Opportunista e capace di muoversi, Conte contesta duramente il governo. Ma non lo demonizza, come sembra fare Schlein. Il suo contrasto sembra più pragmatico e attivo. E i temi di cui il Pd prova a parlare tra l’armocromia e l’antifascismo restano quelli delle storiche battaglie pentastellate

(di Andrea Muratore – mowmag.com) – Guardando al dato concreto, c’è un’opposizione che appare più concreta ed è quella del Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte. Il quale sembra aver colto con maggior attenzione e pragmatismo la necessità di tenere separata la ricerca di alternative politiche e strategiche all’opposizione di principio. Un M5S istituzionale e un PD neo-grillino delle origini? Non è da escludere. Pensiamo alla querelle sulla lettera di Meloni al Corriere della Sera. Con Conte capace di tendere una mano al governo sul distacco dal fascismo e il PD di Schlein a testa bassa intento a fare il pelo nell’uovo per la mancanza della parola anti-fascista. Cosa che non ha impedito all’ex premier di andare a testa bassa contro l’esecutivo sul Decreto Lavoro o sulla gestione dell’immigrazione, ma ha permesso di capire un diverso gradiente di maturità. Schlein sembra volere interpretare il ruolo dell’anti-Meloni a prescindere, cercando di rispondere alle istanze di un elettorato borghese, progressista, urbano terrorizzato dall’idea dei barbari al potere. Da combattere e demonizzare, rimarcando il tema della sempre latente emergenza autoritaria. Conte riesce, così come fatto in più occasioni dal (fu) Terzo Polo a trovare terreni di compromesso. È successo sulla Vigilanza Rai, ad esempio, ove la destra di governo ha eletto come presidente la pentastellata Barbara Floridia. Ma tutto questo non impedisce una lotta dura sui temi politici, dalle armi all’Ucraina al lavoro. Il tema caldo è quello della legittimazione maggioranza-opposizione. Meloni lo ha capito, contrastando il governo di Mario Draghi in solitaria ma con un gioco delle parti che apriva a terreni di confronto. Sbaglia, consapevolmente, Matteo Renzi quando dice che Conte “in segreto aiuta Meloni”: anni di attacco ai grillini per presunti distacchi dal metodo democratico e poi si stupisce se un ex premier usa le furbizie parlamentari?

Schlein, in quest’ottica, non tocca molto palla. E soprattutto non impone discontinuità sui temi formali di lotta. Che restano quelli già oggetto delle critiche alla Manovra di Meloni e introdotti dal Movimento Cinque Stelle. Meloni col Decreto Primo Maggio ha infatti invertito definitivamente due riforme approvate su iniziativa pentastellata del 2018: il Decreto Dignità che modificava, restringendole, le soglie di applicazione dei contratti a tempo determinato, e il Reddito di Cittadinanza. Il Pd dell’epoca, a influenza renziana, votò contro entrambe le misure, sostenute dall’accordo tra M5S e Lega. E anche l’altro cavallo di battaglia di Schelin, il salario minimo, è una vecchia proposta pentastellata. I Cinque Stelle giocano inoltre molto più a viso aperto su altri due temi caldi del mondo progressista, pacifismo e ambientalismo, su cui la Schlein personalmente si ritrova ma non ha ancora la forza politica per schierare l’intero Pd.
La palese sintonia personale tra l’ex premier e l’ex vicepresidente della Regione non diventa, per ora, convergenza concreta perché Conte teme di portare in dote al Pd le “sue” battaglie vedendole fagocitate dai dem con un’alleanza netta. La prospettiva punta definitivamente alla convergenza. A patto però che i dem di Schlein siano gradualmente chiamati a cercare, esplicitamente, i contiani per un’opposizione strutturale in Parlamento, nelle elezioni territoriali e, in futuro, alle urne nazionali. Intanto dai comitati ambientalisti al mondo catto-progressista, passando per i sindacati, Conte costruisce l’alleanza tra M5S e i mondi tradizionalmente di riferimento del Pd: l’ex ministro verde Alfonso Pecoraro Scanio, il leader della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi e il segretario della Cgil Maurizio Landini oggi sono tra coloro che guardano più all’avvocato di Volturara Appula che a Elly Schlein come perno dei progressisti. “Punto di riferimento fortissimo”, direbbe Nicola Zingaretti. Il tutto in nome della difesa di un’agenda approvata nel 2018 a cui la Lega votò a favore e il Pd contro. Ordinaria schizofrenia della politica italiana. In cui, però, tra maggioranza e opposizione resta aperto un filo di dialogo e legittimazione. Si chiama, in fin dei conti, alternanza democratica. E chi sembra averla capito meglio oggi non è l’istituzionale Pd di Schlein ma il “populista” Movimento contiano. Opportunista e capace di mutare forma ma ancora attivamente in campo.
