Papa Francesco e i suoi capitalisti

(tag43.it) – È il Bergoglio che non ti aspetti. Accusato di essere “comunista” dai (molti) nemici interni alla Chiesa di Roma, ecco Papa Francesco tra imprenditori, manager, banchieri, consulenti, funzionari pubblici. Tutte personalità, circa una settantina, di altissimo livello e di tutto il mondo, divise tra “Advisors” e “Members” (Stewards e Allies) di una (fin qui) misteriosa fondazione nata a dicembre scorso per iniziativa di una brillante signora componente della famiglia Rothschild, Lynn Forester De Rothschild, moglie di Sir Evelyn Robert de Rothschild, un finanziere britannico molto amico di Bill e Hillary Clinton.

Hanno eletto Bergoglio a loro guida morale

Si chiama Council for Inclusive Capitalism with the Vaticano, che discende da Coalition for Inclusive Capitalism, due organizzazioni senza scopo di lucro che sviluppano iniziative che inducano la trasformazione del capitalismo per rendere le economie e le società più inclusive, dinamiche, sostenibili e affidabili. I membri della Fondazione, che nasce sotto gli auspici della Santa Sede, hanno esplicitamente eletto Bergoglio a loro guida morale. Membro del Partito democratico americano, socia fondatrice e amministratrice di Inclusive Capital Partners, un gestore degli investimenti per lo Spring Fund da 1,5 miliardi di dollari, che cerca rendimenti laddove una parte del valore viene utilizzato per migliorare le prestazioni ambientali e sociali delle aziende in cui si investe, nonché fino a luglio 2020 amministratore delegato del family office E.L. Rothschild LLC, Lynn Forester De Rothschild vanta rapporti solidissimi con il Vaticano, come d’altronde è sempre stato per i diversi rami dei Rothschild. In particolare, la ricca signora americana ha condiviso con il Papa argentino – per il tramite del potente cardinale e arcivescovo ghanese Peter Kodwo Appiah Turkson, in Vaticano Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale – l’idea che il capitalismo, pur avendo il merito di sollevare le persone dalla povertà e alimentare l’innovazione e la crescita globale, abbia bisogno di ripensarsi per affrontare le sfide del XXI secolo. Da qui l’idea di mettere intorno a un tavolo i rappresentanti del capitalismo più orientati ai valori dell’inclusività ed equità sociale e della sostenibilità ambientale.

fondazione di capitalisti per papa francesco
Lynn Forester De Rothschild (Getty Images).

Padroni e manager che insieme capitalizzano 2,1 trilioni di dollari

Ecco perché il Council for Inclusive Capitalism è composto da un gruppo di leader aziendali e globali che insieme rappresentano qualcosa come 10,5 trilioni di dollari di patrimonio in gestione, 2,1 trilioni di capitalizzazione di mercato e oltre 200 milioni di lavoratori sparsi in 163 Paesi. Altro che la Trilateral di David Rockefeller o il think tank dei “poteri forti” Bilderberg. Ma chi partecipa a questa fondazione di capitalisti francescani che si definiscono “The Guardians”? Si va dal chairman di Allianz, Oliver Bäte, a quello di Dupont, Edward D. Breen, dal Ceo di Merck, Kenneth C. Frazier, a quello di Johnson & Johnson, Alex Gorsky. E poi, nella finanza, il numero uno di Visa, Alfred Kelly, e quello Bank of America, Brian Moynihan. E poi gli esponenti di British Petroleum, Saudi Aramco, Estée Lauder, Mastercard e così via. Ma non mancano le grandi fondazioni no profit, come la Rockefeller Foundation con il presidente Rajiv Shah e la Ford Foundation con il presidente Darren Walker.

