
(di Salvatore Cannavò – Il Fatto Quotidiano) – Italia Viva sta conducendo una battaglia per un nuovo governo all’insegna del bene degli italiani. Facile quando la situazione è difficile e di cose da migliorare e aggiustare ce ne sono a dismisura. Però per svelare davvero le intenzioni del micro-partito di Matteo Renzi ci aveva già pensato Giovanni Sartori, il maestro dei politologi italiani nel suo saggio del 1994, Ingegneria costituzionale comparata. Nell’analisi sul parlamentarismo Sartori si chiedeva, tra l’altro, perché i governi “assembleari” vengono abbattuti ogni anno o meno. Logico porsi la domanda in un Paese, come l’Italia, in cui l’abuso del parlamentarismo ha portato allo spettacolo pietoso della “Prima Repubblica”. Logico, ma doveroso e Sartori ne trae una legge semplice, pratica, sempre applicabile, la legge dell’”ammazza-il-governo”: “Poiché un governo di coalizione che cade è per lo più sostituito da un altro governo di coalizione dei medesimi partiti”, scriveva, “ammazzare il proprio governo non è – come in Inghilterra – cedere il governo ad altri, ma dare a chi ne è restato fuori la possibilità di diventare ministro e sottosegretario. Per un parlamentare in attesa, l’instabilità del gabinetto è di buon auspicio per la propria carriera”.
Sartori andrebbe letto sempre, lo consigliamo a Giuseppe Conte se ancora non se ne è occupato e a tutti gli altri. Perché quella politologia senza fronzoli, asciutta, capace di andare al fondo delle cose, toglie il velo dell’ipocrisia a parole e gesti roboanti e rivela che dietro l’illusione della strategia si cela spesso la più misera delle ragioni.
Categorie:Cronaca, Editoriali, Interno, Politica
Da incorniciare a futura memoria👏👏👏👏👏
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Ma in questo caso non fumziona!
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Non DEVE funzionare.
Ma così sappiamo qual è il sottotitolo…
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Ti do ragione, altrimenti devo rileggere l’articolo che nel frattempo ho dimenticato 😂🤣😂
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Idem😂🤣😂 ti ho risposto sulla fiducia!
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Comunque lo spettacolo di governi che cadono per risorgere senza elezioni, con un rimpasto,
non credo fosse nei disegni dei Padri Costituenti e somiglia piuttosto un fare della politica una “cosa nostra” (loro, intendo).
Non sarebbe a questo punto scandaloso, immaginare un accorciamento della durata dei Governi.
Con una durata di due anni, si sottrarrebbe ai saltimbanchi la possibilità di “mettersi al riparo dal consenso elettorale” e a nuove forze eventuali, di fare da spauracchio a chi crede di poter governare a dispetto del popolo.
Ovviamente non lo faranno mai.
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@Copronio Sterchi
idea condivisibile ma “loro” sarebbero capaci di modificare la legge elettorale a colpi di maggioranza durante i due anni di regno … vedi Porcellum, Italicum, ecc ecc
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Ma se in due anni non ci costruisci neanche una Salerno – Reggio Calabria!
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