Cosa farà Luigi Di Maio nel Golfo (in concreto)

L’ex ministro sarà il “volto” e la “voce” dell’Ue in una regione strategica per energia e sicurezza (anche in Africa e Medio oriente). Ma il mandato parte già in salita, tra Qatargate e Cina

Cosa farà Luigi Di Maio nel Golfo (in concreto)

(Dario Prestigiacomo – europa.today.it) – Per il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, è “il candidato più adatto”, poiché ha “il necessario profilo politico a livello internazionale per questo ruolo” e può far leva sugli “ampi contatti con i Paesi del Golfo”. Sono queste caratteristiche ad aver garantito a Luigi Di Maio, per anni considerato a Bruxelles tra i principali esponenti euroscettici del continente, l’incarico di rappresentante speciale dell’Unione europea nel Golfo. Un ruolo nuovo di zecca, dato che prima di lui nessuno ha ricevuto un mandato specifico per questa regione così delicata per gli equilibri tra Europa, Asia e Africa. La notizia della sua possibile scelta, essendo stato suggerito da un panel di esperti in una rosa di 4 candidati, era già circolata a novembre. Ma di cosa dovrà occuparsi di preciso? 

Cosa fanno i rappresentanti speciali 

Quella dei rappresentanti speciali dell’Ue è una categoria su cui aleggia un certo velo di mistero. Normalmente ex ambasciatori (ma a volte anche politici con incarichi ministeriali), guadagnano intorno ai 20mila euro al mese, e gestiscono budget che possono arrivare anche a 5 milioni di euro. Il loro lavoro è strettamente connesso all’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, una sorta di ministro degli Esteri del blocco che dipende da un lato dalla Commissione europea, e dell’altro dal Consiglio degli Stati membri. Secondo quanto si legge sul sito dell’Alto rappresentante, i rappresentanti speciali “promuovono le politiche e gli interessi dell’Ue in regioni e Paesi specifici e svolgono un ruolo attivo negli sforzi per consolidare la pace, la stabilità e lo stato di diritto (…). Svolgono un ruolo importante nello sviluppo di una politica estera e di sicurezza dell’Ue più forte ed efficace e negli sforzi dell’Unione per diventare un attore più efficace, più coerente e più capace sulla scena mondiale. Forniscono all’Ue una presenza politica attiva in Paesi e regioni chiave, fungendo da ‘voce’ e ‘volto’ per l’Ue e le sue politiche”.

Per riassumere, sono una sorta di ambasciatori/emissari alle dirette dipendenze dell’Alto rappresentante. Attualmente, Borrell può contare su 9 rappresentanti speciali, tra cui l’italiana Emanuela Claudia Del Re, che prima di venire nominata per la regione del Sahel era viceministra degli Esteri proprio con Di Maio (e anche lei in quota M5s). Con l’ex leader dei 5 stelle, la squadra raggiungerà quota 10. Ma soprattutto avrà, per la prima volta da quanto questa figura è stata istituita, un inviato nel Golfo. Un compito delicatissimo, su cui Di Maio dovrà dimostrare di avere, se non l’esperienza di altri suoi colleghi di reparto, l’abilità giusta per destreggiarsi in un campo minato.

L’importanza del Golfo

Il suo incarico nasce in qualche modo nel maggio 2022, quando Borrell ha presentato il nuovo partenariato strategico dell’Ue con il Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), ossia Qatar, Arabia saudita, Emirati arabi uniti, Bahrein, Kuwait e Oman. Si tratta un’area strategica da un punto di vista commerciale ed energetico (si pensi al gas naturale liquefatto, ma anche a solare, fotovoltaico o all’emergente idrogeno) e da cui dipende la stabilità di altri Paesi e regioni del globo, dalla Libia al Corno d’Africa, dallo Yemen all’Iran. Il rapporto di Bruxelles con questa regione, però, ha avuto finora alti e bassi: nel 2008, le due parti stavano persino raggiungendo un accordo di libero scambio, ma non se ne fece nulla. Il divario è dovuto sia alle divisioni interne all’Ue, sia a quelle dei Paesi del Golfo. In tutto questo, nella regione si è fatta sempre più ingombrante la presenza della Cina, che è diventata di recente il primo partner commerciale del Ccg scavalcando proprio l’Ue. Mentre la Russia ha dimostrato di poter contare sull’Arabia saudita quando si tratta di petrolio.

