Durante la tappa torinese del suo tour, il garante racconta la fallita scalata dell’ex Bce: “Per convincermi mi chiamò anche Prodi”. Sarà anche finito nell’Altrove, la nuova “Chiesa” da lui fondata, ma Beppe Grillo non rinuncia a dire la sua sui temi di attualità […]

(DI DAVIDE DEPASCALE – Il Fatto Quotidiano) – Sarà anche finito nell’Altrove, la nuova “Chiesa” da lui fondata, ma Beppe Grillo non rinuncia a dire la sua sui temi di attualità. Nel corso dello spettacolo di martedì scorso al Teatro Colosseo di Torino, nell’ambito del suo nuovo tour Io sono il peggiore, il comico genovese è tornato a parlare degli avvenimenti che hanno portato alla nascita e conseguente caduta del governo Draghi, con il suo intervento (la “discesa a Roma”) che risultò decisivo a garantire l’appoggio del Movimento 5 Stelle all’esecutivo guidato dall’ex governatore della Bce.
“Quel governo l’abbiamo fondato in tre – afferma Grillo – io, Draghi e Cingolani. Draghi mi ha tempestato di messaggi per convincermi, riempiendomi di lusinghe e alla fine ci sono cascato”.
La condizione necessaria per l’appoggio dei 5 Stelle, come noto, era la transizione ecologica e doveva per forza di cose passare dal “Superbonus”.
Il provvedimento, stando a quanto dichiarato dal garante dei pentastellati, sarebbe dovuto durare almeno quattro anni, per favorire la transizione ecologica e rilanciare il settore dell’edilizia messo in ginocchio dalla pandemia: “Doveva essere un processo graduale, dal 110% dei primi due anni si sarebbe passati poi a un bonus del 100% e infine del 90. In questo modo avremmo fatto una transizione vera”.
Le cose, però, hanno preso una piega diversa, forse a causa del mancato appoggio di Conte e dei 5S alla candidatura di Draghi alla presidenza della Repubblica: “Lui voleva a tutti i costi andare al Quirinale, ma per noi era fondamentale che continuasse a fare quello che stava facendo e come capo dello Stato abbiamo proposto un nome di altissimo profilo come quello di Elisabetta Belloni. Mi chiamò addirittura Prodi per farci cambiare idea, mi disse che si poteva andare avanti anche con un altro premier”. Alla fine non la spuntò nessuno dei due: Draghi resta a Palazzo Chigi, Belloni al Dis e per il Quirinale si optò per la rielezione di Mattarella.
Ma a quel punto l’ex banchiere se la lega al dito e attacca le misure simbolo del M5S: “Poco dopo andò in Europa e in un discorso si scagliò contro il Reddito di cittadinanza e il Superbonus, e il risultato fu che le banche chiusero i rubinetti del credito”.
Le tensioni tra Draghi e il principale partito di maggioranza giungono così a un punto di non ritorno: “Ogni volta che qualche iniziativa del Movimento non gli andava chiamava me, perché con Conte non si parlano”, e da lì a poco si arriva alla mancata fiducia sul decreto Aiuti (contenente la contestatissima norma sull’inceneritore di Roma) che mise fine all’esperienza del governo Draghi.
Tra le righe delle parole del comico genovese si può leggere una conferma delle indiscrezioni, rivelate dal sociologo Domenico De Masi al Fatto, su una richiesta da parte del premier di rimuovere Conte dalla guida dei pentastellati, presentata a Grillo. Ma alla fine quest’ultimo si schiererà dalla parte di Conte, appoggiando la decisione di rompere l’esperienza, suscitando il rammarico dei tanti iscritti che hanno seguito lo spettacolo: “Se non fossimo mai entrati in quel governo avremmo vinto le elezioni” mormora uno di loro in sala.
Grillo poi ne ha anche per il leader di Azione, Carlo Calenda: “Sempre stato un rompicoglioni, fin da quando giravo i film con suo nonno e veniva sul set” e per Fassino: “Me lo ricordo dai primi spettacoli che facevo a Torino: non ne ha mai azzeccata una”, ha detto Grillo a proposito dell’ultimo segretario dei Ds. Che nel 2009 vaticinò il flop di Grillo in politica (“Fondi un partito, vediamo quanti voti prende…”) e ai gazebo di domenica scorsa aveva pronosticato la vittoria di Stefano Bonaccini alle primarie Pd.
Un gravissimo errore prodotto dalle lusinghe ma soprattutto dall’imbroglio nella consultazione on line.
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Patetico
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con quella scelta “ci sono cascato” hai affondato la tua creatura.
Sic itur ad astra, sic transit gloria mundi
Praeteritum tempus numquam revertitur
come erano saggi gli antichi
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Apprezzi l’autocritica?
Almeno fa fare a nonno Mario la figura che si merita di fare.
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con quella scelta:
sono stati buttati due anni e dato il bastone del comando alla fascio-coatta,
nota: alla faccia del coraggio
ogni volta che il governo è in difficoltà scappa all’estero o marca visita
Il Bolognese: che lo fanno passare per il grande saggio, che perorava l’elezione a PdR di Nonno-Mario (per fortuna che l’abbiamo scampata).
La testa di sardina di Santori: che lo fanno passare per un “consigliori” della neo-eletta
(brrrr che amici)
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Un GUITTO politicamente da sotterrare con uno sputo virtuale (come diceva lui, quando era in “vita”).
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Sembra un outing catartico, lo fa per lui o per scaricarsi la coscienza di aver mandato al macero un laboratorio politico innovativo e popolare… ora ci dica qualcosa che ancora non sappiamo
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@adriano58
l’elezione di nonno Mario non l’abbiamo affatto scampata.
La fascio coatta come da accordo lo piazzerà al Quirino
Conte è insulso, non ha una minima cognizione, anche solo accennata di strategia politica.
Non sa proprio cosa sia la politica.
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👍
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Interessante che Grillo attribuisca la sua caduta nelle grinfie di Draghi alle seduzioni di Cingolani, ex scienziato convertito agli inciuci politico-finanziari (15 anni all’ IIT di Genova, a fare finta di far ricerca, distribuendo privatisticamente ai ricercatori universitari i soldi tolti al CNR e alle università).
Spiegazione banale ma molto verosimile perché con qualche dimostrazione di robottini e tante chiacchiere, lo potrebbe avere facilmente intortato, considerato che Grillo è sempre stato sensibile al fascino delle soluzioni tecnologiche miracolistiche ai problemi dell’umanità (dall’automobile ad aria compressa alla democrazia diretta promessa da Casaleggio).
Ancora una volta ha sbagliato a valutare le persone fidandosi ciecamente del suo istinto/pregiudizio.
Patetico come un anziano truffato per strada con la storia dell’eredità e delle spese notarili.
Ancora non ha capito (?!) o non vuole ammettere che Draghi ha crocefisso i M5S dall’inizio, come missione indefettibile del suo governo in favore della Meloni o comunque della restaurazione dell’ordine costituito, e non dalla rielezione di Mattarella.
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Apprezzo abbia iniziato a prendersi delle responsabilità, ma siamo solo a un timido inizio, se vuole essere perdonato, o almeno capito, la deve dire tutta, non solo qualche pezzetto …
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