Il ministro degli Esteri: sostengo il nuovo leader. Intanto, Di Battista si prepara a sfidare gli ex colleghi: non escludo la nascita di un altro movimento

(di Emanuele Buzzi – corriere.it) – Piccole diffidenze crescono. Nel Movimento a guida contiana negli ultimi giorni serpeggiano voci sul ruolo di Luigi Di Maio. Il ministro degli Esteri contro Giuseppe Conte: un refrain già visto negli anni di governo Cinque Stelle. Secondo le malelingue Di Maio starebbe tramando nell’ombra per indebolire la leadership del nuovo presidente. A supportare questa tesi ci sarebbero una serie di «prove» come gli incontri per il Quirinale (con Giancarlo Giorgetti, cena svelata dal Corriere) o per la Rai (con l’ad di viale Mazzini, Carlo Fuortes, ospite alla Farnesina come ha messo in chiaro Dagospia). Faccia a faccia che avrebbero innervosito — per usare un eufemismo — Conte. Non solo. Tra gli indizi a carico del ministro viene additato anche il pareggio in Senato tra Ettore Licheri e Maria Domenica Castellone: l’ex capo politico starebbe muovendo le sue truppe parlamentari per incrinare l’immagine dell’ex premier è la vulgata nel Movimento.

Attriti smentiti

I due interessati da sempre smentiscono ogni attrito e tutti concordano sulla necessità di fare fronte comune per far ripartire il Movimento, ma ciò che è certo è che la presenza di Di Maio è rilevante sia internamente sia esternamente. «Troppo ingombrante, così lo logora», dicono alcuni. Il ministro degli Esteri da presidente del Comitato di garanzia ha un ruolo determinante sulle liste per Amministrative e Politiche e — soprattutto — sui regolamenti per le candidature. E da ministro può coltivare una serie di rapporti con i big del panorama politico. «Più che cercare viene cercato e non si può sottrarre a certe interlocuzioni», sostengono alcuni pentastellati e ricordano quanto Di Maio si sia speso a giugno per evitare una rottura tra Conte e Beppe Grillo. Il ministro appare seccato dalle voci. «Se io avessi avuto intenzione (di sostituire Giuseppe Conte, ndr) non mi sarei dimesso da capo politico del Movimento. Io sostengo pienamente questo nuovo corso — ha detto intervenendo a Mattino24 su Radio24 —. Questi retroscena lasciano il tempo che trovano, sono veline che vengono trasmesse non so da chi ma che fanno male alla forza politica, di certo non a me».

Per i capigruppo, o la staffetta o un terzo nome

Mentre si accendono i riflettori su Di Maio, Conte è impegnato a sbrogliare l’impasse tra capigruppo a Palazzo Madama. Il presidente prova una mediazione tra Ettore Licheri e Maria Domenica Castellone. La seconda votazione è stata rinviata alla prossima settimana. Al momento le strade proposte sono due: quella di una staffetta alla guida del gruppo parlamentare o la scelta di un terzo nome con i duellanti che si fanno da parte. La soluzione al momento appare ancora distante. Nel caos, spunta anche una interrogazione dei senatori M5S per il Pnrr dove si parla di «assenza di trasparenza del governo». Intanto Alessandro Di Battista si prepara a sfidare i suoi ex colleghi: «Non escludo la nascita di un altro movimento», dice l’ex deputato. E attacca i 5 Stelle: «Far parte del governo Draghi è stato un tradimento», dichiara a Tpi.