Emanuela Orlandi, Pietro: “Esistono ancora gli intoccabili in Vaticano”

“Mi ero illuso, pensavo che si sarebbe scavato in ogni direzione” dice il fratello della giovane scomparsa. Oggi in Senato l’avvio della discussione sulla Commissione d’inchiesta

(di Giuseppe Scarpa – repubblica.it) – “Dopo le parole apparentemente confortanti del pm del Vaticano Diddi ” scaveremo a fondo in ogni direzione anche le più gravi senza sconti a nessuno” – ha spiegato Pietro Orlandi – mi ero illuso e dissi “nel 2023 non possono esistere persone intoccabili”… invece esistono. E mi illusi anche quando dissi ” non c’è più quella sudditanza psicologica nei confronti del Vaticano, né giornalisti asserviti al loro potere”. Purtroppo mi sbagliavo di grosso, basta dare un’occhiata ai quotidiani. Fortunatamente c’è ancora chi ragiona con la propria testa e non ha accettato di chinarsi a nessuno e decide di scrivere quello che la coscienza, e non gli altri, gli impone di scrivere”.

Intanto è previsto per oggi pomeriggio in Commissione Affari Costituzionali l’avvio della discussione sull’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, già approvata dalla Camera.

“Desidero esprimere solidarietà alla famiglia Orlandi, la quale è nell’afflizione per la figlia Emanuela, di 15 anni, che da mercoledì 22 giugno non ha fatto ritorno a casa. Condivido le ansie e l’angosciosa trepidazione dei genitori”.

Fu questa, all’Angelus del 3 luglio 1983, la prima volta che Papa Giovanni Paolo II, intervenne sulla vicenda della scomparsa di Emanuela, cittadina vaticana, figlia di un dipendente della Prefettura della Casa Pontificia che prestava servizio in qualità di messo all’anticamera papale, nel palazzo apostolico. Finito nei giorni scorsi al centro di polemiche proprio intorno al caso Orlandi, il papa polacco ha ricevuto la difesa della memoria da Papa Francesco, che ha parlato di “illazioni offensive e infondate” contro Wojtyla.

Dopo il primo intervento, altre otto volte Giovanni Paolo II fece pubblicamente riferimento alla vicenda. un nuovo accenno fu all’Angelus della domenica successiva (10 luglio 1983); poi un terzo ( 17 luglio 1983), con un appello dopo la consegna all’Ansa di un messaggio registrato da presunti ” rapitori” che avevano detto di tenere prigioniera la ragazza e ne avevano legato il destino alla liberazione di Alì Agca, il terrorista turco che il 13 maggio 1981 aveva attentato alla vita di Giovanni Paolo II. Il 20 luglio 1983 il papa chiese ai fedeli riuniti in piazza San Pietro per l’udienza generale di recitare con lui un’Ave Maria per la ragazza scomparsa. Il giorno dopo ( 21 luglio 1983) il papa rivolse un altro appello ai ” rapitori”.

Un ulteriore accenno del papa a Orlandi fu fatto il 24 luglio 1983, dal palazzo apostolico di Castel Gandolfo: un invito ai fedeli a pregare per lei; un altro ancora, tre giorni dopo ( 27 luglio), con un nuovo invito alla preghiera. E, ancora, il 28 agosto 1983, sempre dalla residenza pontificia estiva. La vigilia di Natale di quel 1983, poi, Giovanni Paolo II si recò in casa Orlandi. Infine, il 25 aprile 1984 il papa lanciò un nuovo appello, l’ultimo.

3 replies

  1. Ma come? Osa fare insinuazioni su Giovanni Paolo Magno, che in quanto grimaldello nella macchina comunista e santo (forse c’è un nesso causale tra le due cose) è per definizione esente da ogni critica?

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  2. Mi meraviglio che Pietro nutrisse qualche speranza: aumenterà solo lo sciacallaggio contro di lui e la sua famiglia.
    Ha veramente un gran coraggio: altro che mulini a vento…

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