Il rovescio della medaglia

(di  Massimo Gramellini – corriere.it) – Che l’inglese medio assomigliasse poco a Sherlock Holmes e moltissimo al cugino attaccabrighe di Harry Potter è una certezza che i fischi all’inno di Mameli hanno simpaticamente confermato. (Per tacere delle frasacce razziste indirizzate sui social agli imberbi rigoristi accalappiati dalle manone di Donnarumma). Ma quando abbiamo visto quasi tutti i calciatori sfilarsi platealmente dal collo la medaglia d’argento appena ricevuta, è stato come se secoli di letteratura sulla sportività britannica fossero andati in frantumi. Uno pensa alla frase di Kipling che troneggia negli spogliatoi di Wimbledon: »Se saprai trattare la Vittoria e la Sconfitta, questi due impostori, allo stesso modo… sarai un Uomo».

Evidentemente di Uomini in quella squadra ce n’erano pochini. Ovvio che perdere ai rigori, e per giunta in casa, faccia girare le scatole. Ma il capriccio infantile di togliersi la medaglia è una mancanza di rispetto nei confronti di chi te l’ha data, degli avversari e, in fondo, di te stesso. Meriterebbe una lunga squalifica, non foss’altro che per l’esempio offerto ai bambini di mezzo mondo. Lo si può in parte giustificare quando si tratta della reazione impulsiva a un’ingiustizia: un arbitraggio scandaloso, una sconfitta immeritata. Al termine di una sfida dal verdetto cristallino è solo l’atto di arroganza compiuto da gente che si vanta continuamente (e ormai pateticamente) di avere inventato il football, ma ha dimenticato che anche fair play è una espressione inglese.

12 replies

  1. La frase di Kipling, come del resto tutta la poesia “If” da cui è tratta, di inglese ha solo la lingua perchè è tratta dagli insegnamenti vedici e upanishadici da cui Kipling ha tratto tutti i concetti espressi in quello scritto. Non è certo farina del sacco culturale inglese, o occidentale in generale, ma ne è al contrario l’antitesi. Se avessero voluto esprimere la cultura inglese avrebbero dovuto scrivere negli spogliatoi di Wimbledon la frase di Boniperti: “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”

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    • Giustissime considerazioni! Aggiungerei solo che i cugini attaccabrighe di Harry Potter non sono solo inglesi, parlano anche l’italiano. Basti ricordare il trattamento riservato dal pubblico agli inni nazionali di tutte le squadre avversarie dell’Italia ai mondiali del 1990. Trattamento riservato addirittura all’Argentina, rea di averci eliminato in semifinale, prima della finale con la Germania e che suscitò l’immediata reazione di Maradona con un poco elegante (non possedeva la finezza di Gramellini) ma decisamente efficace “Hijcos de puta!”

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      • E’ ora che la smettiamo con le ipocrisie.
        La lingua inglese stessa viene per metà dal Latino.
        Questi non hanno mai inventato nulla.
        Sapevano solo depredare, depredare, depredare….

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      • X Vincenzo: noi italiani, però, dovremmo dirlo con cautela, perché Roma ha depredato, depredato, depredato ovunque e chiunque, e non mi risulta che siano stati gli albionici che sono arrivati a casa nostra a insegnarci la ‘civilità’.

        Piuttosto è stata l’Inghilterra che ha favorito la nascita dell’Italia (nel bene e nel male, per me più male che bene ma vabbé).

        Anche l’Italiano proviene in buona parte da parole straniere, del resto.

        E l’arco etrusco è stato preso dai romani senza nemmeno ringraziare l’ennesima popolazione italica cancellata dal loro imperialismo.

        Ma vabbé, che te lo dico a fare.

