L’ex viceministro Cancelleri lascia il 5 Stelle: “Altro che uno vale uno, qui uno vale l’altro”

È stato candidato presidente della Regione siciliana. “Ho scoperto che l’esperienza e la professionalità non sono valori aggiunti”

(di Miriam Di Peri – repubblica.it) – Giancarlo Cancelleri esce dal Movimento 5 Stelle. L’ormai ex leader siciliano del progetto politico di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio getta la spugna e annuncia di essere pronto a voltare pagina. “Siamo partiti con l’idea che uno valesse uno – sbotta – che il mio voto avesse lo stesso peso di quello di qualunque altro iscritto. Adesso è diventato “uno vale l’altro”, è un’aberrazione”.

Cancelleri, lei ha contribuito a fondare questo partito nell’Isola, poi però le cose non sono andate come avevate annunciato.
“Siamo stati i primi qui in Sicilia e su mia intuizione abbiamo immaginato di poter restituire alla società civile quanto avremmo percepito una volta entrati nelle Istituzioni. In dieci anni ho restituito quasi 500 mila euro e con me tanti altri della prima ora. Ci abbiamo creduto veramente, abbiamo speso tante energie. Oggi scopro che evidentemente per il Movimento la professionalità, l’esperienza, non sono valori aggiunti”.

Ma il principio era che uno valesse uno. O no?
“Sì, ma in origine significava che all’interno delle decisioni il mio voto valesse quanto quello di qualunque iscritto. Oggi è diventato “uno vale l’altro”. E voglio sottolineare che dal Movimento mi hanno proposto di candidarmi a Catania e sono stato io a dire di no”.

Chi glielo ha proposto?
“Nuccio Di Paola lo ha fatto pubblicamente, giusto per citarne uno. Con lui rimane un ottimo rapporto perché è stato l’unico che ogni tanto si è fatto sentire”.

Quando si sono incrinati i rapporti con gli altri?
“Io non ho rotto con nessuno, attenzione. C’è stato un momento, tra dicembre e gennaio, in cui Giuseppe Conte è venuto a Palermo: sono stato io a suggerirgli di non derogare alla regola del doppio mandato”.

La stessa che le impediva di candidarsi a sindaco di Catania.
“È una regola sacra per il Movimento, se aprisse le maglie si troverebbe nell’imbarazzo di dover scegliere ogni volta, va assolutamente mantenuta, sebbene resti il tema delle competenze”.

C’erano altri casi specifici?
“In quei giorni si ragionava delle regionali nel Lazio, si poteva pensare di utilizzare la competenza di Paola Taverna, ma non era possibile. La proposta che ho fatto a Conte è stata un’altra”.

Quale?
“Se mi avesse dato la possibilità di candidarmi con un mio movimento civico, a quel punto il Movimento e le altre forze avrebbero potuto convergere, senza deroghe al secondo mandato”.

Cosa ha risposto?
“Che significava eludere la regola”.

Non aveva tutti i torti.
“Negli stessi giorni il Movimento stava votando online per decidere sul sostegno in Lombardia a Pierfrancesco Majorino. Una persona valida e un politico di lungo corso. Quindi al Movimento 5 Stelle va bene sostenere l’esperienza, a patto che sia maturata fuori dal proprio partito. Mentre quelli che sono cresciuti in casa 5 Stelle no, dopo dieci anni devono fermarsi”.

E quindi lei ha sostenuto Enzo Bianco.
“Io avevo proposto di trovare un metodo per scegliere un candidato sindaco che potesse essere credibile e che potesse portare a un’alleanza politica più larga. Che poteva declinarsi attorno all’esperienza di Enzo Bianco, ma anche a quella di Emiliano Abramo”.

E invece?
“Sono stato insultato in post e video sui social. Alla fine, lo schema qual è? Quello che avevo proposto io. Avevano detto “mai con Bianco”, oggi Maurizio Caserta parla di recupero di quel che di buono si è fatto in quell’esperienza amministrativa. Non c’è nessuna coerenza nelle azioni del Movimento. Stanno solo partecipando a un concorso pubblico per un posto da consigliere comunale. Loro hanno già perso e stanno facendo solo quello, mentre a destra hanno trovato in Enrico Trantino una persona perbene, capace e seria che non avrà problemi a trovare voti trasversali”.

Anche Caserta è una persona “perbene, capace e seria”, per citare le sue parole.
“Quegli elementi ci sono tutti, mai messi in discussione. Ma è un candidato debole dal punto di vista della proposta politica e dell’esperienza amministrativa. Si credono gli unici antagonisti a Trantino e potrebbero pure non esserlo”.

In che senso?
“Il candidato di Cateno De Luca è un avvocato giovane, fresco e molto capace. Rischiamo di soffiargli anche il secondo posto”.

Rischiamo?
“No, non intendevo quello. Dico che c’è il rischio che gli soffino il secondo posto, attualmente io resto tra gli indecisi, non ho ancora scelto chi sostenere”.