Alcuni italo-americani, ma solo due italiani: Cucinelli e Bassi

E gli italiani? A parte gli italo-americani, come Carmine Di Sibio, global Chairman e Ceo di EY, il manager napoletano Fabrizio Freda, presidente e amministratore delegato di The Estée Lauder Companies, leader mondiale nella cosmetica e profumeria, il finanziere Enzo Villani, fondatore di Alpha Sigma Capital o l’avvocato Albert B. Maggio Jr. dello studio Crgo Law basato in Florida, di italiani basati in Italia ce ne sono solo due. Uno è conosciuto per i suoi (costosi) cachemire, Brunello Cucinelli, già noto come imprenditore attento al sociale (famoso il suo sistema di welfare aziendale). L’altro è Piergiorgio Bassi, un imprenditore con rapporti di altissimo livello in Vaticano, fondatore di Pgb Group, azienda attiva in Italia e all’estero in diversi settori, tra cui bank & finance, commodities, innovazione tecnologica e relazioni internazionali.

imprenditori e manager e una fondazione nel nome di Bergoglio
Brunello Cucinelli (Getty Images).

Una nuova Davos sotto l’egida de Vaticano

Bassi ha costruito il suo successo professionale intessendo una vastissima rete di relazioni internazionali in Europa, Russia, Stati Uniti, Cina, Emirati Arabi, Africa, Israele, Turchia e Iran. Dopo essere stato protagonista della creazione di eventi sportivi, aver rappresentato celebrità internazionali del mondo dello spettacolo nel mercato italiano e aver promosso il Made in Italy nel mondo, Bassi lavora nelle infrastrutture per l’energia solare con Pgb Solar, nella cura della reputazione delle aziende e delle persone sul web con Pgb Web, nella cyber defence e cyber intelligence per la difesa della privacy dagli hacker con C-Inside e nello sviluppo del business finanziario e delle tecnologie con SGF. Ma forse la cosa più intrigante di questo intraprendente 46enne è l’aver dato vita, insieme a partner e scienziati russi, al Centro Well-being, che grazie all’utilizzo di nuove tecnologie quantistiche a base di frequenze, vibrazioni, energia e luce, conquista risultati notevoli nella cura della salute e del benessere. Il prossimo passo della fondazione per l’affermazione nel mondo del capitalismo inclusivo? Una Davos alternativa a quella svizzera, peraltro in evidente declino.

11 replies

  1. Anziché intromettersi sul ddl Zan il Vaticano pensi ai reati sessuali dei preti

    di Giulio Cavalli
    22 Giu. 2021 alle 18:33

    Qualcuno rassicuri il Vaticano, vada a suonare al loro citofono spiegando che il ddl Zan – che loro vedono come fumo negli occhi – non aggrava le pene per il reato di atti sessuali con minorenni, che continuerà a essere punito dal Codice penale, come loro sanno bene.

    Qualcuno dica al Vaticano anche che ci vuole un bel coraggio nel ritenersi degni di giudicare la libertà sessuale degli altri provenendo da un club che ha una sessualità taciuta e castrata per dogma, tra l’altro con evidenti mancanze di rispetto delle regole

    Qualcuno dica al Vaticano che ogni volta che si sentono voci provenire da lì che dicono qualcosa sui bambini, sulla pedofilia e sull’omosessualità non si riesce proprio a prenderli sul serio, senza pensare per un momento a questi ultimi 20 anni in cui i casi (e stiamo parlando solo di quelli che sono venuti a galla) si sono moltiplicati e hanno disegnato perfettamente la poca etica e la poca credibilità di chi oggi vorrebbe fare la parte del moralizzatore

    Gli si ricordi della condanna a dieci anni di carcere comminata a John J. Geoghan, un prete che aveva violentato un bimbo di dieci anni nel 2002, degli 89 sacerdoti nella sola Boston messi sotto accusa dall’inchiesta del The Boston Globe, dei 55 preti che sono stati poi rimossi dall’incarico. Gli si ricordi che l’allora arcivescovo di Boston Bernard Francis Law permise a molti presti, già accusati, di continuare a esercitare semplicemente spostandoli di parrocchia, come se un trasloco valesse come un perdono, e ricordiamoci di quando dovette consegnare le proprie dimissioni nelle mani di Giovanni Paolo II il 13 dicembre del 2002.

