Letti e compulsati i commenti del dopo-tsunami lombardo-laziale, forse bisogna ribaltare il concetto. Una cosa simile a quella famosa retorica kennedyana, sapete: non chiederti cosa può fare il tuo Paese per te, ma cosa puoi fare tu […]

(Alessandro Robecchi – Il Fatto Quotidiano) – Letti e compulsati i commenti del dopo-tsunami lombardo-laziale, forse bisogna ribaltare il concetto. Una cosa simile a quella famosa retorica kennedyana, sapete: non chiederti cosa può fare il tuo Paese per te, ma cosa puoi fare tu per il tuo Paese, eccetera eccetera. Fuffa. Ecco. Forse la domanda non è: perché la gente (sei su dieci) non è andata a votare, ma perché l’hanno fatto quelli che ci sono andati (4 su dieci, anche meno). È la minoranza che dovrebbe spiegare, non la maggioranza. E la maggioranza ha detto chiaro e tondo che questo modello di democrazia rappresentativa non la rappresenta, non è credibile né per proposta politica né come meccanismo. Traduco in italiano: nessuno – nemmeno quelli che sono andati a votare – crede veramente che votando Tizio piuttosto che Caio, una compagine piuttosto che un’altra, cambierà realmente qualcosa. La percezione diffusa è che la scelta sia inesistente, farlocca, questione di sfumature. Che questo sia vero o no (ci sono ovviamente centinaia di varianti, e sfumature molto brutte) non è importante, quel che conta è la percezione e la sua ricaduta sulla realtà.
Nella ridente Lombardia, da dove scrivo, locomotiva italiana e vanto dei dané, se ti serve una gastroscopia paghi sull’unghia, oppure aspetti un anno e più, e questo, nonostante le belle promesse e le belle parole, non cambierà perché lo dice un candidato o perché campeggia nei programmi distribuiti nei mercati. La parola “eccellenza” si spreca in lungo e in largo, ma se non hai soldi, o un’assicurazione che costa soldi, di eccellente non c’è niente, il tuo medico di base sembra disperso in Nepal e vai al pronto soccorso, dove ti rimbalzano, per un mal di testa.
Il Pd di Majorino – giustamente considerato più a sinistra delle fantasiose candidature Pd degli ultimi decenni – spingeva il famoso Pregliasco (non eletto), virologo à la page durante la pandemia e dirigente della sanità privata, il che non è, anche dal punto di vista dei simboli e dei segnali, il modo migliore per “rilanciare la sanità pubblica”, come si diceva a ogni passo. E in caso di vittoria, ipotesi peregrina, d’accordo, si sarebbe installato un comitato incaricato di “immaginare (sic) una buona politica per lo sviluppo della Regione”, affidato a… Carlo Cottarelli.
Poi dice che la gente non va a votare.
Sempre nella ridente Lombardia di Attilio Fontana, nei comuni martiri di Alzano Lombardo, Albino, Nembro, la coalizione della destra ha sfiorato il sessanta percento, e anche quelli scampati a una gestione delirante della pandemia, a votare non ci sono andati. Già, la pandemia, il Covid, l’emergenza, l’afflato emotivo delle “bare di Bergamo”. Non pervenuti. Il signor Gallera di Forza Italia – quello che andava in giro a dire che per prendere il Covid dovevi incontrare due positivi insieme, e che nei momenti più bui vagheggiava di diventare sindaco di Milano – pur non eletto, ha preso le sue belle preferenze, oltre cinquemila. La badante di Fontana che lo sostituì all’assessorato, Letizia Moratti, gioia dei salottini chic finto-progressisti della Milano da bere, salutata come salvatrice della Lombardia solo perché nel frattempo erano arrivati i vaccini, non entra in consiglio, naufragata come i due cabarettisti che si sono inventati la sua candidatura. Ora si dirà, come sempre, che chi non è andato a votare ha torto. Può darsi. Ma, visti i risultati, si può dire anche il contrario: è chi è andato a votare che ha torto. Questione di punti di vista.
Il quorum dovrebbe esserci anche per le elezioni non solo per i referendum. Non è possibile che un 30% scarso degli aventi diritto decidano le sorti della nostra democrazia. Se i partiti non sono in grado di portare alle urne il 50+1 dei cittadini, che si annullino le elezioni e si ripetano finché non c’è un vincitore vero. Non c’è nessuna legittimità democratica per un Parlamento o un consiglio regionale eletto da 3 cittadini su 10
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Anche perché i cittadini devono assumersi la responsabilità, non sempre scaricare sugli altri se poi le cose funzionano male!
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I 7 cittadini su 10 che non vanno a votare, semplicemente delegano la loro decisione ai 3 che vanno a votare. Il non voto semplicemente non esiste.
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@Apolide : e nel frattempo che non si raggiunge il quorum, cosa si fa? Sono prorogati i poteri di quelli in carica ,semi paralizzati dall'” ordinaria amministrazione”?
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Per limitare i danni della politica ladrona avrei un antidoto infallibile. Vota il 30% +1 allora gi seggi ii sono il 40%, il 40%+1, il 50% e così via fino al 70%+1. Vota l’80%+1 allora gli eleggili sono il 100%. Ma vuoi mettere con la costituzzzzione più cialtrona al mondo?
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Il voto è un diritto e un dovere. Il diritto è assicurato (ti arriva a casa il certificato elettorale) mentre il dovere… lascia a desiderare. Dipende dalla tua coscienza che non sempre c’è. Ma allora rendiamo in qualche modo obbligatorio il voto. Prima era così, poi la Consulta decise che anche il “non voto” è un diritto. Ma visto che il governo che scaturisce dal non voto non è più rappresentativo della maggior parte della popolazione ma solo dei (pochi) votanti… è DOVEROSO obbligare la gente ad andare a votare. Si dirà: ma resterebbe però la libertà di votare scheda bianca o nulla. Giusto. Ma almeno c’è qualche possibilità in più che l’elettore scelga un partito.
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Così x stare in tema😂
Invece di votare i partiti si votasse le idee o cose da fare quella che prende più voti si fa x prima e via a seguire.
Tanto lo sappiamo tutti che i politici non fanno un caxo ma appunto è la pubblica amministrazione (tecnici) che spulcia i progetti e da il via.
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Il potere ci sguazza in queste percentuali anoressiche, tanto anche se votasse l’1% si spartirebbero lo stesso numero di poltrone, e spenderebbero anche meno in voto di scambio, pubblicità elettorale, acquisto di pacchetti di voti …
In USA le % di voto sono bassissime da parecchio, ma vorrei vedere voi a dover scegliere fra due rincoglioniti come biden e trump, che sono comunque burattini dei loro burattinai.
Se l’alternativa di voto è fra il marcio e la muffa scegliere diventa impossibile.
Ma se non voti è come se votassi delegando chi vota … vero, ma se l’alternativa è fra il marcio e la muffa, siamo sicuri che cambi qualche cosa?
Per votare è necessario si presenti qualcuno che ti da almeno un minimo di garanzie, sennò è proprio una perdita di tempo.
Io ho sempre votato, anche alle ultime politiche, ma con quest’offerta politica monocolore marrone, sto prendendo in considerazione l’idea di rinunciare.
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Io farei un patentino per andare a votare. Qualche domanda di diritto..
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