Festa del papà 2023

(Dott. Paolo Caruso) – Il 19 marzo ricorre la festa del papà, una ricorrenza sommessa, lontana dai riflettori del consumismo che in questa occasione, dopo la tragedia nel mare di Crotone, da spazio ad un momento di riflessione e di dolore per i tanti papà che perdono la vita alla ricerca disperata di un approdo tranquillo, di una terra sicura per i propri figli e che vengono spazzati via come fuscelli, travolti da onde “assassine” nell’ormai cosiddetto mare “monstrum”. E che dire della guerra in Ucraina che tutto travolge, amori, amicizie, famiglie, e dove tanti padri in un crescendo di lutti, perdono mestamente il proprio duello con la morte. Un inferno di paure e di dolore inoltre avvolge la terra di Siria e di Turchia per i tanti morti dopo il recente terremoto, che lascia cicatrici profonde e indelebili nell’anima dei tanti bambini orfani. Bambini alla ricerca disperata di un genitore che non c’è più e che trovano parziale conforto nel sostegno umanitario dei tanti volontari presenti. Un 19 marzo questo del 2023 che trova un mondo ferito, una società chiusa in se stessa insofferente ai flussi migratori, piegata dalle difficoltà della guerra e dalla gravissima crisi economica, una società dalle molteplici contraddizioni che appare con tutti i suoi limiti in tutta la sua fragilità. Oggi, soltanto una semplice ricorrenza, non una festa ma una occasione per farci ricordare e farci riflettere quanto essenziale sia il ruolo del padre all’interno della famiglia e nella nostra stessa esistenza, un faro luminoso nei momenti più bui, un fine trasmettitore di regole e di ideali per la nostra crescita. In un tempo in cui sempre più spesso si assiste alla disgregazione della famiglia, anche la figura paterna tende a perdere la sua centralità e a non rappresentare più, il cardine portante della società, di una società, quella attuale, malata di solitudine e priva di ideali. Del resto il deserto morale alberga sempre più all’interno delle famiglie, in contesti sociali più disparati, dove la mancanza affettiva del padre rappresenta il male profondo che attanaglia le nuove generazioni, il vuoto cosmico che alimenta il degrado delle coscienze. Questa ricorrenza ci riporta con il pensiero a quei papà che in questo momento sono fisicamente lontani, a quei papà che non ci sono più ma che sentiamo sempre vicino a noi. Rimangono scolpite nella nostra memoria le immagini indelebili di un periodo bello e spensierato della nostra esistenza, un continuo scorrere di immagini, di giorni felici, che come un fiume ora quieto e lento ora tempestoso, si avvia alla sua meta, verso quella meta che per noi uomini rappresenta l’età adulta, una età piena di responsabilità ma nello stesso tempo ricca di piacevoli sorprese. E’ oggi, che da padri dobbiamo tramandare ai nostri figli quei valori generazionali ereditati da coloro che ci hanno preceduto, in modo che anche noi come loro possiamo rappresentare al meglio un modello e un esempio di vita per le generazioni future.

8 replies

  1. Mi sembra di sentire parlare un nonno negli ad nni ‘ 60- ’70.
    Oppure un antico romano: O tempora, o mores…

    Questo Governo ha finalmente messo la sordina a quello che a ” sinistra, sinistra” si è sempre considerato un odioso retaggio furbastro e consumistico: le varie Feste del papà, della mamma, dei nonni, dei gatti…ogni giorno ce n’è un na: comprate!
    Ora che è finalmente ” sommessa” non va bene, e si tirano fuori i soliti migranti, che non si sa bene cosa ci entrino . Tra l’altro la Festa del Rifugiato c’è già…

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  2. Carolina non hai capito o non hai voluto capire quanto scritto, pazienza è questione di sensibilita’.

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  3. Certo che ho capito.
    Ed ho capito anche, però, che se ne ricordano – il blogger per primo – solo in occasione di mercificate festività.
    Non ho visto un articolo come questo, che so, il… 17 giugno, o il 28 novembre…
    Quindi… altro che “sensibilità”…

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    • Ma che ragionamento fai?
      Secondo te sarebbe più normale parlare di Natale a ferragosto o fare i coccodrilli alle persone pubbliche ancora vive?
      È ovvio che si prenda spunto da una ricorrenza o da un fatto di cronaca per trattare l’argomento attinente…
      Attaccati a qualcos’altro, se non condividi il taglio che Paolo Caruso dà al suo pezzo, ma intervenire così, ad mentula canis, rende più l’idea di una contrapposizione di maniera, tanto per somministrarci la consueta razione di cinismo, con argomentazioni fuori luogo.

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      • È appunto la fantomatica ” ricorrenza’” ( un po’ diversa dal Natale o dal 2 Giugno, mi pare…) , che un tempo la ” sinistra” indicava come mera occasione consumistica ( assieme a quella della mamma, ecc…) e quindi da boicottare.
        Ma i tempi cambiano, e il Mercato si allarga; ogni giorno ha una ricorrenza, in un incredibile zabaione: la mamma, i gatti, le foibe, la Shoah, la ricerca sulla malattia x, y, z; i nonni, i cani, i profughi… il Festival della tal cosa, dell’altra…
        Tutto, in un mucchio indistinto, perde di spessore, e restano solo occasioni di consumo, di propaganda, di polemica politica, distrazioni perenni.
        Io.la penso così, ovviamente chi vuol festeggiare, festeggia. E scrive.

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      • Non è il “festeggiare” l’oggetto della mia replica. Posso condividere la tua opinione in merito.
        È il riferimento al fatto che l’autore dell’articolo si aggancia alla ricorrenza per trattare l’argomento (tra l’altro, S. Giuseppe e la festa del papà non sono certo una new entry), pur non facendone affatto la questione consumistica a cui ti riferisci. .
        Secondo me, non gradisci lo stile old fashion, o, direi io, dal sapore Pascoliano, e stop, ma ciò rientra nel campo dei gusti personali, non necessariamente da verniciare di considerazioni pseudo politiche, per rendere più attuale e meno “age shaming” (in questo caso non riferito all’età della persona, ma al suo stile) l’argomentazione.

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      • Nessuna considerazione politica: solo il fatto che..
        per la festa del papà si parli, in qualsivoglia modo, guarda un po’, di papà, accodandosi all’…onda.
        Tutto qui.
        Avrei preferito questo articolo il…28 novembre…
        Ma si prende la palla al balzo, bisogna pure farsi leggere, mettendo una patina di ” impegno” all’ argomento. Così ci si sente, e si fanno sentire il lettori, ” intelligenti” pur sdoganando il ” pezzo”.
        ( Ho sempre preferito il misconosciuto Carducci al gettonatissimo Fanciullino).

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      • Vedi, confermi esattamente ciò che volevo dire… Non ti piace lo stile. Legittimo.
        Ma dai, pretendere che parlasse dell’argomento in un altro giorno, evitando di “ricollegarsi” e/o di prendere quello che è giusto uno spunto, mi sembra, francamente, solo una fisima.

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