Per superare queste criticità, l’Alto rappresentante ha firmato con il Ccg un documento congiunto allo scopo di “realizzare strategie reciproche che favoriscano sia il rispetto degli impegni climatici sia il raggiungimento degli obiettivi economici”, oltre che la “sicurezza globale”. L’accordo è stato sottoscritto lo scorso maggio, in un momento in cui, con la guerra in Ucraina e la crisi energetica in corso, tutti i governi Ue si erano lanciati in missione diplomatiche nel Golfo. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, per esempio, aveva fatto il giro di Qatar, Arabia saudita e Emirati arabi, sottoscrivendo accordi per la fornitura di gnl da usare al posto del gas russo. A rompere il ritrovato idillio, però, è arrivato il Qatargate, che ha sollevato un polverone non solo sulle presunte ingerenze di Doha nella politica europea, ma anche sulla più ampia zona grigia nei rapporti tra Europa e Golfo. Le voci che a far scoppiare il Qatargate siano state spie al soldo degli Emirati arabi hanno ricordato anche che i rapporti tra i Paesi della regione sono tutt’altro che cooperativi.

Il compito di Di Maio 

Per Di Maio, dunque, il nuovo incarico diplomatico parte già in salita. Da ministro degli Esteri, aveva già compiuto diverse missioni nel Golfo, ma adesso dovrà riuscire a fare sintesi delle posizioni e delle istanze dell’intera Ue, e non solo dell’Italia, oltre a destreggiarsi tra le divisioni tra i Paesi della regione. Tra i suoi compiti, Di Maio dovrà “rafforzare la visibilità dell’Unione nella regione”, attuare la strategia Ue per questa area del globo e proporre a Stati membri e Commissione eventuali miglioramenti, dando loro informazioni puntuali sull’evoluzione dei rapporti. Questo è quanto si legge in uno studio del Parlamento europeo sui rappresentanti speciali.

In questo studio, si smentiscono i dubbi sulla reale efficacia di questa tipologia di inviato Ue, sottolineando i vantaggi dei rappresentanti speciali per lo sviluppo positivo dell’azione diplomatica dell’Unione nel mondo. Tuttavia, segnala sempre lo studio, “l’importanza delle personalità” che riveste l’incarico “è una caratteristica fondamentale”. Perché l’incarico porti un valore aggiunto all’Ue, occorre che chi lo occupi abbia “competenze di alto livello” e “peso diplomatico”. Se Di Maio riuscirà a mostrare queste competenze e questo peso lo si vedrà nei prossimi mesi.

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16 replies

  1. Cosa farà? intanto intascherà il lauto appannaggio, poi gusterà tartine e piatti esotici, poi intascherà mazzette per compiacere qualche maneggione e si godrà alberghi e ristoranti di lusso,
    Il prezzo pattuito per il suo tradimento.

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    • @Carolina
      Se vai a ritroso sul blog delle stelle troverai qualcuno che ha attaccato fin dal ritiro dell’impeachment gigino o bibitaro attirandosi gli strali dei devoti senza se e senza ma.

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      • Riprendendo quello che scriveva Gatto, seguendo il tuo ragionamento bisognerebbe smettere di votare e possibilmente darsi alla vita eremitica: si sa mai che qualcuno tradisca la nostra fiducia. Noi poi, che siamo sempre così affidabili…

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      • Scusa sai, Carognina: ma quali eroi del ca22o? Il sottoscritto, e penso di parlare a nome della stragrande maggioranza che ha votato il primo Movimento, Di Marcio, come qualsiasi altro rappresentante dei 5Sedie, se l’è trovato bello che impachettato. Finché, almeno a parole, ha sostenuto le idee che il Movimento portava avanti, non c’era motivo di dubitarne e si doveva fare “come se”. Appena ha cominciato a smarronare, predicando bene e razzolando male e, in seguito, predicando anche male, sono tosto, tosto, pariti anche gli insulti.

        O per caso tu prendi a male parole uno, solo perché dubiti che in futuro possa danneggiarti?

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  2. Il bagno ,visto che l’acqua è calda se sa nuotare. Con quelli Al Saud se ne occupa lo sceicco di Rignano.

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  3. Mah… che dire? Mi sembra l’incarico ideale per uno yes man. Basta sapere riportare esattamente la voce dl padrone e cercare di non farsi prendere in castagna. Un incarico satellitare per un uomo che non brilla di luce propria. Va benissimo Di Maio in quanto ha dimostrato di saper ubbidire ciecamente, di poter dire senza ridere che “uno non vale uno” perchè c’è chi vale anche meno. Se non nominavano lui avrebbero trovato un Gaspare qualsiasi. C’è la fila!

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