(Giancarlo Selmi) – Ciò che disarcionò Giuseppe Conte fu la miscela esplosiva di due fattori: i 209 miliardi (di cui ben 88 a fondo perduto), di Recovery che riuscì a portare a casa nello scetticismo generale, e la volontà di fare le cose per bene. Proprio così: le cose per bene.

L’Italia è un paese irrimediabilmente corrotto. Fra i più corrotti al mondo, forse ancora di più dei più arretrati paesi latino-americani. La corruzione in Italia è una nebbia finissima e fitta che avvolge tutto e, nel tutto, soprattutto la politica. Il 90% della ricchezza nazionale è in mano a poche famiglie e a pochi comitati di affari, caratterizzati, da sempre, da una bulimica cupidigia. Quelli che Scalfari chiamò, con una azzeccata definizione, “razza padrona”.

Padrona di tutto, anche dei politici e, peggio mi sento, dell’informazione. La repentina disponibilità, assicurata dall’Europa, di tanto, tantissimo denaro, fece scattare l’organizzazione di quello che Travaglio chiamò, poi, “Il conticidio”.

Si rendeva necessario rimuovere dalla gestione dei fondi, un uomo incorruttibile, dichiaratamente incline a politiche redistributive che avrebbero avvantaggiato il Paese e le imprese medio piccole, innescato il famoso “circolo virtuoso”, ma lasciato a bocca asciutta i comitati di affari suddetti. Quelli per i quali lavorano la maggioranza dei politici italiani, da destra fino a una parte del PD. Opere di riassetto del territorio, edilizia scolastica, sanità, rinnovabili, avrebbero parcellizzato le opere pubbliche, distribuendo lavoro e ricchezza a piccole e medie imprese, ma avrebbero lasciato ai grandi consorzi meno di quanto avrebbero ottenuto se avessero attuato ciò che poi attuarono: la defenestrazione di Conte.

Venne sir Lagarto e mise subito in atto il piano. Ristabilimento dei contributi all’editoria.

Rimozione del cash-back. Misura geniale che avrebbe fatto emergere gran parte dell’evasione fiscale, con risultati economici assolutamente positivi. Oltre a offrire un ristoro semestrale alle famiglie italiane.

Sulla giustizia un capolavoro di disinformazione, con l’aiuto dei giornali appartenenti alla stessa razza padrona.

L’Europa ci chiedeva una riforma della giustizia civile che permettesse processi più agili e veloci. Uno dei problemi che impediscono gli investimenti stranieri. Draghi invece, decise di intervenire sulla giustizia penale, non abbreviando i processi, ma eliminandoli del tutto. Nordio ha completato e aggravato l’opera.

l’Italia è diventata il paese di Bengodi dei corrotti, esattamente il contrario di ciò che andava fatto, con e per l’arrivo di tanti soldi. Strepitosa la spiegazione: così gli stranieri investono. E perché a un investitore dovrebbe interessare il codice penale? Vengono a investire o a delinquere? Verranno a investire in Italia i narcotrafficanti, tutto fa brodo. Ma soprattutto fa brodo, nella gestione di tanti soldi, l’impunità. Ci hanno pensato Salvini e Meloni a depenalizzare tutto e a riformare il codice degli appalti. Benvenuto sia il far west.

Una riforma dell’Irpef che ha fatto ridere perfino i polli. Un esempio eclatante di come si possano buttare via i soldi, nel tentativo, riuscito, di togliere ai poveri per dare ai ricchi. Riforma resa ancora più iniqua dalla successiva, ideata dalle “teste d’uovo” del governo Meloni. Alla quale si è accompagnata la spedizione punitiva contro i percettori del RdC. Non sposta di una virgola la questione “furbetti”, però ha mortificato e messo nei guai la platea degli ultracinquantenni. Quelli vecchi per trovare un lavoro e giovani per avere una pensione. Ha sottoposto al ricatto del lavoro povero i nuovi schiavi: i giovani e giovanissimi

Grandi opere in cantiere: Praticamente il 90% del PNRR. Corruzione fatti capanna. Far west dei subappalti. Utili del 30% minimo garantito per i grandi consorzi che non faranno neppure il 10% delle opere. Roba vista e rivista. Fra 50 anni crollerà tutto, ma chi se ne frega.

Riassetto idrogeologico: non interessa. Che sarà mai qualche alluvione, qualche frana e qualche morto ogni tanto. Rinnovabili: e basta con questa storia! (Romani 2012 docet). Oppure il contrario regalato ai colossi senza tutela del paesaggio.

Esiste la reversibilità di questa tragedia? Esiste.

Sta tutta in mano e nelle ics di un popolo di smemorati che, nonostante i precedenti ha votato il programma di distruzione del paese e non si rende conto di quanto stia avvenendo e di quanto le promesse elettorali siano rimaste pie intenzioni. Lo hanno già fatto e rifatto. Bene fatelo ancora, continuate a votarli.

Da 40 anni li prendono per i fondelli, sempre gli stessi, eppure… I sondaggi restituiscono la plastica immagine di un popolo di… Meglio non dire. Che la defenestrazione di Conte sia stata una manovra di palazzo, è divenuto ufficiale, lo ha ammesso più volte Renzi, in spregio al voto degli elettori. Ed è stata effettuata con complicità molto in alto. Gli si rimproverava di non avere la capacità di gestione dei fondi PNRR. Incapacità dimostrata, invece, dai suoi successori. Ma non si muove foglia. Restituiremo i soldi all’Europa, pure quelli che ci hanno regalato; spezzeremo le reni ai frequentatori di rave party, ai barconi, agli scafisti in tutto il globo terracqueo, ai benzinai, alle coppie omogenitoriali, alle farine di grillo, ai ristoranti italiani di New York che non usano l’olio EVO, ai professori che citano la Costituzione, alle imprese edili e agli amministratori di condominio. Ma anche a poveri e disabili. E, già che ci siamo, alla gran parte degli italiani.

Complimenti e buon disastro