Quando Bonaccini voleva l’autonomia

Il congresso Pd impone toni rassicuranti, ma il governatore è sempre stato favorevole al decentramento, anche per materie delicate

(DI LORENZO GIARELLI – ilfattoquotidiano.it) – Nella corsa verso le primarie del Pd, è bene usare una certa prudenza in tema di autonomia. Non è un caso allora se Stefano Bonaccini negli ultimi tempi abbia aumentato le premesse e i distinguo, pur non potendo negare che anche la sua Emilia-Romagna è stata tra le prime, insieme a Veneto e Lombardia, a trattare col governo un percorso per l’autonomia differenziata (i primi tavoli sono del 2017). E certo, nel tempo Bonaccini ha sfumato alcune posizioni, chiarendo per esempio “di non avere interesse a regionalizzare il corpo docente”, ma la galleria delle sue dichiarazioni degli anni scorsi – molte delle quali sembrano uscite dalla bocca di un leghista – rende l’idea di quanto sia scivoloso il terreno dell’opposizione al ddl Calderoli per il (probabile) futuro segretario del Pd.

Povera Padania. “Chiedo al Pd nazionale di non prendere sottogamba la questione del Nord, che non va lasciata nelle mani del centrodestra. Lombardia e Veneto hanno ragione a chiedere l’autonomia, le Regioni virtuose vanno premiate” (25 ottobre 2017)

Passi avanti. “Su sanità, pubblica istruzione e ambiente si va verso l’accordo sulla proposta di riconoscimento di autonomia, si sta lavorando anche su lavoro e Unione europea. È un buon passo in avanti” (9 gennaio 2018)

Costo zero? “Non sono più risorse da Roma, ma più risorse trattenute alla fonte per la gestione di alcune competenze, per garantire alcune peculiarità: penso al manifatturiero, l’istruzione o l’ambiente. In un prossimo accordo, si dovrà determinare il superamento della spesa storica per passare ai costi standard” (28 febbraio 2018)

Priorità. “Pretendo che il futuro governo e soprattutto il futuro Parlamento non solo non girino le spalle all’Emilia-Romagna ma, il prima possibile, concedano una richiesta che è stata discussa, affrontata, scritta insieme alle parti sociale. Penso sia venuto il tempo che le Regioni virtuose, con i conti in ordine, che offrono servizi di qualità, debbano per la prima volta venire premiate” (9 marzo 2018)

Tutti insieme. “Ieri sono entrate in Consiglio dei ministri tre bozze di intesa predisposte da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Sarebbe imbarazzante se dovessero registrare velocità diverse. Ho fiducia nel fatto che non succederà” (23 dicembre 2018)

Educazione emiliana. “La scuola è tra le materie che abbiamo chiesto, ma non chiediamo la regionalizzazione della scuola né vogliamo occuparci del reclutamento o della contrattualizzazione del personale, ma vogliamo co-determinare gli organici perché troviamo inaccettabile che si proceda all’assegnazione dell’organico di diritto e che spesso a settembre gli studenti non abbiano gli insegnanti. E vogliamo programmare gli interventi di edilizia scolastica” (7 marzo 2019)

I lep ci salveranno (come dice Calderoli). “Crediamo sia doveroso per lo Stato premiare chi è virtuoso, chi ha i conti in ordine e offre mediamente servizi di grande qualità, come sulla sanità. Per questo abbiamo chiesto l’autonomia su alcune materie. Vanno stabiliti i fabbisogni standard e i livelli essenziali delle prestazioni. L’autonomia sarà un passo avanti anche nella responsabilità dei cittadini e delle istituzioni” (23 novembre 2019)

I lep ci salveranno/2. “Il Sud non ha ragione di avere timori, entro 12 mesi devono essere definiti i lep per assicurare i medesimi diritti a tutti i cittadini” (30 novembre 2019)

Fate presto. “Una volta definiti i livelli essenziali di prestazioni e i fabbisogni standard, nessuno deve avere timori di rimanere senza ciò che è dovuto. Nel tempo che intercorre tra la partenza dell’autonomia e la definizione di Lep e fabbisogni standard, si può già concedere l’autonomia a chi la chiede” (14 febbraio 2020)

Non un passo indietro. “Io non rinuncio alla richiesta di autonomia” (4 giugno 2020)

Modello sanitario. “Sarei contrario se qualcuno dicesse che in futuro le competenze della sanità dovrebbero tornare a essere gestite dal livello centrale perché in Emilia-Romagna io credo che non ci sia alcun cittadino che speri questo” (15 dicembre 2020).

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2 replies

  1. Bonaccini è stato riconfermato il 26 gennaio 2020, perciò le sue dichiarazioni vanno collocate sia prima che dopo la sua elezione.
    Le più interessanti sono quelle ante: le sardine, in quel periodo, appestavano piazze, canali, stampa e social in favore di bonaccini, accolte da lingue penzolanti e tappeti rossi.
    In pratica tutto l’apparato lo sosteneva. E probabilmente ha vinto grazie a loro.
    Il pd, quando sbaglia, viene aiutato parecchio nel commettere porcate. Il pd ama il renzismo, vuole solo che venga applicato senza la strafottenza che ne caratterizza la origine. E bonaccini è l’uomo giusto .

    PS i maggiorenti pd avevano nulla da dire quando bonaccini rilasciava tali intenti?

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  2. Quindi l’unica opposizione presente nel paese è rappresentata dai 5 stelle spero che Conte lo capisca e si allontani quanto prima possibile da questa gente.

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