
(di Giuseppe Conte – avvenire.it) – Gentile direttore, proseguendo la sua opera di revisionismo, il Governo Meloni ha stravolto il significato del Primo Maggio con un “Decreto precariato” che svilisce la Festa dei lavoratori. L’Italia è l’unico grande Paese europeo in cui gli stipendi negli ultimi 30 anni anziché aumentare sono diminuiti.
Oggi l’inflazione erode il potere di acquisto dei cittadini, mettendo in ginocchio anche la classe media. I lavoratori che guadagnano meno di 1.000 euro al mese sono un terzo della forza lavoro, quelli poveri sono il 15%, il 30% è a rischio indigenza. La maggior parte sono giovani e donne. Di fronte a questa situazione ci saremmo aspettati un passo avanti per l’introduzione di un salario minimo legale. Invece dal Governo arriva un taglio del cuneo fiscale” a tempo” e più modesto nelle cifre rispetto a quanto annunciato, mentre ai cittadini si propone un lavoro precario e sottopagato “a vita”.
Il Decreto Dignità introdotto dal mio Governo ha visto aumentare di 600mila unità i contratti a tempo indeterminato nel periodo 2018-2019, prima della pandemia. Smantellare quel provvedimento, promuovendo i voucher e i contratti a tempo, vuol dire proporre ai lavoratori un’Italia del precariato selvaggio. Quello del presidente del Consiglio sembra un maquillage che rispolvera le politiche del vecchio Pd di Renzi del Jobs Act, che il Movimento 5 Stelle aveva contrastato duramente. Meloni e Renzi si ritrovano in un dolce abbraccio politico, che è però letale per i lavoratori. Il Consiglio dei ministri, poi, fa cassa su famiglie in povertà e disoccupati, con un parziale taglio delle risorse dedicate al Reddito di cittadinanza.
Attenzione però: dopo averne promesso l’abolizione ai propri elettori parlando di “metadone di Stato;’ Giorgia Meloni deve arrendersi al fatto che uno strumento di sostegno è più che mai necessario. Cambia nome, taglia gli importi ma, costretta a fare i conti con la realtà, ingrana l’ennesima retromarcia. Non si può infatti abolire tout court una misura senza la quale non avremmo salvato un milione di persone dalla povertà e redistribuito in questi 4 anni risorse a favore della parte più povera della nostra popolazione. Persone che con l’aiuto dello Stato hanno potuto risollevarsi dalle difficoltà, contribuendo al rilancio dei consumi e dell’economia italiana. A fare maggiormente le spese delle modifiche introdotte sarà in particolare la demonizzata categoria degli occupabili; ai quali saranno ridotti gli assegni (350 euro al mese per soli 12 mesi), ma senza alcuna garanzia di un impiego.
Perché nel testo del decreto non solo non c’è alcun potenziamento delle politiche attive del lavoro, ma quello stesso Governo che aveva promesso a queste persone corsi di riqualificazione che non sono mai partiti, ora scrive addirittura che essi possono ‘autonomamente individuare progetti di formazione: un vergognoso scarico di responsabilità operato sulla pelle dei più deboli. Nella narrazione “mainstream” sono persone che possono lavorare, ma preferiscono rimanere sul divano. Fra novembre e dicembre ho girato l’Italia per conoscere gli occupabili e le loro storie, quelle che la Meloni non ha mai voluto ascoltare. Ho incontrato persone che in molti casi lavorano tutti i giorni, ma con stipendi da fame che vengono integrati proprio grazie al Rdc.
Persone che, dopo anni di sacrifici, il lavoro lo hanno perso in un’età in cui è difficile ricollocarsi senza titoli di studio e nuove competenze. Ragazze madri che non riescono a conciliare da sole lavoro e famiglia, ragazzi che vivono con contratti da 5 o 6 euro l’ora, cittadini che con il sostegno del reddito si sono sottratti alla manovalanza delle mafie e alle illusioni di sbarcare il lunario illegalmente. Non neghiamo che sia possibile riformare il Rdc, ad esempio rendendolo più compatibile con il reddito da lavoro, diminuendo il livello di tassazione ai percettori che accettano un lavoro.
Quello prospettato è però un taglio che rappresenta una discriminatoria punizione” per chi ha una sola colpa”: trovarsi in una difficoltà lavorativa ed economica che in un momento del genere può colpire davvero tutti. Una punizione in arrivo dallo stesso Governo che invece ha introdotto misure che rendono più facile la vita di evasori e corrotti. Lo stesso Governo incapace di aiutare i cittadini alle prese con l’impennata dei mutui e degli affitti e che non ha il coraggio di attingere dagli extraprofitti incamerati grazie alla crisi da grandi banche, società farmaceutiche e assicurative come proposto dal M5s in Parlamento.
Un Governo che con una mano agita lo spettro della sostituzione etnica perché i nostri ragazzi non fanno più figli e con l’altra spazza la loro speranza di un futuro, di una casa e di una famiglia sotto il tappeto asfissiante di un futuro precario. Perché, è bene ricordarlo, la precarietà non fa figli.
Dobbiamo in questo accogliere l’accorato appello di Papa Francesco contro una precarietà che rimanda le scelte di vita dei giovani. Cadere nel vortice di contratti a tempo per una vita significa condannare i nostri ragazzi a non poter essere genitori e a essere figli a vita, chiusi nella prospettiva dell’infinita assenza di un proprio orizzonte di sviluppo.
