M5s, Beppe Grillo è sempre più isolato e marginale

Dopo l’addio di Di Maio e il resto dei parlamentari cinque stelle schierati con Conte, il comico sembra far parte del passato e ormai non si diverte più. Anche i fedelissimi Cancelleri e De Masi lo stanno abbandonando. Le ragioni dell’accerchiamento.

(Stefano Iannaccone – tag43.it) – Che qualcosa fosse cambiato, Beppe Grillo lo aveva capito da tempo. Ma nella sua visita a Roma della scorsa settimana ha toccato con mano quanto sia diverso, oggi, il suo ruolo nel Movimento 5 stelle: ha visto direttamente come sia colata a picco la sua popolarità all’interno della creatura che ha contribuito a far nascere. Anche per questo ha ripreso a scrivere sul suo blog di temi più politici, un maggiore dinamismo per riaffermare che non è ancora un pensionato del Movimento.

Beppe Grillo

Il comico vive in un isolamento politico quasi totale

Resta il fatto che i gruppi parlamentati siano ormai schierati con «il Presidente», come deputati e senatori stellati definiscono Giuseppe Conte. Grillo resta una figura residuale, legata a un passato che in molti vorrebbero lasciarsi alle spalle. Anche se è tornato centrale nella comunicazione, avendo trovato l’accordo. Al netto degli aspetti economici, il comico genovese vive in un isolamento politico quasi totale, una sorta di accerchiamento da più lati. L’addio di Luigi Di Maio stato vissuto come un voltafaccia insopportabile, certo. E Grillo lo ha evidenziato, a modo suo, con un lungo post sulla «fenomenologia del tradimento e del traditore». Una stilettata. Ma il ministro degli Esteri non è sembrato turbato, avendo già messo in conto la reazione. Al netto delle accuse, il numero uno della Farnesina ha portato con sé tanti grillini della prima ora, che in un modo o nell’altro avevano un legame con Grillo, una riconoscenza per quello che ha rappresentato per il Movimento. Un rapporto umano che andava al di là della politica e che li rendeva in un certo senso succubi delle uscite del grande capo. Grillo era Grillo, nel bene e nel male.

Beppe Grillo

Tra i “ragazzi fantastici” ormai è rimasto solo Roberto Fico

Adesso tutto questo è svanito, tra i «ragazzi fantastici», come definì il nucleo dei giovani approdati in Parlamento, è rimasto solo il presidente della Camera, Roberto Fico, che pure ha subito l’infatuazione del contismo. Così, nonostante con Di Maio da tempo c’era disaccordo, il garante del Movimento rischia ora di restare schiacciato dai fedelissimi di Conte, che sono la netta maggioranza tra gli eletti. Perché dei “suoi” non c’è più traccia, quasi tutti accodati a Di Maio. La pattuglia del M5s è piena di pentastellati della seconda generazione: gran parte di loro non conosce personalmente Grillo o, comunque, non ha lo stesso grado di confidenza che possono vantare gli attivisti degli esordi, finiti poi nelle Istituzioni già nella scorsa legislatura. Così il suo grado di appeal è diminuito in maniera tangibile. «Non si diverte più come un tempo», ammette una fonte interna che conosce «Beppe». Svolge il suo compito più per dovere. E si vede chiaramente.

M5s, Beppe Grillo è sempre più isolato e marginale

Beppe ci mette del suo: quell’impuntatura sulla deroga al terzo mandato…

Del resto, il comico ci mette del suo per isolarsi. Nel Movimento c’è una parte della vecchia guardia che resiste, uno di questi è Giancarlo Cancelleri, attuale sottosegretario alle Infrastrutture e alle mobilità sostenibili, che però è stato osteggiato da Grillo. La sua impuntatura sulla deroga al terzo mandato ha bloccato la candidatura di Cancelleri alla presidenza della Regione Sicilia, dove aveva sfiorato la vittoria nelle elezioni di 5 anni fa. Il veto su Cancelleri ha spalancato la strada alla contiana Barbara Floridia. Il fondatore del Movimento non è riuscito a gestire il rapporto politico con chi, nonostante tutto, è rimasto al suo fianco. Si è intestardito sulla regola che ha introdotto fin dalla fondazione del Movimento, respingendo qualsiasi possibilità di fare qualche eccezione. E in questo accerchiamento rientrano anche le parole del sociologo, Domenico De Masi, che in un’intervista a il Fatto Quotidiano, ha spifferato la presunta conversazione avvenuta da Grillo e Mario Draghi, in cui il presidente del Consiglio avrebbe chiesto la defenestrazione di Conte. Un’affermazione che ha provocato uno sconquasso politico, tanto da portare alla soglia della crisi di governo. Nemmeno più di un amico come De Masi si è potuto fidare Beppe. Lasciato solo, al comando, di una nave con un equipaggio che da tempo ormai guarda altrove.

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2 replies

  1. Qui non si tratta di tradimenti, di solitudine, di idee: molto più banalmente: Grillo ha appoggiato e fatto votare in Parlamento
    – ciò che potrebbe essere definito un ribaltone
    – il governo tecnico del Migliore
    – tutte le scelte successive dei Migliori
    Per me, Grillo è MOLTO cambiato oppure l’hanno indotto o convinto a cambiare.
    È inutile parlarne ancora.

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    • Hai perfettamente ragione
      E lui che ha voluto entrare nel governo è lui che ha voluto Cingolani alla transizione ecologica
      Se invece di parlare con De Masi e altri 10 parlamentari se ne stava zitto o avesse riferito solo a Conte sarebbe stato meglio.

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