Paula Egonu, la realtà è ben diversa: “Altro che razzismo, piangeva per la sconfitta sportiva”

Sono in molti, però, a credere che la realtà sia ben diversa. E più che al razzismo quelle lacrime sono legate a cose di campo.

(true-news.it) – “Ma quale razzismo…”. La vicenda di Paula Egonu ormai è sulla bocca di tutti e sulle prime pagine di ogni giornale. Il video che la ritrae in lacrime tra le braccia del suo manager mentre racconta di essere stata fatta oggetto di insulti razzisti («mi hanno chiesto se sono italiana…») hanno scatenato l’inevitabile catena di reazioni di vicinanza a lei e condanna verso i soliti noti (imbecilli).

Molti credono che la realtà sia ben diversa

Sono in molti però, persino dentro la Nazionale stessa, a credere che la realtà sia ben diversa. E più che al razzismo quelle lacrime, anzi, quello sfogo, siano legati a cose di campo. Paula Egonu è la miglior giocatrice del mondo, è semplicemente da anni un fenomeno assoluto. La Nazionale Italiana era la grande favorita per la vittoria del Campionato del Mondo ma non lo ha vinto, come un anno fa ha fallito l’altro grande obiettivo: l’oro olimpico.

Certo, in mezzo c’è stato il successo all’europeo che però rispetto a olimpiadi e mondiali vale un po’ meno.

Torniamo quindi al campo, alla semifinale, persa dalle azzurre, con il Brasile

Torniamo quindi al campo, precisamente alla semifinale, persa dalle azzurre, con il Brasile. La Egonu gioca nel complesso una partita «normale», di certo non un match da fenomeno e non riesce a trascinare al successo le compagne. Soprattutto gioca male (si può dire e può capitare anche ai fenomeni) il terzo set, perso 26-24 e nel quale ha commesso 5 errori punto (sono tantissimi) tra servizi sbagliati e schiacciate finite fuori, compresa quella sul set point per le azzurre quando il punteggio era 24-23 per noi.

Da quell’errore non c’è stata più partita e addio medaglia d’oro

“Il razzismo non c’entra nulla – ci dice una voce dall’Olanda dove si sono disputati i mondiali e che ha vissuto tutta la trasferta azzurra – quello di Paula era uno sfogo emotivo semplicemente legato ad una sconfitta sportiva. Sa di non aver giocato la semifinale come avrebbe voluto e potuto e sente il peso di tutto questo…”.

La Egonu in fondo ha appena 23 anni e non dev’essere per nulla semplice essere colei che decide nel bene e nel male le sorti della nostra squadra (che senza di lei, ammettiamolo, oggi sarebbe una buona squadra ma di certo non la favorita nelle grandi competizioni internazionali). Così ecco la comprensibile reazione emotiva e le lacrime davanti ad un telefonino che secondo alcuni (malpensanti?) era troppo vicino, troppo messo al punto giusto ed al momento giusto per non far nascere qualche sospetto…

La Federazione italiana di Pallavolo ha fatto della multiculturalità la propria forza

Se c’è uno sport, se c’è una Federazione in Italia che ha fatto della multiculturalità la sua forza è proprio la Pallavolo. Il capitano delle azzurre è Miriam Sylla, ragazza di colore; nella rosa delle azzurre ci sono altre italiane come lei; il futuro ad esempio è di Sylvia Nwakalor, anche lei predestinata, anche lei di colore. E nessuna di loro può raccontare di ambiente malsano.

Certo, gli imbecilli razzisti sui social non mancheranno mai, ma sono davvero una minoranza della minoranza e, lo sappia anche Paula, purtroppo non mancheranno mai. Capita sempre ai campionissimi, di ogni sport, di essere insultati, soprattutto sulle cose che fanno più male: è il colore della pelle per la Egonu, le tendenze sessuali per altri, la famiglia per altri ancora.

È il destino dei campionissimi che però, con gli anni, hanno imparato a turarsi le orecchie e a dare il giusto peso agli insulti di qualche cretino.

Un destino difficile ma che ha anche i suoi vantaggi: tanta gloria e tanto onore. Tanto per essere chiari da settimana prossima la Egonu non giocherà più in Italia, per Conegliano, ma se ne andrà nella squadra più forte e ricca del mondo, in Turchia. Si dice guadagnerà più di un milione di euro. Mai nessuna come lei, anche da quel punto di vista. 

