La ’ndrangheta ha intenzione di far saltare in aria il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri. La segnalazione è arrivata diverse settimane fa, ma è rimasta, fino a oggi, riservata solo agli ambienti investigativi e istituzionali […]

(DI LUCIO MUSOLINO – Il Fatto Quotidiano) – La ’ndrangheta ha intenzione di far saltare in aria il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri. La segnalazione è arrivata diverse settimane fa, ma è rimasta, fino a oggi, riservata solo agli ambienti investigativi e istituzionali. L’allarme è stato lanciato da oltreoceano dove i servizi di sicurezza di un Paese straniero hanno appreso, probabilmente grazie a un’intercettazione, la notizia di un progetto di attentato ai danni del magistrato calabrese che proprio mercoledì è stato bocciato al Csm per l’incarico di capo della Dna. È tutto scritto in una comunicazione secretata e trasmessa ai Servizi segreti italiani secondo cui le cosche calabresi starebbero organizzando un attentato in grande stile mediante ordigno collegato a un telecomando. Questo farebbe pensare che il progetto criminale potrebbe essere già in fase avanzata. L’intercettazione, infatti, riguarda soggetti collegati ad alcune famiglie mafiose infastidite da determinate indagini di Gratteri che minano gli affari della ’ndrangheta non solo in Calabria, ma anche in Sudamerica e negli Stati Uniti. Secondo chi ha visto la nota dei Servizi segreti, che avrebbero ascoltato pure la conversazione, l’attentato si sarebbe dovuto consumare lungo il tragitto che collega l’abitazione del magistrato al suo ufficio. Gli apparati di sicurezza hanno immediatamente informato il ministero degli Interni tant’è che è stata rafforzata la scorta aggiungendo altre tre autovetture blindate, una delle quali munita di “bomb jammer” per inibire, al passaggio di Gratteri e degli agenti che lo tutelano, le frequenze gsm e tutte le altre utilizzate per le trasmissioni radio e cellulari: ciò potrebbe impedire all’esplosivo di essere azionato, senza però azzerare il rischio. Ora sono cinque le jeep corazzate su cui viaggia il procuratore di Catanzaro che è accompagnato non solo dalla scorta, che già aveva, ma anche da diversi agenti dei Nocs, il Nucleo operativo centrale di Sicurezza della polizia di stato. La tensione è altissima in questi giorni. Non a caso sono stati messi sotto scorta anche la moglie e i figli del procuratore che studiano fuori dalla Calabria. Sulla vicenda è stato aperto un fascicolo dalla Procura di Salerno, competente sulle inchieste in cui sono parti offese i magistrati del distretto di Catanzaro. Già nel gennaio 2020, subito dopo il blitz di “Rinascita-Scott”, era emerso che le cosche avevano assoldato un killer per uccidere Gratteri con un fucile ad alto potenziale.
Forse è per questo che lo Stato ha deciso di non promuoverlo a Procuratore Antimafia…..avranno già stabilito di lasciare campo libero ai suoi assassini…magari proprio all’anniversario della morte di Falcone o a quella di Borsellino.
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Un personaggio così le mafie possono ammazzarlo solo se lo stato prima lo abbandona e lo lascia solo.
Lo stato-mafia non gli da un nuovo prestigioso incarico, e contemporaneamente si fa sparire dai media, dove ancora solo qualche mese fa si vedeva spesso, a quel punto la strada è libera, e non sarà certo qualche auto in più a proteggerlo, basti pensare agli attentati a Falcone prima e a Borsellino poi.
Anzi in quelle auto puoi anche mettere qualche altro soggetto da eliminare.
Tutta la mia solidarietà a Gratteri, e a quello che fa e rappresenta, in questo povero paese tornato al medioevo 2.0.
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