe dovuto contestare i Nobel a Sacharov (un favore a Breznev), a Lech Walesa (un regalo a Jaruzelski) e a Nelson Mandela (un concorso esterno in apartheid). Ma sull’imbarazzante protesta ucraina i media italiani, al solito, sorvolarono. Tranne Stampa e Foglio, che la fecero propria in due articoli con la stessa firma: quella di Anna Zafesova. Ma sì, la stessa che ora inneggia giustamente a Bialiatski il 9 ottobre accusava la giuria del Nobel di “equiparare due dittature e una democrazia, due aggressori e un aggredito”, anziché premiare per la Pace “il candidato più ovvio: Zelensky”. Cioè il capo di un governo responsabile di tre degli otto anni di guerra civile contro le minoranze del Donbass (15mila morti), che proprio quattro giorni prima, il 4 ottobre, aveva firmato un decreto per sancire la “impossibità di intrattenere negoziati col presidente russo Putin”. Cioè per proibire a se stesso e a ogni altra autorità ucraina di trattare con Mosca e continuare a ripetere il mantra ”armi armi armi”. Non proprio il curriculum ideale di un Nobel per la Pace. Eppure all’epoca Zafesova lo preferiva a Bialiatsky e alle due Ong antiputiniane. E mancò poco che i giornaloni lo candidassero pure all’Oscar, al Pallone d’Oro e a Miss Italia. Poi dice che uno scrive “Scemi di guerra”.
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Grazie Roberto e buona domenica
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La Zafesova sta al giornalismo come Pinocchio alla verità…
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Grazie Roberto…..buona domenica.
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Più vedo queste stupide manifestazioni anti russe di Zelensky e compagnia bella più mi convinco che , almeno in sano buonsenso, i Russi vincono gli Ucraini per cappotto…..e finisco per simpatizzare per loro. Che mi si chiami filo putiniano, non me ne importa un baffo e sono in buona compagnia
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Puoi giurarci
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Se i premi Nobel fossero genuini Travaglio ne meriterebbe uno in Giornalismo.
Grazie Travaglio anche per questo articolo che rivela le bassezze dei guerrafondai che guidano la narrazione di questa ignobile quanto evitabile guerra in Ucraina.
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Premetto che un premio nobel per la pace, per definizione, dovrebbe essere un neutralista a tutto tondo. Né a favore dell’uno né dell’altro di due belligeranti, o contro tutti coloro che usano le armi per risolvere controversie internazionali. Ricordo che sia Sakharov che Solzhenitsyn erano schierati contro l’Urss ma pienamente a favore di tutto l’occidente a partire dagli Usa che, guarda caso, erano stati (continuano ad esserlo) responsabili di svariate decine di attacchi o colpi di stato a danno di paesi persino agli antipodi geografici degli stessi Usa. Non capisco quali possano essere effettivamente i canoni di giudizio all’origine dell’assegnazione di questo ambito riconoscimento. In Italia tutti coloro che sono a favore dell’invio di armi all’Ucraina dovrebbero essere automaticamente esclusi dal gruppo di aspiranti al nobel. Come del resto coloro che applaudivano all’aggressione russa all’Ucraina e/o all’aggressione ucraina alle popolazioni del Donbass a partire dal 2014, anno del colpo di stato di p.zza Maidan.
Praticamente, a parte qualche ecclesiastico e qualche esponente del volontariato, è ben difficile trovare qualcuno con tutte le carte a posto per meritare il premio. Basti pensare a Obama che inviava truppe in Irak per continuare quella guerra di aggressione (al suo posto avrei preferito Gino Strada). Insomma, chi è senza peccato scagli la prima pietra, diceva qualcuno pieno di realismo.
Però, a pensarci bene, anche Travaglio sarebbe meritevole, no? Se non altro per le tante denunce ricevute da quel cattivone di Renzi!
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Il premio nobel per la pace Obama ha inviato truppe e armi in Siria, finanziando così i vari gruppi terroristici al qaida e al nusra, oltre a servirsi dei curdi del nord est ora massacrati dai turchi, e iniziando lo sfacelo, ora totale a causa del terremoto, di un Paese che progrediva e viveva libero con i suoi costumi, tra paesi musulmani molto più indietro
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Il Nobel ormai è uno strumento di propaganda.
Era ovvio almeno da quando lo hanno dato a obama.
Quest’anno si sono superati dandone addirittura tre, e tutti in funzione antirussa.
Ormai sono proprio spudorati …
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