
(Marcello Veneziani) – Piccolo manuale di consigli furbi per essere eletti presidenti della Repubblica. Regola principale: aggattonarsi. Appiattirsi per terra, mimetizzarsi nel paesaggio e procedere strisciando. Non farsi notare, trattenere il respiro, mimetizzarsi con l’ambiente e distaccarsi da ogni gruppo distinto. Poi camminare radendo il muro per passare inosservati, proteggervi le spalle e ripararvi da sodomie d’amici. Negate sempre di correre per il Quirinale, dite invece che siete proiettati sull’Europa, che fa figo e statista. E che vi interessa solo la salute dell’Italia, figuratevi se penso alla mia carriera. Poi fate le fusa a tutti, miagolate anche ai nemici di ieri che possono diventare gli elettori di domani, siate inclusivi con tutti per essere inclusi da tutti; mantenete un atteggiamento composto, allontanate amanti, amici incasinati e tenete a bada vizi, mogli e figli.
Quindi procedete alla compensazione: se siete stati troppo sbilanciati a sinistra ammiccate al versante opposto o viceversa. Poi senza far capire perché, fate il giro delle sette chiese per ingraziarvi il loro favore: poteri forti e grossi, poteri mediatici e medianici, poteri clericali e confederali, più il megapotere europeo. E se vi chiedono chi vedreste al Quirinale, non potendo dire io, bruciate il concorrente svelando la sua candidatura oppure rifugiatevi nel genere: vedrei una donna, un gay, un trans, un disabile o un candidato impossibile, tipo Papa Francesco, un defunto glorioso o uno straniero amato da tutti. Mostrate sofferenza per una categoria, un popolo, una persona che patisce in quel momento, in favore di telecamera. Per tutto il periodo non mostrate i denti, e la lingua usatela solo in privato per le doverose leccatine; simulate debolezza e siate taciturni, fate qualche buona azione fingendo di volerla tenere nascosta e mostratevi leggermente patrioti e leggermente credenti, ma senza esagerare. Fate recapitare per vie traverse ai media qualche vostra foto domestica, rassicurante, in famiglia, con l’adorata moglie (con cui in realtà non vi sopportate più) e con qualche nipotino in braccio; se non l’avete, noleggiatelo, ma non fate scoprire la magagna. Per arrivare al Quirinale evitate la strada principale o quella che vi indica il navigatore, prendetela larga, passate dai vicoletti, spuntate improvvisamente là. E se qualcuno v’intercetta lungo la via e v’intervista, eludete la domanda tranello su dove volete essere la fine dell’anno prossimo all’ora del cenone.
Lui scherza, ma Papa Francesco non sarebbe niente male.
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Ritratto perfetto della sogliola appiattita sul fondo che ho in mente e di cui ho già scritto.
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Papa Francesco, in prima persona e attraverso i tanti “suoi”, c’è già. Il vero potere lo ha sempre chi non lo sbandiera.
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