20 replies

  1. “dal Movimento mi hanno proposto di candidarmi a Catania e sono stato io a dire di no”. Allora sono cavoli tuoi…🤌🏼

    “tra dicembre e gennaio, in cui Giuseppe Conte è venuto a Palermo: sono stato io a suggerirgli di non derogare alla regola del doppio mandato”.
    “È una regola sacra per il Movimento”
    ☝🏼Così sacra che hai furbescamente suggerito di aggirare l’ostacolo non di rispettarla”…carinooooo e vorresti pure l’appoggio di una persona corretta come conte?🤌🏼
    Scuola renziana??? 😰

    
“Se mi avesse dato la possibilità di candidarmi con un mio movimento civico, a quel punto il Movimento e le altre forze avrebbero potuto convergere, senza deroghe al secondo mandato”.
    Cosa ha risposto?
“Che significava eludere la regola”.
    ☝🏼infatti sarebbe completamente fuori dal principio di “onestà”!!👎🏼

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    • Un’intervista alquanto sconclusionata e contradditoria…povero Cancelleri…non sa quel vuol fare e quel che dice…inaffidabile.
      Inoltre ne esce ora con queste dichiarazioni….evidentemente non c’è più trippa per gatti!

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  2. Ma dai! Veramente?
    E chi se l’aspettava, era tanto, ma tanto, una brava persona…
    Mai una polemica, mai la sensazione che mirasse alla poltrona, sempre al servizio del Movimento…
    Insomma, un vero idealista…
    Quanta, ma quanta, miseria umana…
    Ma per favore…

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  3. Piuttosto arrivista e maneggione, sempre in mezzo, ma bisogna anche dire che in Sicilia si è dato molto da fare, non si è mai risparmiato, si vede che col nuovo corso c’entra poco pure lui, molto addentrato negli intrallazzi siciliani si vede che Conte non si fida e gli ha tolto il comando sull’isola, per uno che ha dato tanto puo’ essere difficile non contare più niente. Purtroppo questi almeno li conoscevamo, quelli attuali sono praticamente invisibili.

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    • Sono tutti così. Erano semplicemente dei politicanti che, non trovando spazio nei partiti tradizionali saltarono sul treno grillino in corsa verso la vittoria. Se non fossero stati tali non avrebbero votato si al governo Draghi, a costo di farsi espellere. Snon fossero stati tali non avrebbe affidato a Conte il movimento che lui non aveva mai amato.

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  4. Allora… Io dico una cosa.
    Cancelleri ha fatto una giravolta pazzesca e non ha nessunissima scusa e va semplicemente congedato con disonore dal movimento, ma pone una questione corretta: perché appoggiare un majorino con decenni di carriera politica e appartenente ad un altro partito e non uno proprio perché ha fatto più di due mandati?
    Non è un controsenso accettare di convergere su professionisti della politica e autoimporsi un limite alla candidabilità?

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  5. Pessimo soggetto che ho presto detestato, un fanfaronne e un maneggione avido di potere, che cercava di fare della Sicilia un suo feudo personale. Se non ricordo male è pure favorevole al ponte sullo Stretto. È un bene per il M5S essersene liberato.

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    • Perchè eessere il referente del Movimento in sicilia gli piaceva e gli conveniva, anche a non essere candidato per il limite di mandato comunque manovrava i fili, sicuramene avrà percorsi con altri, magari con quel candidato “fresco” e molto capace ma a differenza degli altri fuoriusciti lui i voti personali ce l’ha

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  6. Cancelleri è favorevole al ponte sullo stretto, quindi per me incandidabile con il M5S, anche con zero mandati!
    Detto questo, il problema dei due mandati andrebbe risolto senza pregiudiziali, permettendo un terzo mandato in parlamento o la possibilità di candidarsi alle elezioni regionali, amministrative ed europee per alcuni parlamentari, dopo due mandati, e viceversa per gli altri, con candidatura in parlamento, per un terzo mandato, attraverso votazione degli iscritti. …..cui demandare la decisione ultima! Il vero problema sono in realtà proprio gli iscritti, il meccanismo di iscrizione, che lascia possibilità di cordate in grado di favorire qualcuno, non sempre in virtù di capacità ed esperienza…….Scegliere e decidere i propri rappresentanti non è facile ,per nessuno, e senza una legge che impedisca il cambio di casacca ,i professionisti del voltagabbana restano in politica per decenni in barba a qualsiasi regola di mandato, basta cambiare partito/movimento ed il gioco è fatto……..oppure crearsi un partitello/lista civica ,per aggirare l’ ostacolo, che ovviamente non può essere impedito! Ci vorrebbe una norma ,valevole per tutte le forze politiche, che dopo 15 anni di attività politica, a qualsiasi livello, si torna inderogabilmente semplici cittadini, ed una legge che impedisca cambi di casacca o costituzione di partiti dopo le elezioni, come Italiamorta o Disimpegno civico……..Forse solo così ci potremmo salvare da parassiti politici, che campano di politica per decenni, senza peraltro dimostrare alcuna capacità e merito professionale……

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    • Sono d’accordo con te. Ti faccio un esempio: sono un candidato al parlamento ho tutte le carte in regola certificato penale intonso sono contrario al ponte sullo stretto mi presento in Calabria nel collegio elettorale dove dono candidato e parlo di lotta alla criminalità organizzata etc. etc. Secondo te gli elettori si fidano più di me che ho zero mandati o di Scarpinato o De Raho che per ipotesi hanno 2 mandati?

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