I gemelli del gol e dell’offshore

(Paolo Biondani, Vittorio Malagutti e Leo Sisti – espresso.repubblica.it) – I Pandora Papers svelano le ricchezze offshore di due stelle del calcio nostrano. I nomi dell’allenatore della Nazionale, Roberto Mancini e quello di Gianluca Vialli, capo delegazione degli azzurri agli ultimi Europei, compaiono nell’archivio segreto svelato dall’inchiesta giornalistica internazionale del consorzio Icij, a cui partecipa anche L’Espresso in esclusiva per l’Italia.

Mancini viene indicato nei documenti come l’azionista di Bastian Asset Holdings, con sede nel paradiso fiscale delle British Virgin Islands (BVI). Nelle stesse carte, Vialli è invece qualificato come proprietario di un’altra società, la Crewborn Holdings, anche questa registrata alle BVI.

Dai Pandora Papers emergono numerosi dettagli sulle attività dei due ex calciatori, già compagni di squadra nella Sampdoria campione d’Italia nel 1991. Si scopre così che il tecnico azzurro nel 2009 aveva segnalato a una fiduciaria italiana di essere intenzionato a chiedere lo scudo fiscale per regolarizzare la sua posizione con il Fisco. Secondo i documenti consultati da L’Espresso, la società caraibica di Mancini era proprietaria di un aereo. Lo schermo offshore di Vialli, cittadino britannico ormai da molti anni, è invece servito a gestire una serie di finanziamenti ad attività italiane.

(Da espresso.repubblica.it) Un eroe del calcio. Un aereo intestato a una offshore. E uno scudo fiscale. L’eroe è Roberto Mancini, da Jesi, artefice nel luglio scorso della vittoria della Nazionale al campionato europeo. L’aereo è un Piaggio, di proprietà di Bastian Asset Holdings Ltd, una società delle British Virgin Islands (BVI) controllata da Mancini a partire da dicembre del 2008. Con lo scudo fiscale, invece, l’allenatore azzurro ha potuto far rientrare in Italia il suo patrimonio detenuto all’estero, alle BVI.

La storia, ricostruita da L’Espresso con i documenti dei Pandora Papers, comincia ad aprile del 2008, quando viene costituita la Bastian con sede ai Caraibi. Il mese dopo Mancini perde il posto da allenatore dell’Inter, incassa una buonuscita di 8 milioni di euro, ma resta disoccupato fino al dicembre del 2009 quando viene ingaggiato dal Manchester City. Intanto, esattamente un anno prima, a dicembre del 2008, Mancini era già diventato l’azionista unico di Bastian, la società offshore a cui era intestato un aereo Piaggio P180 Avanti acquistato per 7 milioni di dollari a novembre dello stesso anno.

Il 13 gennaio 2009 Bastian fa il pieno di capitali grazie a un prestito di 5,5 milioni di dollari erogato da SG Equipment Finance Schweiz AG, una società con sede a Zurigo, al numero 105 di Gladbachstrasse. Come garanzia, la finanziaria svizzera si prende in pegno sia il velivolo che le azioni della Bastian. Due settimane dopo, il 23 gennaio, il Piaggio viene concesso in leasing alla tedesca AirGo FLugservice di Magonza.

A novembre del 2009, però, la situazione cambia ancora: Mancini torna nel pieno possesso delle azioni che a gennaio erano state date in pegno alla SG Equipment di Zurigo. Il mese successivo, i documenti segnalano un’altra importante novità. Mancini, che in quei giorni sta per iniziare la sua nuova avventura a Manchester, il 3 dicembre 2009 scrive alla Fidor-Fiduciaria Orefici di Milano e, per conoscenza, anche alla Bastian Asset Holdings delle British Virgin Islands per annunciare che “intende avvalersi delle opportunità offerte dalla recente normativa italiana sulla emersione delle attività detenute all’estero”.

La scelta di tempo non è casuale. La legge sullo scudo fiscale, promossa dall’allora ministro Giulio Tremonti, si stava avviando a scadenza. E allora bisognava affrettarsi, per sfruttare i vantaggi offerti dalla sanatoria che con il versamento di una quota forfettaria pari al 5 per cento del valore dei beni detenuto all’estero, garantiva la non punibilità dei reati tributari. Non sappiamo se Mancini abbia effettivamente aderito allo scudo fiscale, come aveva preannunciato nella sua lettera. Per conoscere la sua versione dei fatti, L’Espresso ha inviato una mail all’allenatore della Nazionale e all’avvocata Silvia Fortini, moglie e legale di fiducia dell’ex calciatore della Sampdoria campione d’Italia nel 1991. La nostra richiesta, però, è rimasta senza risposta.

Dai documenti dei Pandora Papers si scopre che l’avvocata Fortini si è occupata anche dell’aereo intestato alla società caraibica. In base a un accordo stipulato nel 2010 con la director di Bastian, Delta Denise Fraser, la moglie di Mancini si è impegnata, si legge nelle carte societarie, “a vendere il velivolo, numero di serie 1172, e tutti gli equipaggiamenti e le dotazioni di bordo, inclusi i motori e le eliche, ovvero il pacchetto azionario del 100 per cento della Bastian Assets Holdings Ltd (…) ad un prezzo massimo di 6 milioni e 400 mila dollari (…) con un prezzo minimo di vendita non inferiore a sei milioni”.

