
(Tommaso Merlo) – L’Inghilterra brucia di odio verso gli immigrati. Prima il problema eravamo noi terroni di Europa, adesso sono quelli del mondo. Una storiaccia a noi nota. Essendo un’isola e così a nord, in Inghilterra per anni sono arrivate le briciole dell’immigrazione clandestina di massa, ma da qualche tempo barconi e barchini provenienti dalla Francia riescono ad attraversare la Manica ed ormeggiare sulle coste di Sua Maestà. Per noi routine, per gli inglesi invasioni barbariche. E siamo alla goccia che ha fatto traboccare il vaso. Qualche giorno fa un ragazzo con problemi mentali nato in Inghilterra ma da genitori africani, ha accoltellato dei bambini ed è scoppiata una massiccia rivolta in un tutto il Regno Unito con centri di accoglienza assaltati, cassonetti ed auto dati alle fiamme, sassaiole contro la polizia e già che ci sono anche razzie dei negozi. Una tradizione da quelle parti. Alla fine dei tumulti si portano a casa degli omaggi. Spaccano le vetrine e fanno incetta di vestiti e scarpe firmate, bottiglie pregiate ma anche solo qualcosina per la cena che in tempi di crisi nera non guasta. La Brexit è stata una delle zappe sui piedi più clamorose della storia ma per il momento l’Inghilterra è ancora meglio del Sahel e quindi molti immigrati decidono di cercare fortuna a quelle latitudini. Del resto per molti di loro la pioggia è bel tempo e quando hai fame perfino il cibo inglese ti sembra ottimo. Il problema sono i sudditi di Sua Maestà Carlo III che se la passano davvero maluccio. Poco lavoro e pagato da cani, costo della vita alle stelle, degrado. In genere per sedare la rabbia si riempiono di birra come zampogne e gli basta il calcio per trovare un senso, ma a seguito dell’accoltellamento dei bambini, gli hooligan si sono coalizzati contro le persone di colore e ancora peggio se musulmane. Come se i loro musi pallidi non riempissero le pagine di cronaca nera con ogni nefandezza da secoli e come se fossero tutti dei chierichetti cristiani timorati del Signore. La verità è tutt’altra. Fanno gli spacconi, ma la loro è solo paura. Paura di perdere la propria identità come se l’identità inglese appartenesse esclusivamente a loro e non sia condivisibile con nessun altro. Come se fosse una cosa e non solo un’idea e come se ne avessero l’esclusiva. E come se quell’identità fosse immutabile, un pezzo di marmo da preservare intatto invece che un qualcosa che evolve nel tempo anche contaminandosi con altre culture. Fanno gli spacconi, ma la loro è solo ipocrisia. I problemi dell’Inghilterra sono colpa loro, degli inglesi. Troppo comoda prendersela con gli ultimi arrivati che alla fine vanno là a pelargli le loro patate fritte e lavare i cessi dei loro pub visto che loro ambiscono ad altro. Comanda il mercato capitalista che ha sempre bisogno di schiavi, domanda ed offerta. Altro che squadracce di estrema destra, che ripassino Adam Smith e si guardino allo specchio invece di sfogare le loro frustrazioni esistenziali sui poveri cristi. Il neo premier Starmer è già intervenuto a vanvera un paio di volte e le forze dell’ordine stanno cercando su Tik Tok le prove per incastrare gli scalmanati. Ma non è una questione di ordine pubblico, gli inglesi sono frustrati ed hanno paura. In tempi di materialismo sfrenato, la crisi economica è la catastrofe peggiore e temono un mondo che sta cambiando troppo in fretta facendo traballare le loro fasulle certezze identitarie. Tutto questo mentre la politica è drammaticamente impotente. L’immigrazione clandestina di massa è uno di quei problemi globali difronte ai quali le vecchie nazioni non possono farci nulla, ne sanno qualcosa paesi come il nostro. E come tutti i problemi globali, anche l’immigrazione avrebbe bisogno di governi globali per essere gestita, altro che muri e blocchi navali che son serviti solo a piazzare presunti sovranisti su qualche poltrona. Per noi una storiaccia nota, per l’Inghilterra l’ennesima pagina di un lungo e doloroso declino.
L’articolo di Merlo sprizza simpatia per gli inglesi da tutti i… vocaboli.
🤭😆
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Oltre al merlo indiano …oggi si scopre il merlo inglese!
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per Howl 10:55
egregio, grazie per le tue precisazioni. A me pare, tuttavia, che i Celti abbiano lasciato una bella impronta sugli Isolani odierni e sulla loro lingua: in tutti gli altri idiomi Indoeuropei il periodo di 15 giorni si dice due settimane, mezzo mese, 15 giorni ( appunto). Salvo in Inglese dove ancora resiste ” a fortnight” cioè 14 NOTTI. Ciò deriva dal calendario druidico che contava le Notti. Infatti, essendo soprattutto lunare, dava priorità alle notti non ai giorni. Un solatìo saluto.