    Si ricordi la bancarotta delle arcidiocesi di Portland, di Tucson e di Spokane dovuta alle richieste di risarcimenti. Ricordategli il vescovo John Magee e monsignor James Moriarty, vescovo di Kildare e Leighlin, che si dimisero dopo i numeri spaventosi di abusi in Irlanda.

    E poi la Germania, con gli abusi nel coro delle voci bianche del duomo di Ratisbona. Oppure le stime dell’arcivescovo Silvano Tommasi, osservatore permanente della Santa Sede all’ONU di Ginevra, che in una dichiarazione al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra, dichiarò che, stando alle ricerche interne, nel clero cattolico tra l’1,5% e il 5% era coinvolto in abusi sessuali su minori. Solo per citare alcuni episodi.

    Ci vuole credibilità per affrontare certi temi e il Vaticano, peggio per loro, proprio non ne ha. Se domani davvero volessero fare sul serio “contro l’omosessualità” da quelle parti ci sarebbero parecchi posti vacanti. Altro che Concordato.

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    • Ogni volta che sento schitarramenti e canti ciellini/scout, urlati alla bisogna, penso che la Chiesa ha avuto un Palestrina, un Allegri, un Haydn…e “creato” l’ orrida meraviglia dei castrati…
      Sic transit gloria mundi…

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  2. La religione è sempre stata la massima alleata del potere per il mantenimento dell’ ordine e il rispetto dei privilegi. Non a caso le sue origino si perdono nella notte dei tempi e sono sempre state origini di potere: gli sciamani, i Sommi sacerdoti… Oltre a questo le religioni sono sempre state ricchissime e per lo più votate alla conquista ( pardon, alla “conversione”) senza limiti. Più che mai di questi tempi la politica ne ha bisogno per far accettare fardelli e disuguaglianze inaccettabili, e soprattutto da noi,
    Paese dai mille padroni, destra ma soprattutto sinistra non fanno altro che pubblicizzarla. Fiutato il vento, le gerarchie hanno addirittura defenestrato un Papa con poco appeal ( tra l’ altro tedesco) sostituendolo con un “migrante venuto dalla fine del Mondo” (sic) molto più spendibile a livello pubblicitario, ottimo attore, fintamente alla mano, comunicatore quanto basta, portatore e degli interessi Dem dai quali una multinazionale tanto ricca e potente non può che trarre enorme giovamento. La “sinistra” lo ha subito nominato suo think tank ospitandolo incessantemente su ogni medium e pubblicizzando senza ritegno ogni suo respiro. Ma la Dottrina non è cambiata: squadra che vince non si cambia ed ogni tanto, giusto per far capire chi comanda qui, rispunta con tutta la sua durezza. Dal pugno a chi “insulta la mamma” sferrato a cadaveri dei vignettisti di Charlie ancora caldi, a… oggi.
    Sanno che possono farlo e lo fanno, non a caso Draghi – da tempo destinato alla guida del Paese – ha studiato dai gesuiti ( il Vaticano ha il monopolio delle cliniche private e delle scuole “che contano” dove non si vede nemmeno l’ unghia di un immigrato o di un disabile) ed è stato nominato giusto un anno fa (attenzione: molto prima della caduta del Conte due i giochi erano già fatti) membro della Pontificia Accademia delle Scienze sociali. Più chiaro di così!
    La sinistra calerà le braghe, come ha sempre fatto, non a caso a “fare la pace” con la Chiesa dopo la fine del Papa re sono stati due socialisti: Mussolini e Craxi. Avevano ben capito che senza l’ assenso della Chiesa non c’è partita. E non solo in Italia, purtroppo, anche se noi, come al solito… più realisti del re.

