
Massimo Gramellini – corriere.it) – Le parole con cui il presidente di Confindustria ha bocciato il bonus psicologo elargito dal governo sono moderne come un calesse, un gettone del telefono, un macinino da caffè. Ci riportano a quel piccolo mondo antico in cui, per i «veri uomini», innamorarsi era una faccenda da cameriere e i problemi psicologici andavano derubricati alla voce «menate». L’essenziale è invisibile agli occhi, diceva la volpe del Piccolo Principe. Ecco, il presidente Bonomi non assomiglia a quella volpe, quando si rifiuta di vedere l’impatto che due anni di pandemia hanno avuto sul sistema nervoso di milioni di persone, ma soprattutto l’effetto che l’ansia e l’angoscia producono sul ciclo economico.
Come essere umano, Bonomi è libero di sottovalutare o addirittura ignorare i guasti psicologici provocati dal lockdown. Ma almeno come imprenditore dovrebbe sapere che esistono, e che un lavoratore e un consumatore depressi sono i peggiori nemici della crescita: il primo lavora male e il secondo consuma poco. Perciò qualsiasi aiuto pubblico rivolto a curare le perturbazioni della psiche dovrebbe ricevere l’appoggio entusiasta del sistema produttivo.
Invece per Bonomi il bonus psicologo è il segnale di «un Paese che ha dei problemi». Eccome se ne abbiamo. Però non dipendono tutti dall’assistenzialismo di Stato. Il quale ha tante colpe e troppi bonus, ma forse non è l’unico responsabile degli stipendi più bassi d’Europa. A proposito: quello sì che è un problema.
Categorie:Cronaca, Editoriali, Interno, Politica
Notare che Gramelot di tutto quello che ha detto Bonomi negli anni ha criticato giusto la scemenza sul bonus psicologo, destinato a 10 mila persone.
Le critiche del mancato prenditore alle misure che aiutano milioni di persone gli saranno sfuggite.
"Mi piace"Piace a 2 people
che pensasse al suo giornale,pagato pure da noi,dove il responsabile Napoletano è stato condannato.
Famiiglia di ladri!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Ma come, neanche una maledizione o una battuta da miserabile per l’RdC degli “straccioni”?
No, proprio non ci siamo; sto Bonomi mi perde colpi…
"Mi piace""Mi piace"
Certamente per granellini il recupero psicologico dei lavoratori “scoppiati” dai ritmi produttivi del sistema è un fatto propedeutico al sistema capitalistico.Come macchine rotte riparate per produrre ancora di nuovo utili ai capitalisti.Granellini di merda non di smentisce.
"Mi piace""Mi piace"
(Gaetano Pedullà – lanotiziagiornale.it) – Siamo un Paese impazzito con dei pazzi che comandano. Il premio camicia di forza, ieri, se l’è aggiudicato il presidente di Ita, cioè quel che resta dell’Alitalia, in fase di svendita a un gruppo estero. Il manager, Alfredo Altavilla, ha definito un insulto il proprio misero stipendio da 400mila euro, più quasi altrettanti di bonus.
Soldi che paga lo Stato (la compagnia è al 100% del Tesoro) nonostante la legge vieti compensi superiori ai 240mila euro, a meno che si tratti di società quotate o di super protetti dal sistema, come brilla tra tutti il caso del giornalista Bruno Vespa. E dire che Altavilla appena arrivato in Ita pretese il taglio degli stipendi di tutto il personale, esibendosi anche in atteggiamenti antisindacali.
Con in pancia il piatto di minestra che gli passa il governo, evidentemente all’ex collaboratore di Marchionne deve sfuggire come si viva con meno di duemila euro al mese, quanto prendono molti impiegati, spesso pure con contratti a termine. Un difetto comune a tanti imprenditori che sarebbe più giusto definire sfruttatori, ai quali anche un minimo di welfare toglie manovalanza da spremere.
Perciò vedono nel Reddito di cittadinanza l’anticristo, alla pari della pletora di parlamentari, quasi sempre di lungo corso, che straparlano di povertà col portafoglio pieno. Facile così pensare di togliere pochi euro di sussidio a chi non ha da mangiare per comprare armi, come propone la Meloni, o cavalcare la balla dei giovani che non vogliono faticare, specialità di Salvini e Renzi. Ma qui è possibile che pensino a loro stessi, perché politica a parte nessuno li ha mai visti lavorare.
"Mi piace""Mi piace"