Ma per favore!
Sulle macro questioni la Schlein è allineata alla Meloni: euro-atlantismo e armi. Questi sono i requisiti di base per evitare rogne, cioè essere asserviti.
Il resto è becchime per i pollastri in batteria: bella ciao, trench alla partigiana, tu sei fascio e io no ecc ecc ecc.
Tutta roba utile per riempire la cronaca al dettaglio.
L’ingrosso è ben altro.
E, per quanto riguarda il M5*, dubito fortemente che l’elettorato si convinca a votarlo perché ha una poltroncina in più o per i rilievi ideologici circa la lettera di meloni al corriere.
Serve ben altro.
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Dico ormai da tempo che il PD è il partito delle riforme a costo zero (0), quelle sui diritti che però non costano nulla, non disturbano il manovratore, non diminuiscono le entrate e non pregiudicano gli incassi e sono politicamente corrette!
Le riforme per i gonzi dello zoccolo duro.
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Il PD è un partito neoliberista e quindi porta avanti idee che deumanizzano, alienano e ammansiscono gli esseri umani.
Idem Fdi.
Questi
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L’opposizione del M5S non appare, è più concreta, tuttavia è silenziata dai media.
Se al boicottamento di tv e giornali aggiungiamo la totale incapacità comunicativa(necessario ammetterlo e rimediare), è facile capire perché il Movimento galleggia al 15-16% e il PD al 20-21.
Un M5S definitivamente istituzionalizzato segnerebbe la propria fine. Un PD neo-grillino delle origini sarebbe la più grande truffa del secolo.
Lo sappiamo che il PD era e resta un partito neoliberista e che “il\la suo\sua segretari*” si sente privatamente con la Meloni per marginalizzare il M5S e la Lega. Lo riportava un mesetto il Corriere.
Se Conte teme di suicidare il M5S sull’altare della piovra piddina, dovrebbe escludere a priori qualsivoglia alleanza col PD e, anzi, marcare sempre più le differenze(no guerra, no neoliberismo, sì dirigismo economico, sì nazionalizzazione asset strategici, no europeismo e atlantismo acritico, pro Palestina, pro mondo multipolare, pro socializzazione aziende, sì smantellamento agglomerati editoriali, no ius soli, no utero in affitto, no immigrazione incontrollata, no lassismo dello Stato nelle periferie, lotta feroce alla corruzione, ecc. ecc).
Ovviamente vanno selezionati due\tre temi da sfondamento e ripetuti alla nausea. Troppo carne al fuoco non va bene.
Per la cronaca, il PD(Partito Draghiano) votò no al reddito di cittadinanza, no al decreto dignità, no allo spazzacorrotti, ha ostacolato il salario minimo, si è astenuto sul conflitto d’interesse, ha votato sì al decreto Meloni sull’invio di armi all’Ucraina e continua a insultare il M5S quando questi segue la propria strada(sostegno a referendum contro la guerra).
Mi chiedo quali siano i pro di un’alleanza con quell’immondezzaio di partito di nome PD. Non ne vedo nessuno.
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In quale articolo hai letto questa cosa della schlein che si sente con la meloni?
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E’ una notizia che è passata in sordina.
https://www.corriere.it/politica/23_marzo_18/meloni-schlein-europee-cd40590a-c502-11ed-a953-36a49a3e7ce8.shtml
Sul Corriere c’è il paywall, ti incollo gli stralci che sono riuscito a “salvare”.
Così Giorgia Meloni ed Elly Schlein si parlano in privato.
La battaglia «comune» sulle Europee.
Gli scambi di messaggi tra le due rivali che puntano a polarizzare il dibattito politico.
Meloni e Schlein sono una coppia (politica) di fatto. Dalla loro intesa la premier e la segretaria del Pd mirano ad ottenere reciproco giovamento. Infatti si parlano. Il canale è diretto e non filtrato, come si addice a donne diffidenti per carattere. E siccome lavorano a un disegno comune non hanno avuto nemmeno il bisogno di dirselo, tanto è chiaro.
