Fame atavica di potere: FdI si pappa tutto

Quando un qualunque frequentatore dell’informazione Rai legge: “Pronta la scalata Rai dei fedelissimi di Meloni” (Repubblica) potrebbe chiedersi: ma che bisogno ha la premier di piazzare nel servizio pubblico radiotelevisivo […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Quando un qualunque frequentatore dell’informazione Rai legge: “Pronta la scalata Rai dei fedelissimi di Meloni” (Repubblica) potrebbe chiedersi: ma che bisogno ha la premier di piazzare nel servizio pubblico radiotelevisivo i suoi fedelissimi quando in quei tg già non si muove foglia che il governo non voglia? Sarà forse per sostituire chi si limita a esserle soltanto fedele, in un’ansia da prestazione onde estendere il mortificato pensiero di destra anche al meteo o al segnale orario (vedi crociata del ministro Sangiuliano)? No, è per fame atavica che scalano la Rai e tutti i posti di potere disponibili: questa è l’altra interpretazione abbastanza credibile che in fondo ha il sapore di quel bottino di guerra chiamato spoils system (o sostituzione etnica come direbbe il ministro Lollobrigida).

Il fatto è che l’arrampicata acrobatica di Viale Mazzini (che Fiorello immagina con i fedelissimi muniti di scarponi chiodati e rampini) comporta una serie di fastidiose incombenze. Un Consiglio dei ministri, ad hoc, per spedire in pensione su due piedi Stephan Lissner, sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli per fare posto all’attuale ad della Rai, Carlo Fuortes. Operazione non del tutto agevole visto che con consumata perfidia il maestro francese (e te pareva) non ci tiene proprio a farsi sbullonare e minaccia vendetta tremenda vendetta nei tribunali della Repubblica. Senza contare che pure l’arrivo al Tg1 del direttore dell’Adnkronos Gian Marco Chiocci “amico personale della leader di Fratelli d’Italia” (Repubblica) porrebbe qualche problemuccio con la Lega, come del resto tutto il risiko famelico della nomine.

A questo punto perché armare tutto questo casino quando lo scorso Primo Maggio il video autoprodotto di “Io sono Giorgia” ha spopolato nell’orbe terracqueo dell’informazione unica? E senza la presenza delle domande capziose dei giornalisti “poco professionali” (per dirla con il portavoce di Palazzo Chigi Mario Sechi)?

Al posto di una pletora di direttori, vicedirettori, capiredattori, pompieri e bersaglieri non sarebbe dunque più funzionale (ed economico) nominare degli addetti incaricati di introdurre i video meloniani nelle apposite fessure?

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