Il negoziato per la va in porto nell’ottobre del 2011. Nel bilancio di quell’anno, approvato a febbraio del 2012, si legge che il Piaggio P180 era l’unico asset della società, che quindi “sarà liquidata”.

(Da espresso.repubblica.it) – Alle British Virgin Island è approdato anche un altro calciatore a lungo legato a Mancini, suo compagno di squadra 30 anni fa nella Sampdoria dello scudetto. Dai documenti dei Pandora Papers emerge infatti anche il nome di Gianluca Vialli, attaccante che ha chiuso la sua carriera nel 1999 e di recente ha accompagnato come capo delegazione la Nazionale azzurra ai recenti europei di luglio. Secondo quanto emerge dai Pandora Papers, a Vialli fa capo la società offshore Crewborne Holdings Limited, costituita nel 1998, mentre la Belvedere Investments Limited agisce come nominee (fiduciaria) per conto del Gianluca Vialli Family Trust (GLV Trust).

Non girano grandi cifre intorno a questa offshore, che nelle carte indica come “personal” la fonte dei fondi. Nel periodo compreso tra il 2008 e il 2013 i diritti di immagine di Vialli risultano trasferiti alla Crewborne Holdings, ma nei documenti non si fa menzione di come siano stati sfruttati. In compenso, i documenti esaminati da L’Espresso fotografano una vorticosa movimentazione di denaro sotto forma di prestiti, che aumentano progressivamente, dai 319 mila euro del 2009 fino ai 4,1 milioni nel 2012. Sono prestiti senza interessi e pagabili a vista. Da dove arrivano questi finanziamenti destinati alla Crewborne? Il creditore è la Belvedere Investments, che, come detto, agisce fiduciariamente, per conto del Gianluca Vialli Family Trust.

La maggior parte dei soldi prestati da Belvedere serve a finanziare una società portoghese, Fish Eagle Trading e Servicos, costituita nella zona franca di Madeira. Una quota di molto inferiore viene invece girata a Claudio Giacopazzi, di Savona, un amico da lunga data di Vialli.

Nel suo profilo Linkedin, Giacopazzi si definisce Senior Advisor di Fish Eagle, specializzata in produzione e distribuzione di materiali digitali nell’industria dell’”entertainment”. Lo stesso Giacopazzi aggiunge anche di essere stato, da giugno 2011 a giugno 2014, il “general manager” di Geniaware srl, una software house molto popolare nel mondo dei videogiochi, specialmente in campo sportivo. Per anni Gianluca Vialli ha fatto da consulente “Lords of football”, sviluppato proprio dall’azienda emiliana di Giacopazzi. L’ex giocatore della Sampdoria fin dagli anni Novanta è stato testimonial di altri videogiochi, come “Football Manager”, “Championship Manager” e “European Manager”.

Dai bilanci della Crewborne si scopre che la società delle BVI ha anche investito nel fondo chiuso “BC European Capital VIII”, gestito dalla BC Partners di Londra. Sarà una coincidenza, ma proprio BC Partners sarebbe stata interessata, secondo rumors raccolti dal “Sole 24 Ore” nel gennaio scorso, a comperare una quota dell’Inter dai cinesi di Suning, alleandosi con Vialli e con Fausto Zanetton, ex banchiere di Goldman Sachs e Morgan Stanley. Zanetton insieme all’amico calciatore ha fondato Tifosy, una piattaforma londinese di crowdfunding, che consente ai fan di investire in club sportivi. Nel 2019 la coppia di investitori aveva anche dimostrato un certo interesse per la Sampdoria, ma poi non se n’è fatto più niente, come nel caso dell’Inter.

L’Espresso ha contattato Gianluca Vialli per chiedergli della Crewborne, liquidata nel 2017, e degli altri suoi investimenti. L’ex calciatore, via sms, ci ha informato di essere un cittadino britannico aggiungendo che i suoi “business investments”, sono “registrati e gestiti” secondo le regole imposte da HMRC (il fisco di Londra, ndr). “Anche per rispetto degli altri shareholders – ha aggiunto Vialli – preferisco mantenere un certo livello di privacy rispetto a questa parte delle mie attività”.

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3 replies

  1. Ma i nomi dei tre politici importanti che hanno soldi neri impiattati nei paradisi fiscali usciranno
    mai?
    Sarebbe interessante vedere se sono tra quelli che odiano il reddito minimo di cittadinanza e il salario minimo.
    O abbiamo bisogno di un altro Assange pure per il fisco?

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  2. il bello è che cantan l’inno nazionale, alla partita!
    almeno giuda , baciava senza cantare…

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  3. se due “straccioni” son giunti ai paradisi fiscali, volete che non ci siano arrivati quei mille “pezzenti” che stanno chiusi a studiare nei palazzi? meglio, quelli che per andare a bruxelles passano dalla svizzera, il liechtenstein?
    continuate ad andare a votare , come avete fatto ancora ieri…
    siete un popolo di gente davvero sveglia.
    continuate a risparmiare e quando avrete un gruzzoletto, chiedetene l’indirizzo al segretario del vostro partito.
    mille anni e ce la farete anche voi.

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