“Lo dico: il Pd mi ha sorpreso. E Dibba non vuol fare il capo”. MEDIATORE – “SE NOMINASSIMO ADESSO UN VERTICE, DUREREBBE POCO. PRIMA RISOLVIAMO I NOSTRI PROBLEMI INTERNI. IO LAVORO PER LA PACE”

(di Luca De Carolis – Il Fatto Quotidiano) – Parlando di futuro cita il passato: “Quando il 22 gennaio mi dimisi da capo politico usai più volte la parola ‘responsabilità’. Ho sempre lavorato per la pace interna e continuerò a farlo. Nominare un nuovo capo del M5S potrebbe deresponsabilizzare molti, spingendoli a sollevare problemi”. Luigi Di Maio non è più il capo dei 5Stelle, ma per il ministro degli Esteri passa molto dell’avvenire del Movimento e quindi del governo.
Cos’è questa segreteria invocata da Beppe Grillo?
Prima di ogni altra cosa voglio dire, anche in base alla mia passata esperienza da capo politico, che il Movimento è composto da tante anime e questa diversità è una ricchezza. Dobbiamo trovare il modo di tenere assieme queste anime e di fare sintesi, una volta per tutte.
Così si rischia un accordo tra correnti basato sulla spartizione dei posti.
Non dobbiamo partire dai nomi, ma dai temi. Negli Stati generali dovremo stabilire i nuovi obiettivi del M5S, il suo programma per i prossimi dieci anni.
L’epoca del capo politico è finita?
Se ora lo nominassimo sarebbe un capo balneare, perché durerebbe poco. Prima dobbiamo fissare il programma che serve al Paese e risolvere i problemi del M5S. Poi si potrà pensare alla struttura.
Quando e come?
Saranno il capo politico reggente Vito Crimi e il Garante, Beppe Grillo, a stabilirlo e a fare sintesi. Credo però che gli Stati generali avranno bisogno di un lavoro istruttorio.
Il M5S pare sempre l’anello instabile del governo.
Tutt’altro. Tanti dicevano che non saremmo durati al governo, e invece eccoci qui, con i nostri risultati già raggiunti come Reddito di cittadinanza, legge Spazzacorrotti e decreto Dignità. Il Movimento può governare l’Italia per i prossimi 20 anni.
Di Battista invoca un congresso dove si voti: pare avere la legittima voglia di fare il capo.
Non credo che Alessandro prema su questo tasto. Anche per lui vengono prima i temi, e un programma basato non sull’io, ma sul noi.
Non pensa che Grillo abbia esagerato accostandolo a terrapiattisti e gilet arancioni?
Beppe e Alessandro vogliono un bene dell’anima al M5S, e tutti e due vogliono che il governo vada avanti.
Davide Casaleggio aveva chiesto di eleggere subito un nuovo capo e gli è stato detto di no. Ha contro tanti parlamentari e con lei pare essere sceso il gelo. Volete togliergli la gestione della piattaforma Rousseau?
Rousseau è un patrimonio del Movimento e io stimo Davide, che ha dato un grande contributo. C’è chi parla di rivedere il ruolo di Rousseau, e io dico che se si progettano i prossimi dieci anni dell’Italia tutto verrà da sé. Il mondo è cambiato e gli strumenti vanno rimodellati sugli obiettivi da raggiungere.
Grillo vuole il M5S sempre nel centrosinistra, lei invece come ago della bilancia tra i poli: il governo con i dem non l’avrebbe fatto…
Ero scettico, ma devo dire che il primo anno di lavoro con il Pd mi ha sorpreso. Durante la pandemia abbiamo cementato i rapporti e lavorato molto bene assieme.
Ma in futuro?
Noi 5Stelle stabiliremo dei nuovi obiettivi, poi vedremo chi vorrà realizzarli con noi.
Ne cita alcuni?
Serve una fiscalità di vantaggio per gli investimenti italiani e stranieri nell’economia sostenibile del nostro Paese, la cosiddetta green economy. Poi dobbiamo investire nella formazione: le imprese rischiano di non trovare più personale qualificato. Ed è fondamentale un patto per le esportazioni.
Il Pd chiede di cambiare sensibilmente i dl Sicurezza di Salvini, voi volete modifiche minime: è così?
Sappiamo che questa è una sensibilità del Pd: domani (oggi, ndr) ci sarà una riunione di governo sul tema. Siamo disponibili a trovare un punto di caduta, e sono certo che si troverà.
I genitori di Giulio Regeni si sentono traditi dal governo perché venderà armi per miliardi all’Egitto. Hanno ragione, no?
Al posto loro, l’ho detto, forse avrei reagito allo stesso modo. Si può solo immaginare il dolore che hanno provato e che continua a provare la famiglia Regeni. Posso dire che le due vicende sono slegate: la ricerca della verità da parte nostra, resterà incessante.
Il primo nodo del governo resta il Mes. Voi 5Stelle non potreste reggere il sì e ora volete rinviare il voto in Parlamento a settembre.
Non dobbiamo rinviare nulla perché non è mai stato calendarizzato alcunché.
Si attendeva il voto a luglio.
Per noi il Mes rimane inadeguato. Dobbiamo concentrarci sul Recovery Fund e trattare perché le sue risorse arrivino il prima possibile. Parlando del fondo salva-Stati si commette un errore, perché si alleggerisce la pressione sull’Europa.
Ha detto che Conte può “aiutare” il M5S. Da capo o da candidato premier?
Non è un problema di definizioni. Il Movimento lo stima, tanto da averlo proposto due volte premier. Nel rispetto del suo ruolo può darci una grande mano.
Il Pd non gradirebbe…
Ho detto che può farlo nel rispetto del suo ruolo. Il giorno in cui Conte dirà di voler aiutare il M5S sarà solo una buona notizia.
È vero che ha incontrato più volte Matteo Renzi?
L’ho incontrato come ho fatto con altri esponenti politici della commissione Esteri. Abbiamo parlato dei problemi del Paese.
Si fida di lui?
La fiducia i partiti la danno al governo in Parlamento. Finora Italia Viva l’ha sempre votata.
Categorie:Cinque Stelle, Cronaca, Interno, Interviste, Luigi Di Maio, Politica
Più che un “bibbitaro prestato alla politica” direi che Di Maio si sta dimostrando un funambolo della politica.
Se è vero che la politica è “l’arte del possibile”, pare che Di Maio abbia appreso rapidamente a maneggiare gli strumenti
della mediazione e, perché no, del compromesso.
Non è una critica la mia, purché i compromessi non facciano perdere di vista il quadro generale degli obbiettivi del Mov.
Di Battista è li per ricordarli e per ammonire che esiste un limite a quanto si può deflettere da essi.
Mantenere l’equilibrio tra le due posizioni è difficile ma non impossibile, e se riuscirà questo miracolo, il Movimento
potrà evolvere e consolidarsi come forza di governo meritevole della fiducia dei cittadini.
Giuseppe Conte è l’espressione di questo punto di equilibrio, il fulcro su cui poggiare la leva che, col tempo e la pazienza,
potrà svellere il macigno della malapolitica che grava da troppo tempo sulla società italiana.
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Penso che se un ragazzo di 34 anni parla e ragiona in questo modo, e ha dimostrato in due anni onestà, serietà, celerità, umiltà, silenzio, abnegazione per la res pubblica, possa solo essere chiamato fenomeno della politica. E capisco l’invidia e il rancore delle destre nel cercargli sempre il difetto. Chapeau
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Altri 20 anni? Che bella prospettiva democratica per il paese dei dardanelli! Mi ci gioco la pensione che non avrò.
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