Un sondaggio conferma che gli italiani ne sono esausti. Da Draghi, Letta, Di Maio&C. solo bugie: “Non saremo penalizzati”. Secondo un sondaggio pubblicato da Termometro Politico, la maggioranza degli italiani è ora contraria alle sanzioni contro la Russia. Il 51,1% degli intervistati vorrebbe che si rinunciasse […]

(DI TOMMASO RODANO – ilfattoquotidiano.it) – Secondo un sondaggio pubblicato da Termometro Politico, la maggioranza degli italiani è ora contraria alle sanzioni contro la Russia. Il 51,1% degli intervistati vorrebbe che si rinunciasse alla leva economica adottata nei confronti di Mosca “di fronte all’impennata del prezzo del gas e dell’inflazione”. Per la precisione, il 23,1% riteneva “comprensibile a febbraio reagire all’invasione dell’Ucraina, ma ora è meglio rivedere l’atteggiamento verso la Russia”. Il 28% dichiara invece di essere stato contrario sin dal principio. Di sicuro il dibattito sulle sanzioni non divide solo Matteo Salvini da Giorgia Meloni e dal resto della vecchia maggioranza di governo, ma coinvolge le tasche e le considerazioni di milioni e milioni di cittadini italiani. Un dibattito che in questi mesi invece è stato quasi completamente ignorato dalla politica, dal premier Mario Draghi in giù, che dal 24 febbraio si è limitata a una lunga serie di rassicurazioni – quasi tutte identiche nella forma – sull’efficacia delle sanzioni e sui limitati pericoli per la nostra economia: “Faranno collassare l’economia russa in pochi giorni”, “la situazione italiana è la migliore in Europa”, “l’accordo sulle sanzioni è un successo completo”; “l’Italia non ne esce assolutamente penalizzata”.
Enrico Letta, 25 febbraio: “Le sanzioni a #Putin devono essere durissime. E tutti i Paesi europei devono imporle. La propaganda russa gioca a far credere che saremmo quelli più danneggiati. È falso”.
Mario Draghi, 25 febbraio: “Questa crisi potrebbe durare a lungo, dobbiamo essere preparati. Voglio ringraziare la Commissione Europea per la buona proposta di sanzioni che è sul tavolo. Sulle sanzioni, siamo completamente allineati alla Francia, alla Germania, all’Unione Europea. Dobbiamo essere uniti, fermi, decisi e dobbiamo riaffermare in ogni possibile momento il nostro pieno sostegno all’Ucraina”.
Enrico Letta, 5 marzo: “Per eventuali nuovi pacchetti di sanzioni siamo pronti a valutare con le proposte della Commissione. Si tratta delle sanzioni più dure mai comminate e in qualche giorno porteranno al collasso l’economia russa”.
Luigi Di Maio, 12 marzo: “Ben vengano il quarto pacchetto di sanzioni e tutte le iniziative che servono per indebolire l’economia russa. Contesto chi dice che non stanno funzionando, l’impatto delle sanzioni è clamoroso. La Russia rischia il default. Più sarà indebolita l’economia russa, meno Putin potrà finanziare questa guerra”
Carlo Calenda, 7 aprile: “Cinque miliardi (di metri cubi di gas, ndr) dovrebbero venire dalla nave di rigassificazione prevista dalla mia strategia energetica nazionale. Cingolani dice di avere 10 miliardi di contratti nuovi per il gas. Possiamo pensare che forse anche per dicembre possiamo mettere Putin all’angolo”.
Roberto Cingolani, 25 maggio: “Non sono pessimista, la nostra situazione in Europa è la migliore”.
Mario Draghi, 31 maggio: “L’accordo sulle sanzioni (il sesto pacchetto approvato dal Consiglio europeo, ndr) è un successo completo, l’Italia non esce assolutamente penalizzata dall’accordo sul petrolio”.
Paolo Gentiloni, 4 giugno: “I sei pacchetti di sanzioni varati dalla Commissione europea avranno comunque un effetto devastante sull’economia e sul potere russi, la loro efficacia è fuori discussione”.
Mario Draghi, 9 giugno: “La Ue da sola ha approvato 6 pacchetti di sanzioni che hanno dato un duro colpo agli oligarchi vicini al Cremlino e a settori chiave dell’economia russa”.
