Dall’udienza a Napoli alle Amministrative e ai decreti, è in arrivo un mese di fuoco per il leader 5S. E già riparte l’assalto alla segreteria. L’avvocato e il mese del giudizio. L’ormai prossimo giugno, in cui Giuseppe Conte dovrà fare ancora più attenzione ai nemici, interni ed esterni. […]

(DI LUCA DE CAROLIS – Il Fatto Quotidiano) – L’avvocato e il mese del giudizio. L’ormai prossimo giugno, in cui Giuseppe Conte dovrà fare ancora più attenzione ai nemici, interni ed esterni. Perché in un pugno di giorni si ammasseranno appuntamenti come botole. Partendo con la decisione del Tribunale civile di Napoli sul ricorso contro il voto sulle modifiche allo Statuto, attesa per il 7 giugno, che potrebbe congelare (di nuovo) Conte e tutti gli organi del suo M5S. Per passare poi alle Amministrative, l’ordalia elettorale prevista il 12, con i malpancisti a 5Stelle – non solo di dimaiani – che già preparano l’assalto alla segreteria contiana, invocando il taglio di teste in caso di risultati negativi. Subito dopo, si farà sul serio sul decreto Aiuti. Ovvero le commissioni Bilancio e Finanze della Camera discuteranno degli emendamenti al testo, dentro cui si annida anche la mina che più spaventa i 5Stelle, cioè la norma che consente al sindaco di Roma di costruire un inceneritore.
Inaccettabile per Conte e il M5S tutto, che minaccia di non votare il decreto, anche in caso di fiducia. E sarebbe la via per uscire dal governo. Anche per questo le commissioni, raccontano, occuperanno i giorni da qui alle Amministrative solo con audizioni. “Se facessimo prima, ogni partito trasformerebbe la discussione sul decreto in una partita elettorale” spiega una fonte di governo. Così ecco la tregua da urne, con il termine per depositare gli emendamenti fissato al 9 giugno. Se ne riparlerà dopo il voto, con i 5Stelle che proveranno a cambiare il decreto con un emendamento ancora in lavorazione, di cui il Fatto anticipa i contenuti. Nella bozza viene citato il regolamento Ue 852 del 2020, che definisce come cause di “danno significativo agli obiettivi ambientali” tutte le attività che producono “significative emissioni di gas a effetto serra” e “danni all’economia circolare”.
Ma il testo richiama anche vari articoli di un decreto legislativo, il 152 del 2006, per stabilire che le attività del Commissario – cioè del sindaco di Roma – vengano svolte “nell’osservanza dei principi generali che regolano la gestione dei rifiuti”. Infine, viene citata la legge regionale del Lazio n° 27 del 1998, per escludere la realizzazione di nuovi impianti di incenerimento e co-incenerimento nella regione. Difficile che questo emendamento regga al muro del Pd, e figurarsi la Lega e Italia Viva. “Ma un’intesa si cercherà” assicurano fonti dem. Necessariamente nelle commissioni, perché in aula il decreto verrà blindato con la fiducia. Prima però Conte potrebbe avere altri problemi. Perché il combinato disposto tra la decisione del tribunale di Napoli e le urne locali potrebbe essere dirompente. Anche se l’ex premier, pare, è fiducioso sul fatto che la validità del nuovo Statuto non verrà sospesa. Ma le Amministrative non si possono rinviare e i segnali dai territori sono foschi. Per questo i generali contiani non parlano mai del voto. Lo stesso Conte non si è ancora visto in campagna elettorale. La sua visita a Genova, prevista la scorsa settimana, è saltata all’ultimo minuto. “Non vogliono che Giuseppe si intesti anche simbolicamente queste elezioni”, sussurra un veterano. Ma in settimana l’avvocato – forse da giovedì – dovrebbe iniziare a fare qualche tappa elettorale. Mentre nel M5S si risente l’eco del malessere. L’intervista al Corriere della Sera in cui l’europarlamentare Dino Giarrusso ha attaccato il “cerchio tragico attorno a Conte” è parso il segnale che è ripresa la caccia alla segreteria dell’ex premier. Cioè ai cinque vicepresidenti e agli altri contiani disseminati nei comitati. Quasi tutti sanno che detronizzare Conte sarebbe un salto nel buio , che obbligherebbe ad affidarsi a Beppe Grillo: da tempo non più simbolo intoccabile per tanti 5Stelle.
Così l’obiettivo potrebbe essere quello solo di indebolire il leader, chiedendogli di cambiare alcuni dirigenti. “Ma Giuseppe si fida pienamente solo di loro”, ricorda un big, quasi rassegnato: “Sento arrivare un’altra tempesta”. Anche perché subito dopo le Amministrative Conte dovrebbe decidere sul nodo dei nodi, il vincolo dei due mandati. Partita che interessa molto da vicino Luigi Di Maio. Per ora ministro degli Esteri a tempo pieno, che non parla mai di M5S in pubblico. Sente Conte, abbastanza spesso. E si aspetta che lo tuteli sui due mandati. Ma il timore che l’avvocato possa strappare uscendo dal governo ce l’ha, eccome. Sa che diversi contiani spingono sull’avvocato perché chiuda con Mario Draghi. Per questo Di Maio spera in una mediazione sul dl Aiuti. Per evitare la crisi, che l’ex capo non vuole: a ogni costo.
Necessariamente nelle commissioni, perché in aula il decreto verrà blindato con la fiducia
Non so voi, ma quando sento parlare di ‘decreto blindato con la fiducia’
mi chiedo sempre dove stiano i bazooka dell’opposizione.
Ma che democrazia è un decreto blindato con la fiducia? Un parlamento di 10 macachi ammaestrati sarebbe meglio rappresentante dell’Italia.
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