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  2. Ma in effetti dal loro punto di vista l’arbitro è stato scandaloso. Ma lo è per il solo fatto di aver diretto in modo equilibrato. A leggere molta stampa inglese, che tratta i suoi beniamini da veri vincitori della partita, e non riconosce nulla alla nostra squadra, pare che la partita sia stata rubata e che l’olandese fosse il dodicesimo italiano in campo. È un gioco di proiezioni che non ha nulla di sportivo, ne’ tantomeno del fair play che vorrebbero insegnare al mondo (ma vale solo quando non perdono) e molto di psichiatrico.

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  3. Questo Gramellini, che fa sempre il filosofo saggio e pensoso, sarebbe stato pronto a fare le morali e le intemerate di solita italianità scadente nel caso avessimo perso e disputato un cattivo europeo. Il “saggio” dimentica non solo che ad aver inaugurato e sdoganato la triste abitudine di fischiare l’inno degli avversari fummo noi italiani nel 90 contro l’Argentina, come invece giustamente ricorda il lettore nicoischia, ma fa finta anche di non rammentare che anche la cattiva consuetudine di sfilarsi subito la medaglia del secondo arrivato è datata e praticata da quasi tutti i perdenti oramai da anni. Ma che giornalisti sono questi? Ormai sono essi sì scadenti, impreparati, prevedibili e senza niente di buono da trasmettere a nessuno.

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  4. L’avremo anche sdoganata noi la tristissima pratica antisportiva dei fischi agli inni, ma NOI, intanto, abbiamo imparato.
    Loro non ancora, anzi, hanno acquisito o forse riesumato dai loro trascorsi di imperialisti e schiavisti, il peggio del peggio, razzismo compreso.
    D’altronde il fenomeno degli hooligans, che è cosa loro, è stato, evidentemente, solo sublimato (si fa per dire).
    Ora lanciano una petizione per chiedere che si RIGIOCHI la partita.
    SENZA DIGNITÀ.

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    • Mancanza di sportività inescusable da parte dei britonni, purtroppo alle volte le cose vanno così.

      Sarebbe stato interessante comunque vedere se la finale l’avessero messa a Roma sempre ITA-ENG

      Non sono sicurissimo che il pubblico italiano sarebbe stato meno fischiatore.

      La stampa inglese però, è stata imperdonabilmente faziosa, perché la gara è andata bene, leale e corretta, senza casi particolari, a parte il tuffo del giocatore inglese ignorato dall’arbitro per la scarsa qualità dell’esecuzione.

      Io resto dell’idea che dovesse vincere la Danimarca. Almeno la finale se la meritava, il caso Eriksen da solo merita una menzione a parte negli europei di quest’anno e persino senza di lui, loro sono arrivati ai supplementari della semifinale.

      E se gli ispanici ci avessero battuto martedì, Dragula non avrebbe sfasciato DL dignità e Bonafede.

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  5. Sì, la Danimarca meritava di giocarsela con NOI.
    Avrei preferito quella finale, sicuramente.
    Noi, però, secondo me, siamo stati i più costanti, per tutto il percorso e abbiamo subito la “perdita” di Spinazzola, che secondo me si è sentita.
    Credo che non avremmo fischiato… è da quando fischiammo l’Argentina di Maradona che ci siamo… evoluti.
    Draghi ha approfittato anche della dipartita di Raffa, per la verità.
    Tutto fa brodo per questo elemento DELETERIO.

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    • Infatti, ma non è così per caso. Noi abbiamo l’equivalente di un reggimento di sportivi mantenuti come tali dalle forze dello stato.

      Non casualmente. Panem et circenses. Quando il panem scarseggia, aumenta il circences.

      Adesso ci siamo quasi dimenticati, ma con Ericksen la Danimarca si è dimostrata una squadra eccezionale e compatta. Io ricorderò SEMPRE quei minuti in cui tutti stavano lì a fare scudo al compagno mentre cercavano di salvargli la vita.

      Sono cose che restano. Le vittorie le assegnano comunque, ma questi episodi non sono nel copione.

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  6. I Danesi sono anche più belli. Almeno ci rifacevamo un po’gli occhi dalla vista di Chiellini, Donnarumma e C. Tutti neri ed barbuti. Va lo stile afgano evidentemente.

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