Mario Draghi, 21 giugno: “Le sanzioni funzionano: l’Fmi prevede che incideranno per 8,5 punti di Pil sull’economia russa. Il tempo ha rivelato e sta rilevando che queste misure sono sempre più efficaci”.
Mario Draghi, 22 giugno: “Le sanzioni sono efficaci? Io ripeto quello che tutte le organizzazioni internazionali mi dicono e ho la sensazione da tutti i dati che diventeranno ancora più efficaci quest’estate”
Mario Draghi, 24 agosto: “Non c’è alcuna contraddizione tra la ricerca della pace, il sostegno all’Ucraina, l’attuazione di sanzioni efficaci contro la Russia”
Luigi Di Maio, 29 agosto: “Guardate i paesi che non hanno imposto le sanzioni. Hanno un’inflazione più alta della nostra. Sono saltati tutti gli schemi economici
Giorgia Meloni, 30 agosto: “Io credo che le sanzioni, in questa fase, siano lo strumento più efficace che ci sia”.
Infatti l’€ è crollato 0,99 rispetto al $ ,ma spezzeremo le rane alla Russia! hahahha… Grandi!
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Si ma ,metteremo un “tetto” al prezzo del Gas(non lo dite che deve essere quello russo) sssss,,,
E le fondamenta?…. azz… stanno crollando! Grandi!
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Questa è la classe politica votata dagli itaGGliani,
E l’avvocato ha detto, si alle sanzioni ma non funzionano, ennesima bufala, funzionano eccome visto che ci ridurranno con le pezze al culo.
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Questa è la classe politica votata dagli itaGGliani,
E l’avvocato ha detto, si alle sanzioni ma non funzionano, ennesima bufala, funzionano eccome visto che ci ridurranno con le pezze al c#lo.
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Beh almeno sapete per chi non votare
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Se dovessimo seguire il consiglio non dovremmo votare nessuno.
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Siamoal classico “Se va tutto bene siamo rovinati ! “
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Draghi è probabilmente l’uomo più sopravvalutato del mondo.
Sugli altri è persino inutile soffermarsi, a cominciare dal cialtrone pariolino
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“Cinque miliardi (di metri cubi di gas, ndr) dovrebbero venire dalla nave di rigassificazione prevista dalla mia strategia energetica nazionale.”
La mia strategia?
Carle’, ma non è battaglia navale.
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Il titolo è roboante, ma sostanza è molto più debole.
In Italia siamo circa 59 milioni.
La maggioranza di cui si dà conto nell’articolo è tale (cioè è maggioranza) per l’ 1,1% (51,1%).
Gli altri, cioè non contrari alle sanzioni, sono il 48,9%.
Se si trattasse di elezioni, il 51,1% avrebbe vinto, ma gli altri avrebbero detto che è una vittoria per modo di dire: “paese spaccato!”. Avete presente quante volte abbiamo letto questo titolo, con divari anche maggiori? Be’, in questo caso la realtà è proprio questa: circa metà della gente è da una parte e circa metà è dall’altra. Non dimentichiamo, infatti, che sono sondaggi d’opinione (di per sé soggetti a margine d’errore statistico) quelli che se danno per vincente qualcuno che non siano i 5Stelle, qui, in questo forum intendo, sono regolarmente tacciati d’essere “pagati” da qualcuno.
Sempre stando al sondaggio qui rappresentato dall’articolista, di questa circa metà che ora è sfavorevole, circa il 23% ha cambiato idea dopo essere stato favorevole in quanto comprendeva la situazione. Cambiato idea perché, molto italianamente, pensava che il prezzo di un confronto così drammatico l’avrebbe pagato sempre qualcun’ altro. E c’è da credere che se il meccanismo sanzionatorio avesse tempi più rapidi, sarebbero ancora dalla stessa parte.
Quelli ideologicamente convinti che le sanzioni siano sbagliate, solo solo il 28%. E bisognerebbe capire perché lo sono (vedi Salvini, ad esempio) e chiedere loro come pensano che ci si potrebbe difendere, escludendo ritorsioni belliche, dai propositi militari di uno stato, quale esso sia purché sufficientemente pericoloso, che per risolvere i sui presunti problemi, invade uno stato confinante. Forse mostrando direttamente le chiappe per risparmiargli la fatica, nella convinzione che in quel caso avrà almeno la bontà di usare l’olio?
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“La maggioranza di cui si dà conto nell’articolo è tale (cioè è maggioranza) per l’ 1,1% (51,1%).
