Paolo Mondani di Report: “La procura mi disse che sarei stato smentito, prima ancora di aver mandato in onda le interviste”

Le parole di Paolo Mondani gettano un’ombra ancora più lunga su quello che è successo

Il giornalista Sigfrido Ranucci nello studio della trasmissione di Rai3 ‘ Report’, nella sede della Rai di via Teulada, 22 aprile 2017, a Roma. ANSA/CLAUDIO ONORATI

(Gianmichele Laino – giornalettismo.com) – A Casa Minutella, il talk show prodotto da BlogSicilia, è intervenuto il giornalista di Report Paolo Mondani. La procura di Caltanissetta ha eseguito delle perquisizioni nella sua abitazione – e nella redazione della trasmissione – in seguito alla messa in onda del servizio di Report (mandato in onda lunedì scorso) sui presunti rapporti tra l’omicidio del giudice Falcone e la presenza sui luoghi della strage dell’estremista nero Stefano Delle Chiaie. Già nei giorni scorsi, Sigfrido Ranucci – il conduttore della trasmissione – aveva specificato che la data della perquisizione riportata sui documenti era precedente alla messa in onda del servizio, lasciando intendere che l’operazione fosse già pianificata prima ancora della pubblicazione di interviste e materiali audiovisivi. Adesso Paolo Mondani svela un altro retroscena che riguarda la Procura di Caltanissetta.

Paolo Mondani e la rivelazione sulla procura di Caltanissetta

«Un mese fa – ha raccontato Mondani – fui convocato dalla Procura di Caltanissetta per capire perché io stavo facendo delle interviste. Siccome non avevo mandato in onda nulla, non avevo scritto nulla e chiesi a loro se l’ordinamento nostro prevede che sul giornalista venga fatto un lavoro preventivo, su quello che sta pensando, sulle fonti che sta incontrando e sulle interviste che sta facendo. Opposi il segreto professionale su tutte le cose che mi riguardavano. Mi fu risposto che se io avessi mandato in onda alcune di quelle cose, mi avrebbero smentito. Prima ancora di sapere cosa avrei mandato in onda». Insomma, un comportamento piuttosto preoccupante per tutto quello che riguarda la libertà di stampa e di espressione: perché bisognava attuare questa inchiesta preventiva rispetto a contenuti giornalistici che sarebbero stati successivamente pubblicati (e, si badi, soltanto successivamente)? Tra la convocazione in procura e la messa in onda del servizio, infatti, è trascorso un mese. Possibile che i magistrati sapessero già cosa Paolo Mondani avrebbe pubblicato?

Inoltre, sempre lo stesso giornalista ha riferito di essere stato pedinato, nello stesso lasso di tempo. Il rischio che è stato più volte manifestato a Paolo Mondani era quello di «rischiare di bruciare le indagini». Vale però appena la pena ricordare che l’omicidio del giudice Falcone risale a 30 anni fa. Perché soltanto adesso ci si preoccupa di bruciare le indagini?

Alla notizia, è stato dato ampio risalto. Il conduttore di Report Sigfrido Ranucci ha pubblicato la dichiarazione di Paolo Mondani sulla sua pagina Facebook.

6 replies

  1. Credo ci sia qualcosa nelle interviste che non è stato montato, mandato in onda e messo ancora nella giusta luce…..o forse gli intervistati non hanno detto quello che il Potere teme.
    Spero Report non smetterà di scavare.

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  2. Vicenda dai contorni foschi!! Qui mi sa che siamo tutti controllati…e paghiamo per farlo!!
    Massima solidarietà a report e massimo schifo per delle chiaie e compagnia cantante!!

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  3. La tireranno in lunga fino allo stop estivo: evidentemente la gente esce la sera, gli ascolti calano… C’è bisogno di un aiutino… E quale migliore di una “perquisizione”. Finirà in nulla., ovviamente, ma intanto l’ effettoi “Signora mia!” è assicurato. Fino alla volta prossima…

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