Dopo l’articolo 11 sull’Italia che ripudia la guerra, la sensazione è che il Governo italiano abbia ormai completamente perso di vista anche i principi costituzionali in materia di lavoro e dignità. Per questo saremo al fianco di tutte le iniziative delle forze sociali, civiche e del terzo settore. E metteremo in campo anche una nostra manifestazione per proporre un’idea differente di lavoro: salario minimo, riduzione dell’orario di lavoro, sgravi alle imprese che riducono enormi divari di stipendio fra manager e dipendenti, tirocini curriculari adeguatamente retribuiti.
È il momento di opporsi duramente a livello politico e sociale a una inaccettabile idea di Paese.
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Tutto bene, tutto corretto quello che Giuseppe Conte scrive.
Vorrei aggiungere però che il governo ha determinato che i nuovi ricchi italiani sono quelli che percepiscono un reddito o una pensione sopra i 35000€/anno. Vorrei che il partito che ho votato non si limitasse a difendere gli attuali poveri dimenticando quelli che, pur non essendo poveri oggi, vedono erodere il loro salario o la loro pensione quotidianamente.
Dato che questo governo ha tagliato il 50% della perequazione della mia pensione, vorrei che chi mi rappresenta spingesse per un consistente taglio dei privilegi riservati a chi, senza aver lavorato 43 anni, incassa stipendi e/o pensioni molto più consistenti.
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Se l’hai votato per questo aspetta e spera…è proprio il caso di dirlo!
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In chi dovrebbe riporre le sue speranze, Andrea? Nel PD? In Azione? In Italia Viva?
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No, non l’ho votato per questo ma l’idea che chi guadagna piu di 35000 € l’anno sia rivco è stucchevole e pericolosa.
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Ricorda quanto successo nella storia recente.
Fratelli d’Italia all’opposizione per 10 anni circa; la Gollum strillona per un decennio, oltre a strillare, cosa ha potuto fare e ottenere a parte il consenso? NULLA.
Le opposizioni, a parte strillare, possono fare NIENTE.
Ho visto i “portavoce” del Movimento denunciare i tagli delle pensioni, ma le denunce cadono nel vuoto.
Portare l’Italia in piazza potrebbe essere la soluzione? Il Movimento non ha la forza(e nemmeno gli altri partiti dell’opposizione, addirittura nemmeno i partiti della maggioranza che hanno il vento in poppa).
Gli unici che potrebbero portare in piazza decine di migliaia di persone sono i sindacati che, forse lo ignorano, rappresentano milioni di pensionati. Ma nulla, zero, non danno cenni di vita.
Se i sindacati non organizzano la rivolta e il M5S non s’inventa qualcosa straordinario, l’opposizione al governo, che ha in mano tutte le tv e buona parte della stampa, sarà inefficace.
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Re Salomone: cash back, bonus biciclette, ecc., per tacere degli incentivi edilizi e/o per efficientamento energetico… dopo che Conte tornò da Bruxelles coi 209 miliardi di PNRR le scelte di politica economica che il suo Governo aveva cominciato ad adottare di speranze mi aveva indotto a riporne più di una, purtroppo non saprò mai se sarebbero state disilluse perché l’hanno fatto fuori subito.
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Andrea, hanno provato a farlo fuori non una, non due, ma ben tre volte.
Prima Salvini, poi Renzi\Mattarella\PD e infine Di Maio\Letta-PD(e probabilmente Grillo).
Ci sarà un motivo, no?
Non ho letto il Conticidio di Travaglio, ma forse sarebbe il caso.
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Ancora ti illudi sui sindacati pronti ad organizzare la rivolta?:Landini e Cgil in testa si sono arresi. Si sono buttati a dx.
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Re Salmone, prima gli hanno fatto ottenere i soldini del PNRR e poi l’hanno fatto fuori quando hanno capito, dai primi provvedimenti che ho citato, lo spirito e la politica con la quale intendeva gestirli… mi pare molto semplice.
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Non vedo di meglio al momento. Non ho condiviso molte delle sue scelte ma un’alternativa non c’è: i politici attuali sono imbarazzanti o collusi col potere economico!
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I sodali dell’attuale maggioranza a delinquere hanno in mano il potere. Metteranno in campo i loro programmi che agevolano i ricchi e gli evasori “per necessità”, lasciando nella m…a i ceti più poveri e precarizzati. Forti della loro coesione (e dei mega stipendi d’oro condivisi con le opposizioni), lasceranno in eredità un debito pubblico monstre causando un impoverimento generale nei servizi, nella scuola e nella sanità pubblica a tutto vantaggio dei privati che hanno avuto il via libera all’arricchimento in nero…
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Dino, “maggioranza a delinquere” mi sembra perfetto. 👍🏻
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Conte scrive ad Avvenire… ora dovrebbe fare un passo in più, un passo di chiarezza sul fronte degli inesistenti ma cosiddetti diritti civili.
Sono convinto che questo sia uno dei motivi per cui tanti schifata italiani, forse milioni, su tappano ogni orifizio e votano fdi, lega, contro i propri interessi.
Un atto di coraggio e di verità è necessario.
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Landini???? che tristezza…..!!! mi ha profondamente deluso….!!!
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