Gli altri, cioè non contrari alle sanzioni, sono il 48,9%.”
Matematicamente, la differenza tra i due blocchi non è dell’ 1,1%, ma del 2,2% (51,1%-48,9%=2,2%).
E questo solo per parlare di matematica.
Per il resto, ci sarebbe da dire che, non solo le sanzioni NON hanno MAI funzionato nella storia, ma sarebbe da valutare se sarebbe giusto, eventualmente funzionassero, portare alla fame un intero popolo per punire il loro governo.
E, nel caso specifico, perché non cominciare a punire gli Usa per gli innumerevoli casi di aggressione ingiustificata e interferenze nella politica di altri stati, compreso il colpo di stato in Ucraina… e perché non colpire l’Ucraina per il SUO comportamento di aggressione, che continua da 8 anni, nei confronti di una sua stessa regione, pur riconosciuta autonoma da accordi garantiti da Francia e Germania…
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Gentile Anail, secondo me, con le sanzioni ai cosiddetti oligarchi è venuto meno, in tutta l’UE, il concetto di PROPRIETÀ PRIVATA. Infatti, i nostri Paesi non sono in guerra con la Russia, eppure sequestrano e mettono all’asta beni privati di stranieri, senza contraddittorio e senza un processo. Beni che sono stati così ” sciocchini” da comprare od ormeggiare in UE. Quale riccone o governante, in futuro, oserà più farlo? Oggi tocca ai Russi, domani, forse ai Sauditi, ai Cinesi, agli Indiani…a noi stessi.
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Concordo assolutamente.
Secondo me è inaudito, fuori da ogni logica.
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Manca un pezzo.
L’1,1% sono 649.000 persone se considerassimo tutti, anche i bimbi.
In realtà siamo ad un numero più piccolo se escludiamo coloro che fisiologicamente non sono in grado di manifestare un’opinione in questo argomento (bimbi, appunto, come esempio. Ma non solo.).
In pratica, parliamo di una maggioranza tecnica (l’equivalente di una città come Bologna circa) più che di vera e solida maggioranza. Almeno per ora.
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Mario
quindi, seguendo il tuo ragionamento, in un ipotetico referendum,
se una delle parti vincesse con un divario del 1,1% non sarebbe valido?
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intanto che noi stiamo dibattendo su sanzioni si e no, mentre in EU stanno chiudendo causa delle conseguenze del caro energia, in IUESEI avevano programmato per tempo cosa fare:
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/la-rinascita-della-meccanica-usa-36021
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Lo stesso sta accadendo pure in EU e Italia, magna tranquillo Adrià.
Nell’articolo si parla di semiconduttori, perchè lasciarne la prodduzione a Taiwan, con i venti di guerra in corso, non sarebbe saggio.
Ad Agrate STM ha investito qualche miliardo per un nuovo stabilimento.
Produzione acciaio riportata in USA, abbandonando progressivamente le forniture di India e Cina, concentrate su se stesse.
Nel settore Automotive la produzione si sta spostando su vettore a propulsione elettrica, dove gli USA sono stati pionieri con Tesla e Nikola, ma pure le case tradizionali si stanno rafforzando in patria, come in Europa.
Ho letto che la Ford avrebbe riportato a casa la produzione di un motore a benzina da 2.000cc, finora prodotto in Spagna. Non ricordo modelli di successo che lo montassero, forse la Mondeo e la Focus ST, numeri risibili.
La delocalizzazione finora aveva interessato Mexico e Canada. A noi che ce ne frega?
Elettrodomestici e relativa componentistica riportate a casa dalla Cina,
Capisco la tua avversione di base a tutto ciò che è USA, ma un minimo, minimo, di onestà intellettuale a quando?
Sapevi che la Bianchi biciclette ha abbandonato la produzione in Estremo Oriente er riportarla a Bergamo?
Conosci la storia di Technoprobe?
Fu fondata nel 1995 da un tecnico della STM che decise di investire la propria liquidazione riscattata al momento della pensione per mettersi a produrre in proprio le Probe cards.
Oggi la società è leader mondiale e con la quotazione in borsa il suo fondatore ha scoperto, a 85 anni, di essere per patrimonio tra i nuovi miliardari in Euro.
https://tg24.sky.it/tecnologia/now/2022/06/30/technoprobe-probe-cards-ecco-come-testiamo-i-chip-di-tutto-il-mondo
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Il fenomeno del reshoring e nearshoring è comunque in atto da tempo, con un forte impulso ricevuto dall’arrivo della pandemia.
