(Marco Antonellis – Italia Oggi) – Silvio Berlusconi è nato con la camicia. Anche stavolta si ritroverà al centro della scena mediatica e politica. Ago della bilancia nel momento fondamentale della ricostruzione del paese. Perché? Perché ai piani alti del Partito Democratico sta riservatamente ma inesorabilmente prendendo forma il Piano B che prevede, in caso di caduta del Governo Conte dopo l’ estate, elezioni immediate (come auspicato anche dal Capo dello Stato) e la possibile formazione di un nuovo governo proprio con il partito del Cavalier Berlusconi.

Insomma, è destinata a cadere la «Conventio ad excludendum» che per più di vent’ anni ha dominato la scena politica italiana: il Pd sarebbe disponibile a governare anche con Forza Italia purché prima ci siano nuove elezioni politiche con una nuova legge elettorale di tipo proporzionale.

«A quel punto» rivelano sottovoce i vertici Pd «grazie al proporzionale ci sarebbe il tana libera tutti, tutti potrebbero allearsi con tutti e non ci sarebbero più maggioranza precostituite».

Insomma, Conte (che punta a candidarsi a capo di una coalizione larga per tornare a Palazzo Chigi) è avvertito: se le cose dovessero andar male l’ alternativa per il Nazareno sarebbe di andare al voto con una nuova legge elettorale proporzionale in modo da poter governare con «chi ci sta» sfilando Berlusconi al centrodestra e, di fatto, azzoppandone la coalizione che così non sarebbe più in grado di raggiungere la soglia di sicurezza per governare.

Per questo i dem (che di governissimo non vogliono sentir parlare) sperano che nelle prossime settimane ci saranno altri smarcamenti di Berlusconi dal centrodestra, non soltanto su Europa e Mes: un modo per preparare il terreno ad alleanze inedite e mantenere il boccino in mano alla politica durante la «ricostruzione del paese» evitando di dover delegare la guida del governo a personaggi del calibro di Mario Draghi (difficilmente gestibili dalla politica).

Il sospetto serpeggia anche in casa Lega e Fratelli d’ Italia dove non si vede di buon occhio l’ atteggiamento di Forza Italia, sempre più reticente nei confronti dell’ alleanza di Centrodestra: ultime in ordine di tempo le polemiche e i distinguo del Cavaliere sulla Manifestazione del 2 Giugno. In più, gli ultimi sondaggi parlano chiaro: lo spostamento di Berlusconi da un fronte all’ altro, possibile grazie ad una legge elettorale proporzionale, sarebbe decisivo per gli equilibri politici del paese.

Nelle ultime rilevazioni della Ghisleri la maggioranza giallorossa composta da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Liberi e uguali arriva al 41,5% dei voti, mentre la coalizione del centrodestra costituita da Lega, Fratelli d’ Italia, Forza Italia e Cambiamo!

pesa per il 47,6%. Solo sei punti di differenza tra le due coalizioni con Forza Italia che vale il 7%. In poche parole i voti di Berlusconi valgono «doppio» e se il Cav decidesse di cambiare fronte, auspice il proporzionale così ben voluto dai dem, per Matteo Salvini e Giorgia Meloni sarebbe game over.