Giorgia ed Elly stanno polarizzando il dibattito da avversarie per non lasciare spazio ai rispettivi alleati. Cannibalizzano la scena per fidelizzare gli elettorati già schierati, drenare consenso dai partiti limitrofi e recuperare voti dal bacino dell’astensione. Per usare un concetto ormai in disuso, si legittimano a vicenda per asfissiare le altre forze, in modo da aprire un ciclo, ognuna nel proprio campo. E i sondaggi segnalano che l’operazione sta avendo effetto.
Di quei messaggi che si susseguono da quando Giorgia si è complimentata con Elly per la conquista del Nazareno, non si sarebbe saputo nulla se la leader democratica non l’avesse fatto involontariamente capire ad un compagno di partito durante una riunione. Da allora è tutto un pissi-pissi anche a Palazzo Chigi, al punto che alcuni ministri — venuti a sapere della cosa — non sono rimasti sorpresi: «In fondo è quanto Meloni aveva già tentato insieme a Enrico Letta, solo che allora nell’altro campo non si sono realizzate le condizioni».
L’altro giorno è approdata in Parlamento con il question time, durante il quale Giorgia ed Elly hanno mediaticamente riproposto il vecchio schema bipolare.
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👏👏👏👏👏👏👏👏👏
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@RE SALMONE
La tabella di conversione è facile da leggere: ogni giorno che passa senza la applicazione della strategia che indichi (sacrosanta e vincente), equivale a MESI impiegati per recuperare consenso. Dopo 10 anni di vita nei palazzi ancora non hanno capito una beata m¥nch¥@.
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giansenio, a me non mi meravigliano i “portavoce”, sono dei burocrati, piuttosto mi lascia senza parole lo staff comunicativo, sempre se esiste.
Sui testi di marketing(aziendale, politico) non ho mai letto di tecniche che prevedono silenzio e ignavia.
Le parole d’ordine\guida dovrebbero essere; differenziazione, propaganda, spregiudicatezza, aggressività, provocazione, slogan, semplificazione, dottrina, indottrinamento, nemico, agitazione, focus, rabbia, ripetizione, lotta, menzogna, visione, predicazione, fede, simboli, coraggio, attacco, guerra, contagio, contropropaganda, proattività, guerrilla, drammatizzazione, manifestazione di potenza, ecc. ecc.
E non parliamo di libera scelta, è una necessità.
Una forza politica senza media dalla propria parte e con “pochi” consensi non può sottrarsi a una comunicazione e ad azioni da guerriglia.
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Giuseppe Conte
4 h ·
Mi auguro che il Governo Meloni non si spinga a tanto. Non permetteremo che i 209 miliardi del Pnrr possano essere usati per armi e munizioni anziché per asili nido, sanità e ambiente. Quei fondi servono a far rialzare l’Italia, non a fare la guerra.
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È l’europa che vuole impiegare parte del prnn x gli ucronazi dell’Ucraina. Per loro della UE, è resilienza anche questa
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oggi
l’ariachetira
Leopolda, Myrta Merlino a Elly Schlein: “È la prima volta che va, è un segnale?”, “Ho avuto il piacere di venire a confrontarmi”
“È la sua prima volta, vuole ‘derenzizzare’ la Leopolda, un po’ come il PD?”, “Ho avuto il piacere di venire a confrontarmi con le delegati e i delegati, è un luogo di mobilitazione contro la precarietà”.
l’ariachetira
@TommasoCerno
Tommaso Cerno una furia contro il PD: “Solito disco delle grandi occasioni e una grandissima ipocrisia, fa venire il mal di mare
“Quando dicevo di votare il Decreto Dignità, il PD mi dava del fascista, che stavo con la Lega e i 5 Stelle fascisti.
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Conte: con Schlein dialogo più facile 👇(su cosa?)
Se a qualcuno venisse il dubbio circa la mia volontà di rompere i cgln, meglio rassicurare: no, intendo solo ravvivare il dibattito, se ci riesco.
Quando deciderò di rompere veramente i cgln sarà molto evidente. ✌️😁
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Conte l’unica opposizione?
Se si capisse cosa vuol fare da grande…
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