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  3. Come di dovere…

    QUALCUNO VOLÒ…MARCO TRAVAGLIO. IFQ- 23 giugno 2021-
    Il 27 febbraio 2020, mentre l’Italia piange i primi morti per Covid, il premier X invita il presidente francese Emmanuel Macron a Napoli per un bilaterale su nuove misure europee contro la pandemia.
    Il 23 marzo consulta i leader di altri 8 Paesi Ue (Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Grecia, Irlanda, Lussemburgo e Slovenia) e con loro mette a punto una “Lettera dei Nove” al presidente del Consiglio europeo Charles Michel per proporre “uno strumento di debito comune emesso da una Istituzione dell’Ue per raccogliere risorse sul mercato a beneficio di tutti gli Stati membri… per un finanziamento stabile e a lungo termine delle politiche utili a contrastare i danni della pandemia”.
    È il primo cenno agli Eurobond o Coronabond.
    Germania e Paesi “frugali” del Nord guidati dall’Olanda rispondono picche: Eurobond mai, al massimo un Mes sanitario con condizionalità sospese sino a fine emergenza (all’Italia andrebbero 36-37 miliardi di prestiti). Il premier X rifiuta.
    Il 26 marzo, al Consiglio europeo, sei ore di scontro fra i Nove e il fronte del Nord più Merkel, che dice: “Noi preferiamo il Mes, no ai Coronabond”. Il premier X lancia l’idea, perfezionata con Macron, di “titoli europei vincolati alla crisi Covid ed emessi una tantum”: gli “European Recovery Bond”. E avverte: “Nessuno vuole mutualizzare i debiti: ciascun Paese risponderà del proprio e l’Italia ha le carte in regola. Qui servono strumenti innovativi e adeguati a una guerra che dobbiamo combattere tutti insieme. Se qualcuno di voi pensa a meccanismi di protezione personalizzati del passato, non disturbatevi, potete tenerveli: l’Italia non ne ha bisogno”. E farà da sé con gli otto alleati. Merkel: “Il Mes è lo strumento che abbiamo, non capisco perché Giuseppe voglia minarlo”.
    Premier X: “Angela, tu e non solo tu guardate la realtà di oggi con gli occhiali di dieci anni fa. Il Mes è stato disegnato nella crisi dell’euro per i Paesi che hanno commesso errori”.
    Macron: “Il Mes serve per gli choc asimmetrici, questa pandemia è uno choc simmetrico. Ci riguarda tutti”.
    La presidente Bce Christine Lagarde si schiera coi Nove. I nordici chiedono un rinvio senza decidere.
    Il premier X pone il veto sulle conclusioni finali. E ottiene un nuovo testo che impegna i cinque europresidenti (Commissione, Consiglio, Parlamento, Eurogruppo e Bce) a presentare in 14 giorni un “Recovery Plan adeguato”. Risate e pernacchie sulla stampa italiana, che pressa il premier X perché chieda i 36 miliardi di Mes e lasci perdere la follia del Recovery. Per convincere i popoli dei Paesi più riottosi ad accettare i Coronabond, il premier X si fa intervistare da tv e giornali di tutta Europa.
    Il 9 aprile l’Eurogruppo sospende le condizionalità al Mes, ma rinvia al Consiglio la decisione sui bond.
    Salvini e Meloni accusano il premier X di “alto tradimento” per aver chiesto il Mes di nascosto.
    Polemiche a non finire perché il premier X risponde che è tutto falso.
    Il 23 aprile, al Consiglio Ue, il premier X illustra la proposta dei Nove: un “Recovery Fund finanziato con bond comuni”.
    Von der Leyen l’appoggia e così pure, a sorpresa, Germania e frugali, che però non vogliono sussidi a fondo perduto, ma solo prestiti.
    Il 18 maggio, mentre l’Italia esce dal lockdown, Macron (per i Nove) e Merkel (per i frugali) propongono alla Commissione un Recovery Fund di 500 miliardi a fondo perduto raccolti con titoli comuni. È la metà di quanto chiedono la Von der Leyen e il premier X. Che dice: “Buona base di partenza, ma l’importo deve salire”.
    Il 27 maggio la Von der Leyen presenta un Recovery Fund di 750 miliardi (500 a fondo perduto, 250 di prestiti). All’Italia andrebbe la fetta più grossa: 172 miliardi, di cui 81,8 di sussidi e 90,9 da restituire.
    Il premier X consulta le parti sociali e la società civile agli “Stati generali” per raccogliere idee sul Recovery Plan, sbeffeggiato dall’intera stampa italiana. Poi, in vista del decisivo Consiglio Ue del 17 luglio, incontra i colleghi Costa, Sánchez, Rutte e Merkel: “Non si scende di un euro sotto i 750 miliardi”.
    La stampa italiana invoca Draghi e vaticina che il premier X tornerà sconfitto: sia sul potere di veto dei singoli governi sui fondi agli Stati, sia sull’importo del Recovery (500 miliardi al massimo). Soprattutto i giornali di destra.
    Repubblica: “Ue, l’Italia all’angolo”. Giornale: “Conte Dracula. In Europa rischiamo di restare a secco”. Libero: “L’Ue non ci dà i soldi perché non si fida di Conte. Voi al suo posto cosa fareste?”. Verità: “La Merkel ci concederà poche briciole”.
    Il Consiglio Ue, anziché due giorni, ne dura quattro e all’alba del 21 luglio, dopo lunghe battaglie diurne e notturne con Rutte e i frugali, il premier X ottiene ciò che voleva: 750 miliardi e nessun potere di veto dei singoli Stati (solo un “freno di emergenza” a maggioranza in caso di inadempienze rispetto ai piani approvati dall’Ue). L’Italia ne avrà 36,5 in più del previsto: 81,4 a fondo perduto e 127,4 in prestito.
    Ora che ha vinto, il nome del premier X scompare dalle prime pagine italiane, sostituito da Merkel e Macron, mentre la stampa estera lo elogia.
    Ieri, a Cinecittà, la cerimonia per festeggiare la prima rata in arrivo del Recovery Fund, alla presenza della Von der Leyen e del premier Draghi.
    Ps. Dicono gli ornitologi che il cuculo è noto per il “parassitismo di cova”, che consiste nel deporre il proprio uovo nel nido di altri uccelli.
    .