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15 replies

  1. A quel livello mondiale di competitività , questi/e ragazzi, che per essere stati troppo bravi in uno sport fin da piccoli non sono cresciuti con i ritmi , comportamenti e valori dei coetanei , sono soggetti, specie in prossimità di gare importanti ad uno stress emotivo che brucerebbe chiunque(ho conosciuto personalmente queste situazioni). NON SCRIVIAMO ARTICOLI CHE ALIMENTANO POLEMICHE . CERCHIAMO DI STAR LORO VICINI : SONO RAGAZZI, HANNO PERSO LA LORO GIOVINEZZA PER PERMETTERE A NOI, SUL DIVANO , DI INORGOGLIRCI DELLE LORO GESTA.

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  2. La lesbicona africana di 1,91 che trova normale essere omosessuali. Ops, sono pure omofobo.

    1 mln di euro, fanno 2.000 redditi di cittadinanza. Giusto per dare botte ad un pallone.

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  3. Egregio S79, oggi, purtroppo, il suo commento non è degno di lei. Infatti, i soldi di un privato non sono pari a quelli pubblici. Il rdc è un caritatevole contributo cui ci si assoggetta più o meno volentieri, mentre i denari versati a un atleta ricompensano un servizio reso a chi guarda ( spettacolo/ divertimento/ orgoglio nazionalistico)
    Saluti

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    • Quel che intendevo dire è che tra i tanti detrattori dell’RdC non ce ne è UNO che dica ‘ehy, ma non sarà che li paghiamo troppo ‘sti atleti?’

      Che poi, caro Paolo, chi ci dice che quei soldi sono ‘congrui’?

      Ricordo Cino Ricci quando, circa 20 anni fa, commentava le prestazioni di Luna Rossa in Nuova Zelanda, con il sempre affranto Francesco De Angelis.

      Ricci disse: lui si lamenta pure, ma guadagna 1,5 miliardi all’anno. Io guadagnavo 15 milioni.

      La scala dei valori è tale, che con un anno di De Angelis ce ne fai 100 di Ricci?

      Ecco cosa sfascia gli sport moderni: i soldi, i soldi, i soldi.

      Mentre per i poveri non c’é neanche l’RdC, che 500 euro sono troppi.

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  4. L’ abbandono della nazionale è un fenomeno ormai comune in tutti gli sport. Le gare, i campionati, gli impegni, sono ormai tanti e le squadre preferiscono che gli atleti ( per i quali hanno pagato fior di milioni) riposino. Gli atleti stessi dopo aver raggiunto la notorietà e la ricchezza, tendono a snobbare le nazionali che ” rendono” economicamente poco. Di recente abbiamo visto tanti campioni assenti dai mondiali di ciclismo in Australia: hanno preferito riposare per correre al meglio le ultime gare di stagione in Europa.

    Paola Egonu, fisicamente dotatissima, ha , come spesso accade, un carattere piuttosto egocentrico notevolmente amplificato dai media che hanno trovato il personaggio ” donna, nera e lesbica”, insomma il massimo di questi tempi. Anche quando non gioca bene ( spesso) la star dei media è lei, che ovviamente ci marcia mostrando ai settimanali di gossip le varie fidanzate. I molti malumori delle compagne, che si vedevano messe in ombra dalla star politicamente correttissima ( la pallavolo è un gioco di squadra) parevano sopiti anche grazie alla visibilità che la Egonu dava alla pallavolo anche se non solo per motivi… sportivi : la brava Miriam Silla, ugualmente “abbronzata” ma eterosessuale e più riservata, non ha certo ricevuto la medesima attenzione. Per non parlare delle altre, Chirichella- da sempre campionessa – in testa.
    Lasciare la nazionale non è un gesto ben visto, occorreva quindi una messa in scena ad hoc: il video e l’audio perfettamente girato in cui Paola si lamenta , piangendo, del ” razzismo” degli Italiani costituiva un’ottima scusa, escamotage tra l’altro assai usato anche dai calciatori quando trovano un ingaggio migliore all’estero: funziona sempre, di questi tempi.
    La nazionale farà a meno di Paola, quindi, e la nostra atleta potrà dedicarsi esclusivamente alla squadra che l’ha ingaggiata a suon di milioni e vivrà in un Paese in cui il razzismo è sconosciuto mentre l’essere gay è talmente considerato ” normale” che non costituisce nemmeno più motivo di “curiosità”: la Turchia.
    Il nuovo ingaggio ha anche compiuto un improvviso miracolo: Paola si è improvvisamente scoperta eterosessuale, ed i giornali si sono riempiti delle foto delle sue vacanze in Sardegna col suo nuovo amore: un pallavolista polacco ingaggiato anche lui dalla Mezzaluna.
    Tanti soldi ispirano tanti…” cambiamenti”…
    Scommetto però che tra qualche anno un nuovo ingaggio la riporterà nel nostro Paese tanto “razzista” e la sceneggiata ricomincerà.