Mi sa che stai perdendo colpi.
https://www.ilsole24ore.com/art/reshoring-e-sicurezza-filiere-nuova-agenda-le-imprese-AE2AifUB
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concordo, ma mentre in IUESEI la strategia si è allargata di molto, in EU la cosa, causa recessione si è bloccata, tra poco le multinazionali IUESEI faranno shopping a man bassa.
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Nell’articolo si parla di semiconduttori, perchè lasciarne la prodduzione a Taiwan, con i venti di guerra in corso, non sarebbe saggio.
Ad Agrate STM ha investito qualche miliardo per un nuovo stabilimento.
Produzione acciaio riportata in USA, abbandonando progressivamente le forniture di India e Cina, concentrate su se stesse.
Nel settore Automotive la produzione si sta spostando su vettore a propulsione elettrica, dove gli USA sono stati pionieri con Tesla e Nikola, ma pure le case tradizionali si stanno rafforzando in patria, come in Europa.
Ho letto che la Ford avrebbe riportato a casa la produzione di un motore a benzina da 2.000cc, finora prodotto in Spagna. Non ricordo modelli di successo che lo montassero, forse la Mondeo e la Focus ST, numeri risibili.
La delocalizzazione finora aveva interessato Mexico e Canada. A noi che ce ne frega?
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Lo stesso sta accadendo pure in EU e Italia, magna tranquillo Adrià.
Nell’articolo si parla di semiconduttori, perchè lasciarne la prodduzione a Taiwan, con i venti di guerra in corso, non sarebbe saggio.
Ad Agrate STM ha investito qualche miliardo per un nuovo stabilimento.
Produzione acciaio riportata in USA, abbandonando progressivamente le forniture di India e Cina, concentrate su se stesse.
Nel settore Automotive la produzione si sta spostando su vettore a propulsione elettrica, dove gli USA sono stati pionieri con Tesla e Nikola, ma pure le case tradizionali si stanno rafforzando in patria, come in Europa.
Ho letto che la Ford avrebbe riportato a casa la produzione di un motore a benzina da 2.000cc, finora prodotto in Spagna. Non ricordo modelli di successo che lo montassero, forse la Mondeo e la Focus ST, numeri risibili.
La delocalizzazione finora aveva interessato Mexico e Canada. A noi che ce ne frega?
Elettrodomestici e relativa componentistica riportate a casa dalla Cina,
Sapevi che la Bianchi biciclette ha abbandonato la produzione in Estremo Oriente er riportarla a Bergamo?
Conosci la storia di Technoprobe?
Fu fondata nel 1995 da un tecnico della STM che decise di investire la propria liquidazione riscattata al momento della pensione per mettersi a produrre in proprio le Probe cards.
Oggi la società è leader mondiale e con la quotazione in borsa il suo fondatore ha scoperto, a 85 anni, di essere per patrimonio tra i nuovi miliardari in Euro.
https://tg24.sky.it/tecnologia/now/2022/06/30/technoprobe-probe-cards-ecco-come-testiamo-i-chip-di-tutto-il-mondo
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Il settore automotive non mi sembra proprio un esempio azzeccato…
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un altro contributo per chi volesse approfondire
è un’intervista ad un economista di lunga data e larga esperienza: Michael Hudson
https://wordpress.com/read/blogs/29352109/posts/66643
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Sapete come la stampa mainstream ha liquidato la manifestazione di 70.00. persone nella Rep. Ceka ? Propaganda russa .
Niente li scalfisce . Manco in Corea del Nord.
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Stivaloni alti da pescatore si impongono a frequentare questo piagnisteo.
Nessuno mi ha mai spiegato una cosa:
Se la Russia può fare a meno degli scambi commerciali con l’Occidente, mi spiegate perchè batte, con lo sciacallo padano ad esempio, sul tema delle sanzioni da eliminare?
Non sono diventati finalmente autonomi? Non hanno la Cina a sostituire tutto ciò che arrivava e veniva prodotto in loco dai paesi NATO?
Vorrei risposte razionali e senza PIANGERE.
Nel frattempo attentato kamikaze davanti all’ambasciata russa di Kabul.