    Viviana Vivarelli
    Bellissimo articolo di Travaglio che dice quello che tutta la falsa e menzognera stampa italiana si rifiuta di farci sapere, e cioè che Giuseppe Conte è stato un grande, e che se ora l’Europa ci darà un sacco di miliardi è tutto merito suo, ma i falsi rinnegati e traditori di destra ma anche del Pd non hanno fatto che diffamare e mentire. E allora l’augurio è che possino anna’ tutti ammazzati, loro e chi li tira e anche e fessi che continuano a seguire questi partiti di merda!!

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  4. Con tutto il rispetto per Conte, che stimo, penso che l’Europa abbia sganciato perché c’era già l’operazione Draghi all’orizzonte…

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  5. la benedizione recita: nel nome del padre del figlio e dello spirito santo, se ben ricordo quando ero chierichetto. Ma questi tre spiriti e pure teorici, mica possono dichiararsi estranei, o dire, guarda ciccio che la stai facendo fuori dal vaso, io mi tiro fuori, prenditi le tue responsabilità e non scomodarmi per queste castronerie, anzi dirò di più non nominarmi invano, vedi comandamento. La povertà, dar da bere agli affamati, etc etc, balle, ipocriti.

    Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un’altra vita; se c’è, come voi dite, un Dio nell’infinito, guardatevi nel cuore, l’avete già tradito.“ da F. Guccini

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  6. Diciamo che è lo Spirito Santo a rimetterci, di questi tempi. Si era persino sbagliato scendere ad illuminare le menti dei Cardinali indicando papa Ratzinger… Infatti è stato, imediatamente ,corretto (ma non era infallibile? Ci hanno fregato per millenni?).
    E nessuno ha alzato neppure un dito a sua difesa…
    Non ci sono più le religioni di una volta…

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