    Quanto alla telefonata di Draghi…non ho parole…

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    • Che meraviglia, Carolina, i suoi editoriali dovrebbero avere almeno lo spazio di un paio minuti nella trasmissione Verissimo
      Di Silvia Toffanin.
      Un po’ come la Gruber lancia il punto di Paolo Pagliaro…
      Ecco a voi il punto di Carolina.

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  5. Forse se anziché di calcio si interessasse di pallavolo – io gioco da sempre – saprebbe molte cose. Tra l’altro i giornali sono stati sempre pieni di Balotelli ed altri che sul “,razzismo” ci hanno marciato quando dovevano giustificare l’ ennesima defaillance o un ingaggio migliore altrove.Ma forse lei non legge neppure i giornali .
    Dovrebbe comunque trovare quanto minimo fantasioso il fatto che una persona che tanto dichiara di soffrire per ” razzismo” ed omofobia se ne vada dall’Italia per rifugiarsi in… Turchia.

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    • Sull’abbandono delle nazionali (prima di fine carriera), pienamente d’accordo. I club sono sempre più esigenti e pagano di più. I casi non si contano, in tutti gli sport. Sul caso della Egonu, non la conosco, non seguo la pallavolo e non c’ero, quindi non azzardo ipotesi. Ma sarebbe davvero pietoso se avesse montato il fatto ad arte solo per avere una exit strategy. Con tali problematiche bisogna fare molta attenzione: accennando al razzismo gratuitamente, si corre il serio rischio di catalogare i fatti in una mescolanza indistinta, in cui si finisce inevitabilmente per confondere i casi farlocchi a grave danno di quelli di reale discriminazione.

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      • Anche Bolotelli sul razzismo ci ha marciato parecchio, ed i giornalisti / opinionisti con lui.
        Poi abbiamo capito che la testa di cappero non dipendeva dal colore…

        Comunque per Egonu è finita benissimo e speriamo che in Turchia e da eterosessuale ( come omosessuale sarebbe stato più complicato laggiù) si trovi meglio e maturi come donna e come atleta. E ritorni in Italia pacificata e con meno bizze.

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  6. Tra l’altro sui social si trova di tutto e questo lo sanno anche le pietre. Però si “soffre tanto” ma mai che li si abbandoni: sono un ottimo canale pubblicitario e si può pescare fior da fiore quando conviene.

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  7. Ma poi… a me non sembra razzismo il fatto che qualcuno le chieda: “come mai sei italiana?”.
    Ho una nipote biondissima e con occhi chiarissimi, che scambiano immancabilmente per una straniera dell’est europeo, persino indicandole la fila delle badanti che si mettevano in regola allo sportello delle Poste (anni fa)…ne abbiamo riso molto.
    Le ho chiesto se si offendesse quando non credevano che fosse sarda…”no”…
    È ovvio che la Egonu non sia di origini locali, mi sembra che la domanda intendesse questo: una semplice curiosità…
    E quindi?
    Lampante scusa per giustificare lacrime causate da motivazioni meno “alte”…

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    • Che poi, invece, quando uno è italo-amerrigano, allora De Niro si piglia la cittadinanza italiana anche se è italiano per 1/4.

      Tra l’altro, è vergognoso come si tenda a rimuovere la non italianità dei personaggi famosi.

      Con Jacobs non hanno potuto farlo per il cognome.

      Ma con Guglielmo Marconi, così come con Anna Falchi o con Vanessa Ferrari, il genitore ‘mancante’ sembra non valere nulla, anche se in tutti i casi la madre è straniera.

      Su Wikipedia ancora insistono che Roberto Bartini era un ‘italiano naturalizzato sovietico’ quando in realtà era nato austro-ungarico e naturalizzato italiano a 23 anni di età, prima di andare in URSS 3 anni dopo e da lì, iniziare la carriera nel campo aeronautico. A quanto pare, basta il ‘cognome’ per fare l’uomo.

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  8. Prima di approdare in Turchia meglio mostrarsi urbi et orbi etero: non si sa mai. Un paese così accogliente, aperto e non razzista… Ed un ingaggio da favola…
    E noi Italiani che facciamo? Ovviamente siamo colpevioli, cattivi, razzisti, popolo di merda! Povera Paola!

    Dove pensiamo possa andare un Paese così, che si odia talmente tanto da farsi calpestare da qualcuno a cui l’ Italia ha dato così tanto: accoglienza ai genitori, possibilità di diventare la ricca e famosa atleta che è diventata…
    Se una sceneggiata del genere l’ avesse fatta una Chirichella ( l’ odio sui social colpisce tutti e in tanti modi) saremmo stati così… empatici ed assolutori?
    (Tranquilli: tra qualche anno nel Paese razzista ci torna, ci torna…)

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