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te lo dice questa tabella: i paesi che applicano le sanzioni sono minoranza, ma sono in maggioranza in rapporto alla ricchezza

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Non atteggiarti a sostenuto con me.
LA maggioranza della popolazione mondiale commercia con loro, pur con alcuni distinguo, perchè parimenti straccioni. E allora mandano avanti le groupie come lo sciacallo padano per fare ammuina. Tutto per avere un lasciapassare, con il ricatto sul gas, di questa e di future guerre di aggressione.
Stica, Meco, Anve….Che prospettive merdavigliose.
Le fonti autonome quali sarebbero, quelle .RU? Quelle dei complottisti sempre contro, dai vaccini, all’allunaggio e oggi filorussi? Ari-Meco…
Articolo di “Le Monde” – dalla rassegna stampa estera di “Epr Comunicazione”
Contrariamente a quanto sostenuto da alcuni, le sanzioni occidentali contro Mosca dopo lo scoppio della guerra in Ucraina stanno cominciando ad avere effetto, spiega Stéphane Lauer, editorialista di Le Monde, nel suo articolo.
Questi effetti sono graduali ma cumulativi e stanno portando l’economia russa in un vicolo cieco.
Nel torpore estivo, una piccola musica si è insidiata nel dibattito pubblico. Le sanzioni occidentali contro la Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina sono state considerate un fallimento.
L’embargo non solo non funzionerebbe, ma si ritorcerebbe contro gli interessi dei suoi promotori. Peggio ancora, l’economia russa mostrerebbe una capacità di recupero insospettata.
er un certo periodo questo discorso è stato confinato all’estrema destra e alle frange di un populismo miope, ma sta guadagnando influenza in un momento in cui i danni causati dall’inflazione e dalla crisi energetica cominciano a farsi sentire nell’Unione Europea (UE).
È in gran parte alimentata dall’inaffidabilità delle statistiche disponibili, da quando il Cremlino ha smesso di pubblicare cifre aggiornate e verificabili a favore di dati errati e in gran parte manipolati.
Affermare che le sanzioni sono inefficaci non è soltanto falso.
È soprattutto per dare credito alla narrazione distillata dalla propaganda russa, che ha un solo obiettivo: rompere l’unità dell’Occidente nel tentativo di allentare la morsa che minaccia di asfissiare la sua economia.
L’uso dell’arma del gas negli ultimi giorni per far sprofondare le democrazie europee nell’incertezza e nella paura della penuria non ha altro scopo. L’obiettivo è fermare una discesa agli inferi che, senza un ipotetico ripensamento da parte dei leader occidentali, sembra inevitabile.
Certo, la disintegrazione è più lenta del previsto.
Con il suo basso debito estero e le abbondanti riserve di valuta estera, era ingenuo credere che l’undicesima economia mondiale sarebbe crollata come un castello di carte.
All’inizio della guerra, il calo del PIL era stimato al 15%. Alla fine, si prevede che la recessione sarà la metà. Anche così. L’entità è ancora equivalente a quella registrata dalla zona euro nel 2020, quando è emersa la crisi pandemica.
Ma questa volta la Russia non ha messo in campo né il “whatever it takes” né un massiccio piano di lavoro a breve termine per attutire il colpo.
Sergei Guriev, direttore dell’istruzione e della ricerca di Sciences Po ed ex consigliere economico del governo russo rifugiatosi in Francia, sottolinea che alla vigilia della guerra la Russia si aspettava ancora una crescita del 3%. Le sanzioni hanno quindi contribuito a un calo dell’economia di 9 punti.
Solo l’impennata del prezzo del petrolio, che rappresenta un terzo del PIL, metà delle entrate fiscali e due terzi delle esportazioni, ha contribuito a limitare i danni. “Ma con l’attuale prezzo del petrolio, senza le sanzioni, il potenziale di crescita dell’economia russa dovrebbe essere di circa il 7%”, sottolinea Guriev.
Di fatto, la Russia si è trasformata in un villaggio “Potemkin”: dietro una facciata che dà l’illusione di resilienza, le crepe stanno già minacciando le fondamenta.
La tesi della tenuta dell’economia russa si basa sul fatto che il Paese ha un surplus commerciale record, mentre il rublo sta mostrando una forza inaspettata. Ma la ragione per cui entrambi gli indicatori stanno facendo bene è quella sbagliata.