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Gentile Anail, è vero. Riflettevo sul fatto che gli Inglesi stanno, da secoli, sulle scatole a tanti: agli altri Britannici ( Gallesi, Irlandesi, Scozzesi), ai Francesi, agli Spagnoli, alla stragrande maggioranza dei loro ex sudditi coloniali. Eppure, continuano ad essere un polo di attrazione e esempio da imitare proprio per quelli che non li sopportano. Sindrome di Stoccolma? Per quanto mi riguarda, ricordo – forse troppo spesso – che Giulio Cesare li aveva visti dipinti tutti di blu ( per fare paura) e che il racconto mi aveva fatto tanto ridere ( quel gran sussiego pitturato di blu).
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beh che gli “inglesi” che vide giulio Cesare non erano quelli di Oggi (e non erano neanche tutti dipendenti di blu), avevano molto più in comune con i celti europei di Francia, Italia, Germania, Boemia ecc che con gli anglo sassoni che erano popoli Germania delle zone più nordiche a cui poi si aggiungono vere e proprie invasioni vichinghe. Oggi gruppi di eredi di quei primi popoli Celtici britanni sono perlopiù in Galles e Irlanda
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@paolodiamanted25de5ac8
È vero, parliamo pur sempre di un’ isola con ciò che me consegue in termini di isolazionismo. Era più una precisazione per sottolineare che i popoli sono in continuo mutamento ed in particolare l’Inghilterra ha vissuto sia diverse invasioni che migrazioni sia secoli di strettissimi rapporti con Fiandre e Francia. Con la Francia del nord molto vicina agli ambienti inglesi per via della propria evoluzione storica (ma anche giuridica, con la contrapposizione tra pays de droit cotumier e pays de droit écril e quindi il sud più vicino all’ area mediterranea).
un po’ quello,un po’ che taluno (non parlo di te, ma in generale) crede che i celti fossero solo in Inghilterra o al più in Francia quando in realtà hanno influenzato buona parte dell’ Europa dai celtiberi, ai senoni fino ai Galati.
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Condivido la visione di Zogh sull’ argomento espressa ieri in un suo articolo. Qui non si tratta di inglesi, francesi, statunitensi o italiani , ma di considerazioni di ciò che è l’essere umano e non quello che ci piacerebbe che fosse. Se si mettono a contatto civiltà e culture diverse ciò che avviene non è l’ integrazione ma il conflitto sociale per secoli . Non importa chi ha torto e chi ragione ma che questo e ciò che avviene dalla notte dei tempi e nessuno è in grado di trovare una soluzione ma solo buonismo da quattro soldi che fa più danni delle cavallette.
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Onestamente? Trovo l’articolo molto parziale, ergo poco onesto. Innanzitutto la nazione è UK o Gran Bretagna che dir si voglia e le loro beghe interne non sono poi così diverse da chi vorrebbe la secessione in Italia. Antipatie nord/sud, est/ovest o verso gli stranieri? Beh, lasciamole stare, sarebbe meglio guardare in casa nostra. Generalizzazioni che ricordano molto “italiani mafia, pizza e mandolino”, per non dire di quegli stranieri (soprattutto inglesi e americani ma non solo) che ancora negli anni ’80 pensavano gli italiani vivessero in caverne (soldati che erano stati a Matera) oppure in baracche fatiscenti e a stento avessero cibo e vestiti, visto che da giovani militari avevano trovato un’Italia in condizioni disastrate dopo la liberazione. Conosco decine di giovani che si sono trasferite in UK perché in Italia non trovavano lavoro oppure proposte a stipendio da fame, compresa una nipote che oggi, poco più che trentenne, guadagna circa 36mila sterline l’anno (oltre 40 mila euro). La domanda potrebbe essere: quanti giovani stranieri vengono in Italia a cercare lavoro? Ovviamente non parlo di africani / sudamericani, bensì inglesi, tedeschi, olandesi, francesi, etc… Perché un’articolo abbastanza recente (2023) de “Il sole 24 ore” parla di 700mila italiani in G.B. mentre risulterebbero 30 mila gl’inglesi in Italia… Certo, non c’è più “oro” in UK, nessun luccichio, ma francamente sembra un articolo demagogico e… “politically incorrect”, dove un’affermazione – scritta da un’italiano! – la dice lunga: “Poco lavoro e pagato da cani, costo della vita alle stelle, degrado. In genere per sedare la rabbia si riempiono di birra come zampogne e gli basta il calcio per trovare un senso…”. Eh già, da noi il lavoro è pagato benissimo (così bene che i giovani emigrano) e del calcio ce ne freghiamo alla grande, giusto?? Mah.
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