La bilancia commerciale estera porta i segni del crollo delle importazioni. Per quanto riguarda il mito della moneta forte, la situazione è ingannevole perché si spiega essenzialmente con i massicci interventi della banca centrale russa a sostegno del rublo e con i drastici controlli sui cambi.
I consumi sono diminuiti del 10% e, a causa della mancanza di componenti e di sbocchi, la produzione industriale è scesa del 7%.
Nel settore automobilistico, il calo ha raggiunto il 90%. Per evitare di scendere a zero, il governo è stato costretto ad allentare gli standard di sicurezza consentendo l’uso di veicoli senza airbag e freni ABS.
Più di 1.200 aziende straniere hanno lasciato la Russia, pari al 40% del PIL, spazzando via quasi tre decenni di investimenti stranieri, secondo un recente studio di un gruppo di ricercatori dell’Università di Yale, che parlano di un’economia russa paralizzata.
Anche il divieto di importazione di componenti industriali sta agendo come un lento veleno. La flotta aerea commerciale russa non è ancora a terra, ma le compagnie sono costrette a smantellare alcuni aerei per mantenerne altri.
Più problematica per l'”operazione speciale”, il nome ufficiale della guerra con l’Ucraina, è la mancanza di componenti elettronici, essenziali per la fabbricazione di missili e carri armati di ultima generazione. Nonostante l’uso di canali di contrabbando, il potenziale militare della Russia si sta riducendo perché non è tecnologicamente autonomo.
Rimangono gli idrocarburi. Sebbene il gas russo sia al centro dei dibattiti in Europa, rappresenta solo un terzo delle entrate petrolifere del Paese.
L’oro nero è quindi una questione cruciale per lo sforzo bellico. Finora i proventi del petrolio hanno continuato a riempire le casse dello Stato. Le sanzioni, annunciate a maggio, hanno fatto aumentare i prezzi mondiali, ma non saranno pienamente applicate fino a dicembre.
Nel frattempo, gli europei hanno continuato ad acquistare il più costoso petrolio russo in mancanza di un’alternativa, dando l’illusione che l’embargo non abbia alcun effetto.
Anche se la Cina e l’India subentreranno parzialmente acquistando petrolio a basso costo dalla Russia, il crollo della domanda occidentale a partire dal 2023 sarà un momento chiave nell’equilibrio di potere con la Russia.
“Gli effetti delle sanzioni sono graduali e cumulativi”, afferma Agathe Demarais, direttore delle previsioni globali dell’Economist Intelligence Unit. È una maratona che richiede pazienza. La pazienza degli europei è messa a dura prova dal razionamento dell’energia e dalla recessione. Devono convincersi che il tempo è dalla loro parte per le democrazie. Rinunciare al nostro comfort energetico e al nostro potere d’acquisto ha un costo, ma difendere i nostri valori e la nostra sovranità non ha prezzo.
RICORDI LA STRETTA DEL BOA?
Continuate a nutrirvi di propaganda, siete in un paese libero e vi viene concessa tale libertà. Potete afermare pari trattamento per la popolazione residente all’interno della Federazione Russa?
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L’attendibilità del 24ore la lascio a te, come lascio a te l’attendibilità di tutte le fonti semi-governative o fiancheggiatrici.
Chiaro che le sanzioni creano danni, ma dovevano crearle anche quelle in occasione dell’annessione della Crimea, come quelle di febbraio e marzo scorso, avrebbero dovuto annichilire la Russia, sono passati 6 mesi e qualcosa e di annichilimento della Russia non si vede.
Sarà anche ammaccata, sarà anche in recessione, ma non si vede un suo arretramento, anzi due stati che non si amano, si sono avvicinati dandosi sostegno Cina e Russia.
Invece da questa parte i danni si vedono eccome.
Alla lunga le sanzioni sortiranno il loro effetto devastante, ma intanto noi?
«In the long run we are all dead.» Keynes
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come al solito scrivi paginate inserendo di tutto…lascia stare il cazzaro verde, putiniani o altro.
Io contesto la validità della strategia IUESEI-NATO, il volere a tutti i costi la distruzione dell’apparato politico ed economico della Russia e nel contempo la distruzione dell’Ucraina sostenendo degli nazionalisti fanatici, assassini, corrotti, neo-nazisti (fossero in EU grideremmo allo scandalo) e la distruzione di apparati produttivi e la recessione economica, con conseguente disastro sociale.
Non ci sono alternative? o non si voglio percorrere?
Quanto tempo dobbiamo aspettare, quante distruzioni, quante morti dobbiamo aspettarci ancora per essere sazi?
Tutte le guerre che IUESEI ha condotto dal vietnam in poi , ha portato immani sofferenze, senza MAI arrivare ai risultati che si prefiggevano o che raccontavano inizialmente, IO DI QUESTA GENTE NON MI FIDO. Pu&in sappiamo chi è, ma noi sappiamo veramente chi sono quelli che si muovono dietro $iden?
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”non atteggiarti a sostenuto con me”
Detto da NAPOLEONE CON LO SCOLAPASTA IN TESTA.
Mammamia che PAURA. Eh, Jerry?
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I kamikaze li mandano gli amici islamisti ‘moderati’, quelli che non sparano contro USA e Israele nemmeno per sbaglio.
Jerry, fatti curare che ne hai parecchio bisogno, oramai sei in una fase che in altri tempi l’avrebbero risolta a colpi di ellettroshok, se non con la lobotomia.
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Ecco spiegato il motivo:
https://som.yale.edu/story/2022/chief-executive-leadership-institute-research-insights-business-retreats-and-sanctions
Aprite gli occhi, ma per davvero
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Le sanzioni come un boomerang, ritornano a chi le ha lanciate,
Dal FQ
futures Ttf avevano chiuso sotto i 215 euro venerdì, poi è arrivata la decisione di Gazprom. La moneta unica mai così debole dal dicembre 2002. Anche il prezzo del petrolio risulta in netto aumento in avvio di settimana in attesa della riunione dell’Opec + che potrebbe decidere per un taglio della produzione e dopo la presa di posizione del G7 su un price cap. Milano debole in apertura.
Ticinonlain
Dopo una settimana dovremmo chiudere i supermercati»
Zumbrunnen, presidente della direzione generale di Migros, traccia diversi scenari sulla carenza di gas ed energia
Pesce e pane i primi alimenti che verrebbero colpiti. Istituita una cellula di crisi per far fronte all’inverno
BERNA – Migros ha istituito una cellula di crisi per prepararsi alla minaccia di una carenza di gas ed elettricità il prossimo inverno. Secondo Fabrice Zumbrunnen, presidente della direzione generale della Federazione delle cooperative del grande distributore, l’azienda è responsabile dell’approvvigionamento alimentare nazionale
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Jolly Boy ex Jerome
puoi postare tutte le paginate e dare dei mistificatori a chi vuoi
ma quello che posti, le notizie di quotidiani, controllati NON da editori indipendenti o da centri di studio, SONO VECCHIE,
tutto quello che hai postato è avvenuto PRIMA
io ti parlo di adesso!
li conosco anch’io i dati di PRIMA!
ma chi lavora ed opera deve valutare quello che presumibilmente avverrà.
e la strategia è chiara
perdita di ricchezza dell’EU, di competitività, di risorse, di capacità di manovra, a favore di chi?
Paesi asiatici. escluso GIAP, IUESEI paesi che si affacciano nel Pacifico.
L’EU sarà succube economicamente e finanziariamente della parte IESEI+UK.
Sono anni che cercano di spezzare la vicinanza economica EU-RUSSIA e ora ci stanno riuscendo, sarò lunga e piena di lacrime per tutti!!!
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E gli Usa sanzionano anche l’ Onu !
https://www.maurizioblondet.it/stati-uniti-negano-visto-a-ministro-russo-che-doveva-andare-allonu-cosa-significa/
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Sono completamente allo sbaraglio, sentono il loro impero che cominciare a traballare
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Se la situazione sanzioni+prezzo gas alto fosse favorevole a Putin, come mai chiede che vengano tolte le sanzioni sventolando l’unica arma rimastagli (nel breve periodo) che e’ la fornitura di gas?
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Persona intelligente
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“”Fmi chiede una riforma fiscale dell’Ue: “Serve debito comune per affrontare le crisi””
da sergente dispotico che ha massacrato interi paesi
a fautore del “bene conune”
ma chi ci crede
una istituzione che è in mano IUESEI
che si preoccupa dei debiti dei paesi?
NO cominciano a preoccuparsi della tenuta economica e sociale dell’EU,
se l’EU si ribella cosa fanno? le dichiarano guerra?
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